Il programma televisivo Le Iene ha scelto di trasmettere una nuova puntata sul delitto di Garlasco. Il servizio, realizzato dai giornalisti Alessandro De Giuseppe e Riccardo Festinese e in onda martedì 27 maggio, ha visto la partecipazione di un testimone che, dopo aver scelto l’anonimato in una precedente intervista, ha deciso ora di mostrarsi in volto. La sua testimonianza contiene nuove dichiarazioni relative all’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 nella sua abitazione di via Pascoli a Garlasco, in provincia di Pavia.
Il testimone, indicato con il nome fittizio di “Carlo”, ha raccontato di aver incontrato in ospedale una donna di Tromello che abitava vicino alla casa della nonna materna delle gemelle Cappa. Secondo il racconto, la donna gli riferì di aver visto Stefania Cappa agitata, intenta a entrare nella vecchia casa con una borsa pesante. Carlo ha precisato che questa testimonianza è emersa solo oggi perché allora, secondo lui, "non c’era stata volontà di ascoltare".
Il caso aveva portato nel 2015 alla condanna definitiva di Alberto Stasi, allora fidanzato della vittima, a 16 anni di carcere per omicidio volontario. La sentenza è arrivata dopo due gradi di giudizio conclusi con l’assoluzione. Nel 2020 la richiesta di revisione del processo da parte di Stasi è stata rigettata, esito confermato in Cassazione nel 2021.

Negli anni successivi, però, sono emerse diverse teorie alternative alla ricostruzione giudiziaria. Tra queste, e tra le più recenti, quella sostenuta da Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio, giovane amico della vittima la cui posizione è stata vagliata dagli inquirenti e poi archiviata. In una recente intervista rilasciata a la Repubblica, Lovati ha dichiarato che a suo giudizio né il suo assistito né Alberto Stasi sono colpevoli dell’omicidio. Secondo il legale, Stasi conoscerebbe l’identità dell’autore del delitto e del presunto mandante, ma non lo avrebbe mai rivelato.
Lovati ha esposto una teoria personale secondo cui Chiara Poggi sarebbe stata a conoscenza di presunti episodi legati a pratiche esoteriche e abusi nel territorio pavese. Il legale sostiene di essere venuto a conoscenza di un luogo alla periferia di Garlasco dove, a suo dire, si tenevano esorcismi settimanali e in seguito sarebbero emersi anche casi di pedofilia. Ha precisato che si tratta di eventi risalenti a circa cinque anni dopo l’omicidio, ma ha aggiunto che tali pratiche "accadevano anche prima".
L’avvocato ha definito la sua ricostruzione come una “teoria” nata da un sogno e dalla sua conoscenza del territorio, affermando di non avere prove concrete. Ha inoltre ipotizzato che Stasi abbia mentito in fase investigativa per timore di ritorsioni, dichiarando che le sue numerose contraddizioni potrebbero essere segno di pressioni o minacce subite. Lovati ha infine chiarito che Andrea Sempio non ha mai condiviso questa visione dei fatti, e ha descritto il proprio assistito come estraneo sia all’omicidio sia agli ambienti religiosi da lui menzionati.
