Tra le persone che sopporto di meno ci sono decisamente i (g)retini, i "fanatici del cambiamento climatico". Oggi si fanno chiamare in molti modi, tra cui ultima (de)generazione (cit. Giuseppe Crucian). "Eccolo qua, un altro negazionista del cambiamento climatico". Già mi pare di sentirvi. Non occorre essere negazionisti però per capire quanto sia improprio attribuire con certezza l'intera responsabilità del cambiamento climatico all’uomo. Il professor Sergio Pinna per esempio, climatologo all'Università di Pisa, ci spiega che fino agli anni '70 nel mondo non si faceva altro che parlare di "raffreddamento climatico", adducendo le stesse conseguenze catastrofiste che oggi vengono attribuite al cambiamento climatico. Tutto cambiò con la dichiarazione sul clima del 1979. Da quel momento, a dispetto di quanto dichiarato nelle riunioni precedenti, si iniziò a parlare di riscaldamento climatico. Il tutto all'improvviso, con un vero e proprio cambio di para-dogma. Ma lasciamo perdere Pinna. Usiamo la testa. Che il cambiamento climatico ci sia è un dato di fatto. Nessuno discute questo. Il tema è provare che sia causato quasi esclusivamente dall’uomo. Si dice: "il 98% del cambiamento climatico è di origine antropica". "La maggioranza della comunità scientifica è d’accordo". È davvero possibile provare una cosa del genere? Il 98%? Ma il clima non è dovuto per esempio anche all'attività solare, o al movimento della Terra attorno al proprio asse? Contano più queste cose o l'attività dell'uomo? E come si fa a ricavare questo dato: 98%? Esiste inoltre un qualche tipo di osservazione in grado di provare con assoluta certezza che sia l'uomo il responsabile delle catastrofi che stanno avvenendo? Esiste in generale nella scienza l'assoluta certezza? La scienza può davvero "fare previsioni future" sulla base di dati acquisiti in passato? Questa operazione è legittima? E ancora: esiste la comunità scientifica? Da chi è composta? C'è sempre accordo nella comunità scientifica? Che valore ha l'opinione degli esperti di minoranza? Più in generale, esiste la relazione causale? Hume per esempio puntava piuttosto a sostituirla, con un'argomentazione a dir il vero molto efficace, con altre tre relazioni ben più esperibili: contiguità, somiglianza, consecutività. Il punto è che se togliamo di mezzo l'idea di "causa" però viene meno anche quella di "necessità". È il fatto che sia l'uomo la causa del cambiamento climatico che rende necessarie alcune azioni per contrastarlo. Non che esso sia contiguo: che ne sia la causa. Se non è sicura la causa, viene meno la necessità di agire.
La teoria dell'origine antropica del cambiamento climatico non è più una teoria scientifica. Ha perso del tutto la propria scientificità nel momento in cui: a) è diventata non falsificabile, b) in quanto tale, è sempre confermabile. Le teorie scientifiche - vedasi Popper - procedono per falsificazioni. Che nel caso in oggetto significa: la teoria del cambiamento climatico per mano dell'uomo, se scientifica, sarà prima o poi modificata, o addirittura smentita. Il vero scienziato è colui che va alla ricerca del controesempio, della smentita, non della conferma. In assenza di una possibile falsificazione, una teoria fuoriesce dal campo della scientificità. E non essendo realmente fondata su nulla può dare adito a qualsiasi meccanismo di conferma. I latini dicevano: ex falso sequitur quodlibet. Ormai la teoria del cambiamento climatico trova conferma in qualsiasi evento meteorologico, di qualsiasi genere. È il paradosso dei corvi di Hempel. Campi Bisenzio si allaga? Colpa del cambiamento climatico (ergo, dell'uomo). Non piove? Colpa del cambiamento climatico (ergo, dell'uomo). Piove poco? Colpa del cambiamento climatico (ergo, dell'uomo). Piove troppo? Colpa del cambiamento climatico (ergo, dell'uomo). Fa caldo, fa freddo, non ci sono più le mezze stagioni, una balena viene ritrovata a nuotare dove non è stata mai avvistata? Colpa del cambiamento climatico (ergo, dell'uomo). Tra l’altro, non si ripete sempre che “meteo” non equivale a “clima”? Se a cambiare è il clima, che è diverso dal meteo, perché gli eventi meteorologici dovrebbero costituire la prova di un cambiamento nel clima? Non si usa infatti questo argomento per sottolineare come il clima cambi anche in quei momenti in cui il meteo non dà particolare segni di pazzia? Non è cosa da poco, se la propria vita viene stravolta da decisioni prese in nome di un dogma, di un'ipotesi non scientifica. Attenzione. Nessuna nega che non ci sia il cambiamento climatico. Lo dimostrano i dati. Quello che i dati non possono e non potranno mai asserire con certezza è che questo cambiamento climatico sia causato con certezza dall'uomo, e non dall'attività Solare, dalla precessione della Terra, dal movimento degli altri astri, dall'attività vulcanica ecc...
In altre parole: non esiste osservazione in grado di percepire la relazione causale che lega l'uomo al cambiamento del clima. Non esiste e non può esistere. Chi non lo riconosce non può dirsi né scienziato né filosofo. Non si può osservare né studiare una relazione, sempre posto che esista. Si possono ricavare e incrociare dati, ma senza la certezza che questi dati consentiranno di effettuare previsioni a loro volta certe. È la scienza, bellezza. La scienza non può fare previsioni, ma solo analizzare il passato e il presente. La scienza non può stabilire nessi causali necessari, senza prima dimostrare l'appropriatezza di collegare due eventi con la relazione causale. E i filosofi della scienza da tempo hanno riconosciuto l'inappropriatezza del concetto di causa. Nell'incertezza però, i (g)retini non hanno dubbi. Anche se l'emissione di Co2 dell'intera Europa rappresenta solo l'1% del totale mondiale, dobbiamo dare l’esempio. Meglio cambiare la propria auto, farne una elettrica. Una Audi Q3 nel 2017 poteva essere acquistata alla cifra di 33000€. Due anni dopo lo stesso modello (sempre diesel) costava 43000€. Il primo SUV elettrico della casa tedesca, l'Audi Q4, costa ad oggi 60000€. Questo per fare solo un esempio: il comparto dell'auto sarà stravolto dalle decisioni prese durante questi anni in Europa, con enorme vantaggio del maggior produttore di batterie elettriche per auto: la Cina. Si parla di licenziamenti di massa, aziende che chiudono, perdita di posti di lavoro. E di prezzi delle auto alle stelle, con relativa crisi del settore già in essere. Non è certo che l'uomo è causa del cambiamento climatico, ma una cosa è certa: in brevissimo tempo, almeno in Europa, saremo tutti più poveri.