Alla fine era tutto vero. Non un sogno, non una bufala, non un deepfake generato dal lato oscuro di X (ex Twitter), non un’elucubrazione partorita in zona Rem da un copywriter distopico con crisi d’identità multipla e overdose di ironia involontaria: no. Lì, nel corpo sacrificale della politica spettacolare italiana, nel ventre simbolico (e topograficamente barocco) del congresso della Lega a Firenze – città matrice del Rinascimento, per chi se lo ricorda – si è consumato l’evento. O il miraggio. O il crash sistemico. Matteo Salvini, da solo sul palco, microfono in pugno come un gelato al piombo, occhi pieni di quell’ebbrezza intermittente di chi è a metà tra il "non ci credo che ci sono riuscito" e il "guardatemi mentre lo faccio", ha parlato con Elon Musk.
No, non a Elon Musk. Con Elon Musk. O almeno con qualcosa che sembrava Elon Musk. Una faccia planata dentro lo spazio vuoto di uno sfondo blurrato e sfocato (come quelli che si impostano su Zoom quando non si vuole mostrare la cucina piena di casino e piatti sporchi), un simulacro fluttuante con il tono pacato dell’istruttore di mindfulness e il contenuto mentale del Grande Vecchio della Silicon Valley. Non un corpo, non una presenza. Un’increspatura, un’emanazione, una proiezione eterea. O meglio: l’abbozzo digitale di un'intelligenza artificiale che ha preso a prestito l’identità dell’uomo più ricco (e per molti pericoloso?) del mondo, per rispondere in tempo reale a un politico italiano che ha fatto della realtà un meme continuo.
E quel “tu” che Salvini gli rivolge, quel pronome intimo, maldestro, che sguscia tra i denti come un pesce troppo vivo per essere trattenuto, quel “tu” denota tutta l’ambiguità della scena: perché il “lei” sarebbe stato ridicolo, certo, ma il “tu” – in pubblico, in diretta, di fronte alla base leghista, con l’algoritmo che risponde dall’iperspazio – diventa una soglia, uno scivolamento, un glitch linguistico. L’inglese, lingua senza formali corteggiamenti né reverenze da barone universitario, salva tutto in superficie. Ma il cortocircuito resta, pulsa.
Non è un’intervista. O meglio: non lo è nel senso consueto del termine. È qualcosa di diverso. Qualcosa che sta a metà tra il podcast delirante, la cerimonia sincretica, il talk show in sogno, il rituale di evocazione. Uno scambio non mediato da alcuna sintassi del reale. Un dialogo che pare partorito dalla mente satura di uno sceneggiatore sci-fi disoccupato che ha assunto sostanze al festival di Davos. L’intelligenza artificiale si confronta con il populismo analogico. Il corpo interroga il bit. Il cloud parla alla pancia. E in mezzo, come una sacca semipermeabile di significati incerti, ci siamo noi: l’Italia. Noi che assistiamo. Noi che traduciamo. Noi che, forse, non capiamo, ma che forse capiamo più di chi ha parlato.

Salvini – vestito di una gradazione indefinita di blu scuro che vorrebbe probabilmente essere istituzionale-casual ma finisce per sembrare la tappezzeria di un autobus interurbano anni '90 – è lì, senza cravatta, con microfono in una mano e cartelletta nell’altra, immagine perfetta di un presentatore da sagra di provincia catapultato nella fiera del transumanesimo, alla quale si presenta da un’altra epoca con il discutibile boost di un fazzoletto nel taschino e di una spilla con il logo della Lega (con lo spettro di un possibile papillon all'orizzonte del collo). Matteo, che di solito elenca cose, chiede cose. O meglio: performa la richiesta, ci vuole far credere di star chiedendo. Non sappiamo se le domande siano sue, non sappiamo se Elon le conosca prima né se le comprenda dopo. Ma sappiamo che sono dette. E che Musk risponde. Risponde davvero? Oppure rigurgita flussi neurali pre-caricati da una matrice che produce opinioni come biscotti automatici in una fabbrica del Kansas?
E nel mezzo, tra le domande e le risposte, si apre un abisso. Non metaforico. Non letterario. Proprio strutturale. Un vuoto semantico, culturale, linguistico. Salvini, che sa recitare solo nel registro del proclama, deve fare il domandatore. E non si può dire che gli riesca benissimo. Oscilla tra la captatio benevolentiae, il retropensiero da trasmissione politica e gli ammiccamenti alla platea. Musk, invece, ha il tono mistico della voce guida nei simulatori di volo. Salvini chiude con l’unico scampolo di empatia personale, un’implosione controllata: “Ti è mai venuta voglia di mollare tutto?” E Musk, come se ignorasse (o interpretasse male) la domanda - o come se il suo traduttore interno o esterno fosse un algoritmo stanco causa server distrutto da tutti voi che chiedete all'AI di modificare le vostre foto per assomigliare a personaggi di qualche anime erotico - non risponde nel merito, ma rilancia uno statement sulla deregolamentazione, completamente slegato dalla domanda esistenziale. Come un automa affaticato, Musk non si abbandona alla confessione ma torna alla policy. Forse non è neanche una scelta, ma un effetto di chi (o cosa) ha tradotto Salvini. E lì si consuma il “lost in translation”.
Ma ecco le domande di Salvini e le risposte (o eruzioni di pattern) di Elon, un flusso di parole con qualche impuntamento (depurato nella nostra trascrizione e traduzione qui sotto) che arriva in inglese e chissà se e da chi è stato capito. E noi le riportiamo, tutte. Fedelmente, dolorosamente. Quindi di seguito c’è tutto quello che si sono detti.

Salvini: “Come stai e come va la tua battaglia contro la burocrazia e per tagliare sprechi negli Stati Uniti innanzitutto?”
Musk: “Sì, beh, è molto difficile ridurre le dimensioni della burocrazia e della spesa pubblica. C’è un’enorme opposizione. Anche quando le cose che tagliamo non hanno alcun senso, riceviamo comunque molte critiche. Ma siamo molto trasparenti con il Dipartimento dell’Efficienza Governativa. Qualsiasi azione intraprendiamo, la pubblichiamo sul sito doge.gov e sul nostro account X. È trasparenza estrema, ma nonostante questo, veniamo accusati di ogni sorta di cosa. Siamo estremamente trasparenti e stiamo solo tagliando le spese più ovviamente terribili, ma nonostante ciò, ci attaccano come pazzi.”
Salvini: “Grazie. Un altro tema su cui la Lega si batte da tempo è la difesa della libertà di parola, del free speech, della libertà di espressione in parlamento e sui social. Ecco, perché secondo te da professionista del settore invece in Europa e negli Stati Uniti la sinistra vuole censura e vuole bavaglio e multe e vuole impedire appunto la libertà di pensiero e di parola?”
Musk: “Penso che, come regola generale, si può distinguere il lato buono da quello cattivo osservando chi vuole limitare la libertà di parola. Chi limita la libertà di parola – Hitler, Stalin, Mussolini – aveva una censura molto forte, restrizioni forti sul discorso. È uno dei segni che sono i cattivi. Infatti, la restrizione del discorso e il governo forte sono fondamentalmente fascisti, ovviamente. Quindi, ironicamente, spingendo per la censura, la sinistra dimostra chiaramente di essere contro la libertà. E la libertà di parola è solo una delle molte libertà che dovremmo avere in una società civile, perché le idee dovrebbero prevalere sulla forza dei loro argomenti, non perché le idee concorrenti vengono soppresse.”
Salvini: “Grazie. Immigrazione di massa, il contrasto all’immigrazione clandestina è stata una delle priorità del presidente Trump negli Stati Uniti ed è un tema su cui si battono i patrioti in Europa. C’è veramente, come hai denunciato, il rischio della fine della civiltà e delle libertà occidentali per colpa di un’immigrazione di massa alimentata dalle sinistre?”
Musk: “Sì, l’immigrazione di massa è folle e porterà alla distruzione di qualsiasi paese che la permetta senza restrizioni. Quel paese semplicemente cesserà di esistere. Alla fine è una questione di numeri. Se ci sono otto miliardi di persone nel mondo, e diciamo che sei un paese di cinquanta o sessanta milioni, o anche uno come gli Stati Uniti con 350 milioni, bastano pochi punti percentuali del resto del mondo che si spostano lì, e non è più quel paese. Un paese non è la sua geografia. Un paese è il suo popolo. È un concetto fondamentale e ovvio. Se prendessi gli italiani e li trasportassi, ad esempio, in una parte degli Stati Uniti, sarebbe ancora Italia. Ma se trasporti un gruppo di persone da un’altra parte del mondo in Italia, mentre gli italiani sono stati trasportati altrove, allora quella regione geografica non sarebbe più l’Italia, ma un altro paese. Un paese è la sua gente, non la sua geografia.”
Salvini: “Ti arriva dal palazzo della sala di Firenze, culla di cultura e di civiltà, e il ringraziamento a nome del popolo italiano. Due ultime riflessioni: tu hai parlato di terrorismo, adesso si ripetono gli assalti ai negozi, alle fabbriche, addirittura alle auto di tua produzione, ai social. C’è secondo te da preoccuparsi per questo clima di cattiveria e di violenza alimentato per motivi ideologici?”
Musk: “Sì, stiamo chiaramente assistendo a un massiccio aumento del numero di attacchi in Italia e in generale in Europa. I media tradizionali minimizzano questi attacchi. Ma gli attacchi, il terrorismo, l’uccisione di innocenti stanno aumentando ogni settimana. Ce ne sono sempre di più. E alla fine, penso che vedremo un massacro su larga scala in Europa. È questa la tendenza. Se si estrapola il tasso attuale di attacchi terroristici in Europa, e si mettono quei punti su un grafico – attacchi mortali nel tempo – il risultato è il massacro dell’Europa. I tuoi amici, la tua famiglia, i tuoi figli, i tuoi genitori. È lì che porta. I numeri sono chiari.”
Salvini: “Russia e Ucraina, la nuova amministrazione dopo tre anni di morte e di guerra sta riuscendo a riportare al tavolo Zelensky e Putin. Pensi veramente che sia arrivato il momento della pace, mentre a Bruxelles qualcuno parla di armi e di eserciti?”
Musk: “Non ho rispetto per gli istigatori di guerra, per chi trae profitto dalla guerra e per coloro che vogliono che la guerra continui per sempre per i propri scopi. È, secondo me, qualcosa di malvagio. Parlo con qualcuno della sinistra e mi dice: ‘non dobbiamo cedere alla Russia’. Ma non hanno un piano per la vittoria. Allora quello che propongono è mandare questi poveri ragazzi nel tritacarne ogni giorno per niente, senza fine in vista. È crudele, disumano e insensato. Il presidente Trump ha ragione su questo: deve esserci pace. È ora che il massacro dei giovani e dei vecchi finisca. È tempo di fermare questa macchina di morte insensata. È questo il punto. Alcuni vogliono sembrare empatici. Ma non hanno la vera empatia. I pro guerra hanno solo l’apparenza dell’empatia. Sono ipocriti e bugiardi. Se vogliamo la vera empatia, dobbiamo fermare questa morte quotidiana insensata che continua all’infinito. Dobbiamo preoccuparci di quegli uomini che stanno morendo nelle trincee in Ucraina e in Russia e che non volevano essere lì. Sono stati coscritti, sono costretti a stare lì. La coscrizione in Ucraina, la coscrizione in Russia, sono costretti a uccidersi a vicenda. Perché? Per quanto ancora? È tempo di fermarsi.”
Salvini: “Spero che ti arrivi a Washington l’applauso della sala, perché la pensiamo esattamente nella stessa maniera. L’ultima domanda per non rubarti troppo tempo: tu sei un campione dell’innovazione, della visione, del futuro. SpaceX, Neuralink, Starlink, Tesla, ci sono qua tanti ragazzi, tanti giovani, tanti imprenditori, Elon: un tuo messaggio per l’Italia e per gli italiani in giorni in cui il sentimento antiamericano viene alimentato da certa stampa. Ecco, il tuo messaggio di speranza, di futuro per quel che riguarda il rapporto tra Italia e Stati Uniti ai tanti giovani che sono qua presenti al congresso della Lega.”
Musk: “Spero che gli Stati Uniti e l’Europa possano stabilire una partnership molto stretta. Ovviamente c’è già un’alleanza, ma mi auguro che ci possa essere una relazione molto stretta tra America ed Europa. E spero, per esempio, per quanto riguarda i dazi, che alla fine si arrivi a una situazione di dazi zero, creando di fatto una zona di libero scambio tra Europa e Nord America. È ciò che spero. E anche una maggiore libertà di movimento delle persone tra Europa e Nord America, se lo desiderano. Se vogliono lavorare in Europa o in America, dovrebbero poterlo fare. Questo è certamente il mio consiglio al Presidente.”
Salvini: “Perfetto, lo raccogliamo con entusiasmo. Un’ultima mia domanda, curiosità personale: ti è mai venuta voglia in questi anni di mollare, di dire non ce la faccio, di dire mi faccio da parte, di dire è più grande di me (è un messaggio che può valere per un imprenditore come per un politico, nei momenti di difficoltà): ti è mai venuta la voglia di mollare tutto, di mandare al diavolo tutti e di dire con quello che hai costruito ‘andate avanti voi, io mi faccio la mia vita’?”
Musk: “Beh, penso che avviare un’azienda, costruire un’azienda, sia come mangiare vetro e fissare l’abisso. È molto doloroso e difficile. Se hai bisogno di incoraggiamento per avviare un’azienda, ti consiglio di non farlo. Detto ciò, in Europa le regolamentazioni… l’Europa è sovraregolata. Ci sono troppe regole e regolamenti che rendono molto difficile creare un’azienda e che proteggono troppo le grandi aziende a scapito di quelle piccole e medie. Il risultato netto è che in Europa hai un mucchio di aziende molto piccole e un piccolo numero di aziende molto grandi, ma quasi niente in mezzo. Serve un modo per passare da piccola azienda, se produci grandi prodotti e servizi, a una grande azienda. Ma c’è una cattura regolatoria da parte delle grandi aziende in Europa. Non vogliono davvero ridurre il peso normativo e amano il fatto che i regolamenti proteggano i loro duopoli o monopoli, in alcuni casi. Quindi penso che spetti ai governi dire: no, dobbiamo favorire le piccole imprese e permettere loro di competere, e ridurre i regolamenti, perché la situazione regolatoria in Europa è soffocante e Bruxelles la sta amplificando. Quindi hai sia regolamenti locali che regolamenti europei. Ce ne sono troppi. Rendono estremamente difficile avviare un’azienda e avere successo. Quindi penso che sia necessaria una deregolamentazione radicale in Europa. E se questo significa lasciare l’UE, allora significa lasciare l’UE.”
Salvini: “Grazie Elon, grazie per il tuo tempo e ti aspettiamo da amico quale sei in Italia. Un abbraccio da tutta la Lega e da tutte le città di Italia. Grazie di cuore per il tuo tempo, la tua amicizia e le tue idee. Thanks a lot.”
Musk: “Grazie. Amo l’Italia. Non vedo l’ora di visitarla.”
