Innanzitutto, la nostra doverosa e sentita solidarietà ad Alessandra Mussolini, picchiata nelle strade di Strasburgo a colpi di “una specie di stampella”. Ma, dato che le conseguenze non sono state tragiche (dopo l’aggressione ha dovuto rinunciare a una cena), permetteteci di raccontare la vicenda così come l’abbiamo appresa stamani, appena svegli, guardando il video in cui l’eurodeputata del Ppe, correva per le strade della città francese, raccontando dell’aggressione. Dopo esserci immediatamente informati sui vari siti online, mentre il caffè era sul fuoco, e quindi ancora non del tutto svegli, abbiamo appreso che Alessandra Mussolini stava andando al ristorante con alcuni suoi collaboratori quando è avvenuta l’aggressione a colpi di una specie di stampella, mentre l’aggressore pronunciava alcune frasi. Una fra tutte – di queste frasi sconnesse, riportate dai siti di informazione - ci ha fatto immaginare la seguente scena (non è colpa mia se il caffè ci mette molto a essere pronto e mi devo ancora svegliare del tutto). Le parole iniziano a scorrere sullo schermo: “Tanto tempo fa in una città lontana lontana…”, Alessandra Mussolini, incappucciata, camminava scortata dalle sue truppe, il respiro affannato, forse per il freddo, forse per la fretta. Eppure, un cattivone, nel buio della città deserta, la riconosce. Lo chiamano Luke Crutchwalker (a causa della specie di stampella), che decide di assaltarla con la sua stampella laser rivelandogli l’inaspettata verità: “Io sono tuo figlio…”. Poi mi sono un attimo ripreso perché la caffettiera ha iniziato a gorgogliare, e mi sono reso conto che la vicenda mi sembrava un po’ Star Wars al contrario. E devo essere restato così, a guardare la moka che borbottava, perché tra informazioni e video, mi è sembrato di assistere a una scena di un film davvero al contrario: no, perché, di solito, una persona corre prima di essere aggredita, non dopo. E invece Alessandra Mussolini correva dopo. La moka era ancora a metà e io ero convinto che il video della Mussolini era sicuramente riprodotto al contrario, perché nel caso fosse stato riprodotto nel verso giusto mi sembrava curioso che la Mussolini stesse correndo cercando di scappare da “cratchwalker”, a meno che, essendo la specie di stampella un aiuto dovuto a una ferita di battaglia, Luke Crtuchwalker non possedesse abilità Jedi capace di farlo correre velocissimo, dopo avere annientato tutti i collaboratori della Mussolini, che, evidentemente, non sono riusciti a bloccarlo (la Mussolini correva girando il video, a dimostrazione dell’impavido suo coraggio – io, se fossi inseguito da Luke Crutchwalker che mi ha sterminato i collaboratori, neanche la troverei l’icona del video sullo smartphone).
Poi ho sentito odore di gas: il caffè era (o aveva) esondato spegnendo la fiamma. Riavutomi (non del tutto, il caffè era troppo caldo per berlo immediatamente) ho cominciato a fare delle ipotesi sull’aggressione: fino a quando io non mi bevo il primo caffè io faccio ipotesi, su qualunque cosa, per questo è meglio non parlarmi, sono troppo impegnato a fare ipotesi. La prima ipotesi è che fosse Katia Bellillo, ex ministra per le pari opportunità, che durante una puntata di Porta a Porta si lanciò in uno scontro fisico contro la Mussolini, ma poi Bruno Vespa le aveva separate e la Bellillo voleva finire il lavoro, per questo si era travestita da Luke Crutchwalker (dopo essere stata in questi anni a imparare il potere della Forza). Dato il primo sorso al caffè, ho cambiato ipotesi: era un lettore scontento del libro Star Wars: Il Gioco del Buio, ultimo capitolo della saga di George Lucas, scritto da Alessandra Mussolini e appena pubblicato. Al terzo sorso, ho pensato – evidentemente errando – di essermi svegliato del tutto. Così ho formulato la seguente ipotesi: quando nell’intervista al Corriere della sera Tommaso Labate le domanda dei cimeli di suo nonno Benito, Alessandra risponde: “Il cimelio sono io”. Così ho pensato che fosse un lettore del Corriere che voleva liberarsi di un cimelio del fascismo. Lo ha fatto anche Ignazio La Russa regalando il busto del duce alla sorella, no? C’è troppa violenza tra i lettori del Corriere, ho pensato, quindi ho ritenuto necessario versarmi un’altra tazza di caffè.