Il quartiere Ballarò di Palermo versa in condizioni critiche. L’emergenza sociale, l’aumento dei rifiuti nelle strade e la criminalità sempre più presente nelle vie del famoso quartiere sono diventati dei problemi ormai insostenibili. Basta allontanarsi pochi metri dal suggestivo mercato all’aperto, diventato ormai il simbolo della zona per trovare un’ambientazione molto diversa. Quasi tutte le strade sono invase da vere e proprie discariche a cielo aperto. È proprio lì che noi di MOW siamo andati e abbiamo visto cose assurde, impensabili per un quartiere di una città italiana.
Giocare fra i cumuli d’immondizia
Superato il mercato rionale, quello che ci si palesa davanti è incredibile. Il degrado è quasi totale: case fatiscenti, spazzatura per strada, sui marciapiedi, ratti e blatte camminano indisturbate per le strade, dove alcune persone, disperate, probabilmente senza una lira, cercano vestiti e cibo ancora buono da portare a casa. Proviamo ad avvicinarci a una di queste persone, una signora di circa sessant’anni, ma ci guarda con lo sguardo rassegnato e prosegue la sua marcia verso la prossima discarica a cielo aperto della zona, senza risponderci. Mentre qualcuno ci intima di allontanarci – in questi giorni i reporter non sono graditi – assistiamo a un’altra scena raccapricciante. Vediamo un gruppetto di quattro o cinque bambini giocare per strada fra la spazzatura. Sono in quattro, uno piccolissimo a bordo di un triciclo giocattolo. Non sono soli però, vicino a loro, seduto in una panchina semidiroccata c’è il nonno del più piccolo, con il quale iniziamo a chiacchierare. L’argomento, inevitabilmente, è la condizione di degrado con cui questi bambini crescono. “Non hanno futuro – ci dice rassegnato nonno Calogero – purtroppo se vogliono avere una speranza nella vita dovranno scappare via, magari andare in Germania, o perché no na’ Cina (in Cina in dialetto siciliano), si dice che là ci sia il vero futuro. Non possiamo nemmeno permetterci una Playstation usata o dei vestiti nuovi per il mio nipotino – continua l’uomo – i genitori non lavorano e viviamo in cinque con la pensione di mille euro di mia moglie, io dopo aver scontato dieci anni per una bravata giovanile, non sono più stato assunto da nessuna parte”. L’uomo conclude poi con una riflessione sull’abolizione del Reddito di Cittadinanza. “Aumenteranno ancora di più i crimini qui – conclude – prima la gente campava grazie al reddito, adesso che gli è stato tolto, dico io, un padre che ha tre figli, andrà a rubare per farli mangiare”. Vedere questi bambini giocare e rovistare fra la spazzatura in cerca di chissà cosa deve far riflettere. Negli anni scorsi molti amministratori locali si vantavano di essere riusciti a riqualificare il quartiere di Ballarò. Forse si riferivano soltanto ai pochi metri quadri del mercato.
Il vero mercato di Ballarò
In pochissimi sanno che Ballarò ha un secondo mercato, molto meno folkloristico e colorato. Una sorta di mercato delle pulci, con merce di ogni tipo, di dubbia provenienza, rubata. Se si vuole vedere con i propri occhi, però, bisogna presentarsi molto presto, verso le quattro e mezza del mattino. Camminando per il mercato notturno, non possiamo che rimanere impressionati dall’enorme mole di merce accatastata. C’era addirittura una persona che vendeva cimeli di guerra, maschere antigas della Prima Guerra Mondiale, uniformi fasciste e un cappello che – a detta del venditore – era appartenuto a un gerarca nazista. Fra le molte cianfrusaglie c’era anche un riconoscimento firmato dal re d’Italia Vittorio Emanuele II e donato a un parlamentare dell’epoca. Poco più avanti un uomo vendeva macchine fotografiche e videogiochi nuovissimi a prezzi stracciati e del tutto fuori mercato. “Tutto quello che vedi in queste bancarelle è rubato – racconta a MOW un panettiere che si stava dirigendo verso il suo forno e con il quale decidiamo di fare due passi, in attesa dell’alba – questa è gente pericolosissima, che entra nelle case, soprattutto quelle abitate da anziani, le svaligiano di tutte le cose di valore e poi le portano qui, dove vengono vendute a poco prezzo. Non vedrete mai vestiti firmati e gioielli preziosi perché quelle cose finiscono direttamente nei guardaroba dei figli o nei cassetti delle mogli dei vertici mafiosi della zona. Molti anni fa sono entrati in casa mia e hanno rubato gli orecchini di mia figlia appena nata e un orologio mio dal valore di nemmeno cento euro. Sono entrati a casa e hanno fatto sparire anche altri oggetti di valore, è stato tremendo”. Anche qui, come in tutte le zone popolari di Palermo, si avverte un vuoto di potere lasciato dalla morte di Totò Riina, prima, e Matteo Messina Denaro, poi. Alcuni, giovanissimi, tentano la strada criminale nella speranza di un’ascesa al potere nella nuova Cosa nostra. Nelle ultime settimane le risse, i furti e le rapine nella zona sono aumentate in maniera preoccupante, la mancanza di un capo, di un boss, è palese.
Il nuovo centro per lo spaccio di crack
Da un po’ di mesi nel quartiere è allarme crack. Ne scorre a fiumi in tutte le strade e viene usato da persone di ogni età. Lo comprovano i recenti fatti di cronaca. Fra settembre e dicembre ci sono stati diversi arresti per detenzione di Crack ai fini di spaccio. Decine e decine di chili – nascosti chissà dove – pronti a essere spacciati per strada per poi finire nelle vene di giovanissimi e disperati. L’ipotesi più accreditata è che da qualche parte si nasconda un importante deposito di droga, magari in qualche garage nei molti cunicoli labirintici del quartiere. Da tempo Ballarò era riuscita a scrollarsi di dosso la fama di essere uno dei principali centri di smistamento della droga palermitana e siciliana, anche se adesso sembra essere tornato tutto come prima. A nulla sono serviti gli sforzi di associazioni e volontari per migliorare la qualità della vita degli abitanti del quartiere. “Sai quanti amici ho visto morire per questa schifezza?” dice in lacrime Luca, commerciante che ha deciso di rimanere a Ballarò, anzi di aprirci un’attività e di investire nel sociale. “Quando eravamo giovani non c’erano tutte le conoscenze di adesso e a Ballarò scorrevano fiumi di droga, morivano veramente tanti tanti ragazzi. Leggere adesso sui giornali che la droga sta tornando nelle nostre strade non è piacevole, anzi vengono i brividi. Ormai capita a tutte le ore del giorno e della notte di vedere ragazzi drogati di crack o cocaina girare per le strade, ridotti come zombie senza cervello. Quando arrivi a quei livelli – conclude l’uomo con le lacrime agli occhi – c’è poco da fare”.