Forse a Roberto Parodi le Tesla vanno a spaventarlo anche in sogno. Ormai se le ritrova dappertutto. È proprio lui a fare un video, di domenica, in cui, stavolta ironicamente, torna a prendersela con la macchina elettrica dell’azienda di Elon Musk. Perché? Il parcheggio. È lui stesso a raccontare com’è andata: «Visto che i miei i figli mi fregano sempre il parcheggio che ho in casa, l’altro giorno ho fatto dieci giri con il naftone, qui in zona, per parcheggiare. Oh, non c’era un buco. A un certo punto scopro per terra, linee gialle, quindi le nostre, quelle dei residenti, linee gialle con sopra scritto “CC”. Dico: “Carabinieri?”, no; “Corpo consolare” e già lì mi giravamo i maroni. Ma che nazione sarà? Leggo: “Repubblica di san Marino” del cazzo. Cos’è uno Stato San Marino? Cos’è Garibaldi si è dimenticato di conquistarlo? Cioè, sono i tre e sono venuti qui a farsi dare il parcheggio autorizzato». Ma, come sempre, oltre il danno la beffa.
«E che macchina c’è parcheggiata? Una Tesla. Una Tesla di San Marino (che non è neanche targata San Marino». E mostra invece dove ha dovuto parcheggiare la sua Range Rover: «Guarda il naftone, guarda dove l’ho dovuto parcheggiare, sotto le piante. Nel Wyoming». Insomma, che alcuni parcheggi riservati ai residenti siano stati assegnato al consolato di San Marino proprio non va giù a Parodi, anche se i commentatori sembrano essersi concentrati maggiormente sulle immagini del naftone parcheggiato non solo sotto gli alberi ma anche sopra le strisce. Un errore di distrazione? Una sosta momentanea per far vedere l’auto? Per alcuni la «mossa da zanza del bar» potrebbe aver intaccato la credibilità dei tanti discorsi fatti sulla classe, anche se molti follower lo hanno comunque difeso immaginando sicuramente una spiegazione per l’accaduto. Alcuni si lamentano anche delle battute sullo Stato di San Marino, nonostante il video fosse chiaramente scanzonato e leggero e sia finito, prima del solito jingle finale, con un j’accuse che strappa il sorriso: «… per colpa di San Marino… e della Tesla».