Andrea Diprè rischia un processo in Austria. Questa volta non c'entrano le ricette del pollo alla cocaina, né i motivi misteriosi che lo avevano condotto in carcere in Germania. L'avvofatto più famoso al mondo questa volta è finito nelle grane a causa di un libro. Non un libro qualsiasi, ovvio, ma il Mein Kampf. È stato lo stesso Andrea Diprè a raccontarci cos'è successo: “La Polizia austriaca mi ha fermato, perché forse stavo guidando un po' male e qualcuno ha fatto la spia. Mi hanno smontato la macchina, aprendo tutte le valigie che avevo. Così è saltato fuori il Mein Kampf. Questo libro è vietato in Austria, così come in Cina e Israele. Adesso, a quanto pare, vogliono farmi un processo. Ma il Dipreismo non si ferma!”

Il libro di Adolf Hitler, come diceva l'ex avvocato, risulta essere vietato in Austria, almeno nella sua versione originale, cioè senza commenti. Il motivo è palese: l'incitamento all'odio razziale, unito al fatto che il sanguinario dittatore fosse nato proprio nel Paese confinante con la Germania. Contemporaneamente però, il manifesto del nazismo lo si può tenere e anche vendere, a patto che sia un'edizione di antiquariato. In italiano il libro è stato stampato in diverse edizioni, originali o critiche che siano, da quella commentata dal politologo Giorgio Galli fino alla più recente di Stefano Massini. Al momento siamo in contatto con il re del trash per seguire gli sviluppi: rimane da capire quali tipi di sanzione sono previsti per questo reato, e a cosa va incontro Andrea Diprè. Forse i tutori dell'ordine austriaci non hanno ben chiaro cosa sia il Dipreismo, e magari questa volta all'idolo dei trashofili italiani è andata anche bene. Con tutti i reati che gli si possano contestare, il libro di Hitler sembra il male minore. Se c'è una cosa che si può osservare è che, in fondo, sono sempre le righe a mettere nei guai a Diprè: questa volta, quelle di un libro.

