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Perché il vigile di Sanremo che timbrava il cartellino in mutande verrà risarcito con 227mila euro (e ne vuole anche di più)? L'incredibile caso, dalle accuse di truffa al licenziamento, fino all'incasso: ma com'è possibile?

  • di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

23 luglio 2024

Perché il vigile di Sanremo che timbrava il cartellino in mutande verrà risarcito con 227mila euro (e ne vuole anche di più)? L'incredibile caso, dalle accuse di truffa al licenziamento, fino all'incasso: ma com'è possibile?
Per tutti Alberto Muraglia era l’immagine esemplare di chi, furbescamente, al mattino, timbra il cartellino in ufficio per poi tornarsene a casa a dormire. In mutande, peraltro. La corte di Cassazione, però, ha stabilito che non è così: l’ex vigile, infatti, che era stato licenziato per il suo comportamento dal comune di Sanremo, è stato risarcito per 130mila euro netti di arretrati (circa 227mila lordi). Ma perché è stata emessa una sentenza del genere? Come sottolineato dai legali, in realtà Muraglia stava lavorando ancora prima di entrare in servizio. E la battaglia legale potrebbe non essersi conclusa qui: i soldi riconosciuti all'ex vigile, infatti, potrebbero anche essere di più…

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

Dopo vari mesi è arrivata una svolta nella vicenda che vede coinvolto il vigile Alberto Muraglia, accusato dal comune di Sanremo di truffa e di infedele timbratura del cartellino. Muraglia, infatti, era stato visto (e fotografato) in mutande mentre timbrava il cartellino per poi tornare a casa. O almeno questa era l’ipotesi dell’accusa. La Cassazione, però, ha stabilito che l'ex vigile debba essere risarcito. Ma perché? La difesa ha sempre negato che Muraglia si recasse alla timbratrice in mutande per poi tornarsene a casa a dormire: l’ex agente della polizia locale, infatti, lavorava anche come custode del mercato ortofrutticolo di Sanremo, e alle 5.30 (dunque prima dell’inizio del servizio come vigile) si occupava dell’apertura dei cancelli, mansione svolta peraltro senza remunerazione, in cambio dell’alloggio all’interno delle strutture del mercato. Così facendo, Muraglia verificava che gli spazi fossero sufficienti e in ordine per permettere ai venditori di allestire i banchi. Solo dopo, alle 6, l’uomo cominciava la sua giornata nel corpo di polizia. Nessun “furbetto del cartellino”, dunque, o almeno questo è quello che si evince dall’esito del processo. Alcuni elementi, però, non sono stati considerati nel risarcimento riconosciuto a Muraglia: nei 130mila euro netti (227mila lordi) che il Comune gli ha riconosciuto non sarebbero comprese le ferie, la rivalutazione e gli interessi. La possibilità dell’ex vigile di aumentare quanto ottenuto, dunque, è concreta.

L'ex vigile Alberto Muraglia
L'ex vigile di Sanremo Alberto Muraglia
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In seguito a quanto accaduto, l’ex vigile aveva immediatamente deciso di fare riscorso, che ora è stato accolto anche in Cassazione. Il licenziamento occorso in seguito alle foto, dunque, è risultato illegittimo, e il Comune ora si vede costretto a riconoscere a Muraglia tutti gli arretrati: “Obiettivamente lui ha ragione. È emerso che la realtà era molto diversa da quella che poteva apparire da quelle foto”, ha dichiarato l’avvocato Alberto Luigi Zoboli, uno dei due legali, insieme a Alessandro Moroni, che si è occupato del caso dell’ex vigile. Da adesso, però, un altro fronte della battaglia si apre: quello per incrementare la cifra del risarcimento. 

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