Il presidente Joe Biden è stato accusato di ipocrisia dopo aver suggerito che l'acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk dovrebbe essere indagata, negando poi qualsiasi illecito con i coinvolgimenti stranieri di suo figlio. Durante una conferenza stampa a Biden è stato chiesto se l’acquisto della piattaforma, che è stato parzialmente finanziato dall'Arabia Saudita, costituisca una minaccia alla sicurezza nazionale: "Penso che la cooperazione di Elon Musk e/o le relazioni tecniche con altri paesi siano degne di essere esaminate. Se sta facendo qualcosa di inappropriato, e non sto suggerendo questo, credo che valga la pena controllare". Tuttavia lo stesso Biden è stato coinvolto in loschi affari con dei governi stranieri, in base a quanto raccontato da un informatore del DailyMail.com. Biden avrebbe agito come "partner silenzioso" nei piani di suo figlio, Hunter, di costruire un'impresa di gioco d'azzardo online in America Latina.
Su Twitter non sono mancate le accuse a Biden, con tantissimi utenti che si sono schierati in difesa di Musk chiedendo che vengano controllati gli affari dei Biden padre e figlio. Le osservazioni del presidente su Musk sono arrivate dopo che a fine ottobre, il senatore democratico Chris Murphy, aveva chiesto l' avvio di un’indagine federale sul ruolo giocato dall'Arabia Saudita nell'acquisizione di Twitter da parte del fondatore di Tesla. La Kingdom Holding Company, del principe saudita Alwaleed Bin Talal, possiede azioni della piattaforma per un valore complessivo di 1,89 miliardi di dollari, di cui manterrà la proprietà. La società del principe è controllata al 16,9% dal fondo sovrano di Riad, presieduto dal principe ereditario, Mohammed bin Salman. Le parole del senatore Chris Murphy: “Oggi chiedo al Comitato per gli investimenti esteri di condurre un'indagine sulle implicazioni per la sicurezza nazionale dell'acquisto di Twitter da parte dell'Arabia Saudita. Dovremmo essere preoccupati che i sauditi, che hanno un chiaro interesse a reprimere il discorso politico, e ad avere un impatto sulla politica degli Stati Uniti, siano ora il secondo più grande proprietario di una grande piattaforma di social media. C'è una chiara questione di sicurezza nazionale in gioco”.