Salvini sta giocando con l’uccello di Musk che a sua volta gioca con l’uccello di Trump che a sua volta gioca con l’uccello di Putin. Il che sarebbe anche un liberatorio e bel trenino dell’ammor, se non fosse che l’uccello di cui parliamo è quello di Twitter e il trenino più che dell’ammor sembra di guerra. Questo capita a dare l’uccello in mano ‘e criature. Proprio nei giorni in cui il New York Times spara l’approfondimento sul Russiagate in cui sostiene e approfondisce la tesi – prove e documenti alla mano – secondo la quale Putin e Trump avevano trovato un accordo (Putin avrebbe aiutato Trump durante la campagna elettorale - anche attraverso uccelli finti, cioè account twitter falsi, non vibratori - e in cambio Trump sarebbe stato d’accordo con lo smembramento dell’Ucraina). Proprio nei giorni in cui Musk, dopo avere minacciato gli Stati Uniti di spegnere Starlink la rete satellitare indispensabile per gli usi militari in Ucraina, proprio nei giorni in cui ancora Musk si compra Twitter e promette di liberalizzarlo del tutto (compresi gli account falsi).
Proprio nei giorni in cui ancora Musk (ma hanno aperto un Papeete vicino casa di Musk?) lancia un sondaggio sulla riapertura dell’account di Trump dando notizia che il sondaggio è pro-Trump, proprio nei giorni in cui la Meloni si aggrappa all’atlantismo cercando di gestire le esternazioni del suo governo, ecco, proprio in questi giorni, che fa Salvini vicepremier?
Spara un tweet in cui invita Musk a collaborare di più con l’Italia. E che fa Musk? Gli risponde uccellando “non vedo l’ora di incontrarti”, al che Salvini riuccella (in versione un po’ Fantozzi): “Sarebbe un onore” (e noi ci immaginiamo Musk con i dipendenti di Twitter che nuotano nell’acquario). E insomma, con tutta la prudenza del caso, e dell’ironia che dirige la satira, che bel trenino Salvini-Musk-Trump-Putin. E quanti uccelli (amari) da gestire per Meloni, che - direbbe Roberto D'agostino - manco Kevin Spacey.