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Pisto is Free

Selvaggia Lucarelli attacca MOW (e me) per interposta giornalista: la risposta. Punto per punto

Moreno Pisto

24 luglio 2023

Una giornalista di Domani e di Tpi attacca il comportamento di MOW e mio. Selvaggia Lucarelli la riprende sui social e aggiunge il carico. Ma la loro lezioncina è lacunosa da tutte le parti. Secondo loro non avrei dovuto registrare i file su Matteo Messina Denaro, non avrei dovuto approfondire, studiare i documenti e non dovrei avere fonti ritenute scomode. E comunque avrei dovuto fare tutto più velocemente. Grazie maestrina e preside ma ci sono troppe cose che non tornano nei vostri discorsi. Anzi: tutte. Eccole

di Moreno Pisto Moreno Pisto

Certe mattine ti svegli e pensi di essere tornato a scuola, con la maestrina e la preside che ti puntano il dito e ti dicono che hai sbagliato, che non va bene quello che hai fatto e che avresti dovuto farlo in un altro modo. La maestrina è Giuliana Sias, che scrive su Il Domani e su Tpi. La preside è Selvaggia Lucarelli. Lo scolaretto sono io. La vicenda è quella dei file su Matteo Messina Denaro che un politico e un carabiniere hanno cercato di vendere a Fabrizio Corona. La maestrina ha fatto un post contro di me sulla sua pagina ig @monteirorossi_sonoio, 8.197 follower, subito ripreso dalla preside che poi ha rilanciato attaccando il sito che dirigo, questo qui, MOW. Peccato però che la loro lezioncina è lacunosa da tutte le parti. E per tutte intendo: tutte. Vediamo un po'.

L'attacco di Giuliana Sias rilanciato da Selvaggia Lucarelli
L'attacco di Giuliana Sias rilanciato da Selvaggia Lucarelli

Scrive la maestrina Sias:

"Almeno dal 2 maggio il telefono di Fabrizio Corona era già sotto controllo e quindi, molto probabilmente, le indagini avrebbero condotto agli stessi esiti anche in assenza della denuncia depositata il 25 dello stesso mese da Moreno Pisto". Primo errore maestrina, che commette sapendo di commettere, dato che usa l'espressione: "molto probabilmente". Come fa a esserne così sicura? È amica intima di chi stava facendo le intercettazioni? Le spiego, Sias: il telefono di Corona era sotto controllo, ma senza la mia denuncia per mettere insieme tutti i particolari di questa indagine gli inquirenti ci avrebbero messo molto più tempo. Sarebbero arrivati alle stesse conclusioni? Credo proprio di sì. Ma cosa vuole insinuare, che non avrei dovuto denunciare? Ho solo fatto quello che mi sentivo di fare, che reputavo giusto fare e che pensavo mi avrebbe tenuto fuori da guai maggiori, collaborando con la magistratura. Quindi maestrina, può spiegarsi meglio?

Ci prova andando avanti: "Fatta salva la parte in cui Pisto «assolve» Corona che a suo dire è d'accordo con lui (anzi sembra che Corona sia più d'accordo con Pisto di quanto Pisto sia in accordo con se stesso): il materiale che cerca di vendergli Giorgio Randazzo, consigliere comunale di Fratelli d'Italia a Mazara del Vallo, non è pubblicabile. Anche se a sporgere denuncia sarà solo il giornalista, mentre di Corona, a parte la difesa d'ufficio dell'amico, rimangono agli atti solo le intercettazioni, nelle quali tra le altre cose parla di uno scoop pazzesco". Come avrà letto nel mio articolo, Sias, il 25 maggio ho parlato con la Mobile, il 26 è stato ascoltato il giornalista a cui avevo chiesto consiglio, Giacomo Amadori, in seguito mi aspettavo che sarebbe stato chiamato anche Corona. Non è successo e gli inquirenti avranno i loro ottimi motivi.

Giuliana Sias
Giuliana Sias

Continua la maestrina: "Dal punto di vista giornalistico quella di Pisto non è di sicuro un'inchiesta investigativa condotta sotto copertura visto che tutte le persone che incontra in questa vicenda conoscono quale sia il suo ruolo". Ok, e quindi? Qualcuno ha mai parlato di un'inchiesta sotto copertura? No. Ma andiamo avanti: "Semmai andrebbe ritenuto lesivo della sua credibilità professionale il fatto che personaggi ambigui pensino di potersi rivolgersi a lui per piazzare dei documenti sottratti illegalmente all'Arma dei Carabinieri. Ritengo deontologicamente contestabile anche l'idea di «rubare ai ladri», cioè di installare sul proprio computer un programmino che consenta di copiare di nascosto gli oltre 700 file riguardanti la cattura di un boss mafioso. Perché al giornalista è chiaro che i documenti siano coperti da segreto e gli è anche chiaro, fin da subito, che la loro provenienza sia illecita: Randazzo spiega immediatamente che «arrivano da amici del Ros». Pisto dal canto suo invece dichiara di aver voluto comunque entrare in possesso di quei file «in modo tale da poterli visionare e controllare meglio»”. In questo passaggio ci sono due cose che denotano scarsa abitudine di Sias al lavoro "sporco" delle inchieste.

1) Qualsiasi giornalista che si occupa di cose delicate ha a anche fare con personaggi che possono essere ritenuti discutibili. Giovanni Porzio (Giuliana, lei sa chi è Giovanni Porzio?), in una lezione di giornalismo (una lezione seria, quella) disse a me e ai miei compagni di master: se qualcuno analizzasse la mia rubrica telefonica penserebbe che io sono il peggior criminale in circolazione. Porzio (le risparmio la fatica) era il miglior inviato di guerra di Panorama, parlava con terroristi, capi di forze militari clandestine, agenti segreti e presunti tali, e io non posso parlare con Corona? Corona non può essere una delle mie fonti? E in base a quale suo tribunale morale? Al netto del fatto che Corona continui a collaborare con svariate testate giornalistiche e svariati giornalisti, non sono certo l'unico.

2) Certo, mi sarei potuto accontentare del fatto che stavano provando a vendermi quei documenti e pubblicare questa notizia immediatamente. Ma anche qui, in base a quale tribunale morale e giornalistico sostiene che sia sbagliato approfondire? Approfondire e maneggiare notizie delicate fa parte del mio lavoro. Non credo del suo, come dimostra il passaggio seguente: "Sempre al fine di capire qualcosa di più e di conoscere meglio Randazzo, Pisto racconta di aver accompagnato in Stazione Centrale, di sua iniziativa, il consigliere comunale siciliano che si era recato a Milano per raggiungere un accordo economico con lui e con Fabrizio Corona. Ma che si sappia, ad oggi, questa trovata del cronista, pur animata dai migliori intenti investigativi, non fa parte di un lavoro giornalistico strutturato ma atterrebbe più al campo dell'improvvisazione, visto che il tragitto non sarebbe stato registrato o documentato in nessun modo. Ed è davvero strano che essendo cosciente che si tratti di una questione così delicata, un giornalista si accompagni ad un ricettatore senza poter fornire ai propri lettori prove dei loro dialoghi. Peraltro in un contesto così poco necessario, ai fini della sua inchiesta, come un giro in auto che ha tutta l'aria d'essere un gesto di cortesia". Uno: non l'ho accompagnato in auto. L'ha dedotto lei. Nel nostro lavoro dedurre, spesso, è già un errore. Due: ho passato del tempo insieme a lui, e pensi un po', ho pure continuato a sentirlo via chat e via telefono, proprio per capire meglio se era affidabile, quali erano i suoi intenti (lo sa cara che dentro Fratelli d'Italia in Sicilia e soprattutto nella zona di Trapani c'è una battaglia in corso? Lo sa che in tutta l'Ars - l'Ars è il parlamento siciliano, questo lo sa, vero? - ci sono movimenti alquanto interessanti? Ora, capisco che a lei il collegamento tra ciò che succeda nella politica siciliana e quei documenti possa sfuggire, ma a me no, quindi sì volevo approfondire anche con Randazzo e usavo questa scusa e quella di una trattativa economica per prendere tempo, capire cosa fare e studiare i documenti uno per uno. Erano più di 700, sa com'è).

Una parte del testo di Sias rilanciato dalla Lucarelli
Una parte del testo di Sias rilanciato dalla Lucarelli

Vabbè, non finisce qua la lezioncina della Sias: "In ogni caso, in base alla ricostruzione autocertificata da Pisto su MOW, sia lui che Corona sono perfettamente in sintonia circa le prossime mosse da compiere: subito dopo l'appuntamento con Randazzo si dicono che «quel materiale non ha valore», «non facciamo cazzate». Trascorrono tuttavia più di 20 giorni prima che Pisto contatti la Mobile di Palermo su suggerimento, oltre che di un collega del quotidiano La Verità che si occupa di giudiziaria, dell'avvocato di Fabrizio Corona, Ivano Chiesa. Il quale non consiglia al suo cliente di denunciare ma dispensa incomprensibilmente consigli legali all'amico del suo cliente. Così l'amico denuncia, mentre il suo cliente finisce tra gli indagati, accusato di aver tentato di rivendere i documenti acquisiti illegalmente da un militare che si chiama Luigi Pirollo e «messi sul mercato» da Randazzo. In tutto questo di giornalistico c'è poco. A meno che non si parli di un apprendista alle prime armi, uno che potrebbe essere ancora del tutto incapace e inadeguato". Alé, e qui la maestrinaggine tocca vette altissime. Perché oltre che a dare lezioni a me si spinge a darle anche all'avvocato Chiesa, uno dei più noti penalisti in Italia. Cara Sias, io non ho contattato la Mobile ma ho contattato la Procura e la Procura ha mandato la Mobile, è diverso. È diverso perché recpuerare i contatti del procuratore capo di Palermo (ha presente quanto sia importante una persona così?) non è cosa semplice, solo per avere il contatto sono passati almeno 3-4 giorni. Poi i 23 giorni si contano dal 2 maggio al 25 maggio, cioè dalla prima telefonata di Corona alla mia denuncia, ma Randazzo a Milano lo incontriamo l'8, nei giorni successivi mi sono letto i documenti, mi sono confrontato con vari avvocati e infine con Amadori. Tutto questo avviene con contatti di persona, non telefonici. Perché di queste cose si parla di persona, ci vuole tempo per spiegarsi e per capire, anche da ciò si capisce che lei è poco avvezza a questioni del genere. La superbia, cara maestrina, è il primo dei vizi capitali. Ma la perdoniamo, tranquilla. Anche se continua ad attaccarmi perché sostiene che io sono "così bramoso di diventare egli stesso una notizia da scordarsi che il suo lavoro dovrebbe essere quello di andare a cercarne una. Cercare una notizia utilizzando la miriade di strumenti che noi tutti abbiamo a disposizione per raccontare fatti di interesse pubblico in una maniera che rispetti il diritto di cronaca e assieme il codice penale, se non la dignità della nostra professione, la quale dovrebbe passare anche attraverso la scelta accuratissima delle proprie fonti". Wow, che chiusa. Che chiusa debole. Pensi, ero così "bramoso di diventare una notizia invece che cercarne una" che persino lei adesso parla della notizia in questione. Sulle fonti, poi, ho già detto: qualsiasi giornalista che fa questo lavoro ha a che fare con fonti ritenute discutibili. La stessa sua preside, Selvaggia Lucarelli (e qui mi dedico un attimo alla più famosa delle due), dovrebbe saperlo visto che anche lei, in passato, è stata coinvolta in vicende sgradevoli.

selvaggia lucarelli
Selvaggia Lucarelli
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L'apprezzamento di Selvaggia per MOW

La preside, poi, dedica una storia offendendo MOW e parlando di Corona, contro il quale in tribunale ha sempre perso e sul quale, quando ne parla sui giornali, si sbaglia spesso. Ma di questo non me ne frega granché, affari loro. Dico solo che noi su MOW non scriviamo articoli contro i nemici di Corona, anche perché i nemici sarebbero lei e basta (qualche problema di personalità multiple, Selvaggia?) e anche perché - incredibile ma vero - spesso scriviamo articoli dove la elogiamo, ma questi si vede che non le conviene prenderli in considerazione. Ah, ultima cosa, che riguarda entrambe: la maestrina se la prende con me anche per aver "rubato i file ai ladri". Dico solo che senza questo passaggio tutto il materiale trafugato dal carabiniere non sarebbe finito così facilmente in possesso della Procura e che per lo stesso principio leggo, in quella frase, una critica all'operato della preside, dato che la Lucarelli (per vicende estremamente serie o estremamente futili) in passato e ancora oggi continua a registrare video e audio senza il consenso degli interessati, che siano starlette o taxisti. Con la consueta stima, il vostro bramoso scolaretto.

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