Per parlare del magnifico Teo Mammucari partiamo da Antonio Caprarica, quindi passiamo a Rosanna Lambertucci e chiudiamo in bellezza con Selvaggia Lucarelli. Anche a ballando i fuochi d’artificio Mammucari-Lucarelli vengono alla fine. Teo Mammucari è un genio del male, l’unico che sta portando un po’ di sana e irresistibile e aperta cattiveria in questa televisione finto buonista dove l’ipocrisia e la malignità si addobbano delle più svariate forme di ipocrisia politicamente corretta (voi ancora pensate che essere politicamente corretti sia “buono”?). È un genio perché individua nell’interlocutore il centro della sua personalità e la infilza come Guglielmo Tell. Caprarica. Non è stato certo il “balli come un tronco bruciato” a far sfiorare la rissa nei camerini. Ma un’altra frase. Una frase che prende l’atteggiamento che in qualche modo qualifica il Caprarica, che per anni, da Londra, abbiamo visto con le giacche ancora imbastite che sembrava che il sarto avesse dimenticato di finirle, con colletti della camicia in stile deltaplano e con cravatte che sembravano tovaglie di un pranzo regale per 42 ospiti, annodate in dimensioni di blocco motore di un tir. A volte bisognava dirgli: “Antonio, sposta il nodo della cravatta e guardami negli occhi!”. Senza minimamente sospettare che “eleganza” in Inghilterra è “non farsi notare” (è per questo che nell’alta società vestono tutti uguali) Caprarica ha fatto, a modo suo – almeno è questa l’impressione da spettatore -, dell’eleganza la sua “cifra”, quasi la sua personalità, in maniera tale da rendere quasi inestricabile la differenza tra il suo essere più profondo e il polsetto da gemelli immenso, quasi un’arma contundente. E così Teo ha scoccato la freccia: “Sei poco elegante”. E il cervello di Caprarica è esploso. Fosse per Rosanna Lambertucci dovremmo vivere tutti 150 anni, ma senza fare niente. Centocinquant’anni di immobilità leggermente sportiva ad alimentazione controllata. Centocinquant’anni di noia e vuoto e rinuncia, accumulando giorni come punti premi al biomercatino. Andando in giro soltanto per mostrare salute e benessere. E così se ne va in giro con un metro da sarta. Lei, col metro, comprende tutto. La tua salute attuale, cosa dovresti fare per migliorarla, che stato di salute hanno le tue ossa, col metro da sarta ti misura il diabete e il colesterolo e la quantità di stress e ritenzione idrica. Il metro da sarta della Lambertucci è uno strumento infernale che vuole allungarti la vita a tutti i costi. Cosa ha fatto Teo? Ha preso il metro, si è avvicinato alla Lambertucci e le ha detto: “Ti prendo le misure o preferisci essere cremata?”. Vi rendete conto che è una delle più belle e riuscite e cattive battute mai sentita?
E veniamo alla sempre più florida Lucarelli: i vegani prendono peso, si sa, a un certo punto iniziano con le cofane di pasta e friggono tutto in pastella – non è body shaming, è dietologia. Abituata ai suoi stilemi non è riuscita a cogliere le mille sfaccettature della comicità di Mammucari, che ha tante armi quante sono le sue vittime. Le sue battute sono sempre – e qui sta il talento vero – ad personam. Non ha “tecniche”, se non la radiografia mentale (tipo Terminator) dell’interlocutore. Selvaggia Lucarelli invece, sempre più tonda (non è body shaming, è geometria), ha due stilemi di attacco, sempre quelli, che poi sono quelli del pubblico medio televisivo: il modulo moglie-marito (se parla con un uomo) e il modulo catfighting (se si azzuffa con una donna). Si muove cioè nell’ambito mentale medio della provincia italiana. Con Teo ha messo in atto, ovviamente, il modulo moglie-marito, e Teo le ha sgretolato la mente. Guardate la puntata in cui la Lucarelli usa tecniche manipolatorie standard all’interno di una coppia: frasi del tipo “ti ho conosciuto che eri un bravo comico, così ti butti via, lo dico per te”, “non devi fare dieci battute, perché te ne riesce una”, “devi limitarti”, “devi controllarti”, “devi stare al tuo posto”, “così diventi noioso, non te ne rendi conto?”, “se tu avessi la pazienza di ascoltarmi capiresti e me ne saresti grato”, “non sei sul palcoscenico di un teatro, sei in televisione, ti spiego io come stare in televisione” (come se Mammucari, di televisione, non ne avesse mai fatta) e infine il “ti stai suicidando”. Adesso, era ovvio, ma ovvio ovvio, che usare il metodo moglie-marito con Mammucari non avrebbe funzionato, ed era ovvio che la Lucarelli, che quando si fa la coda alta e riccia sembra un uovo di Pasqua (non è body shaming, è festività religiosa), si stesse lei suicidando. E infatti Teo ha individuato alla perfezione l’essenza dell’anima sempre più espansa (non è body shaming, è new age) della Lucarelli: in parole povere “io, io, io, io, io”. Ed è partito con un colpo di Rpg: “Ma io non devo rendere conto a te, ma al pubblico” e dalla volta del cranio della Lucarelli hanno iniziato a staccarsi pezzi di intonaco e calcinacci. Ma era soltanto l’inizio del terremoto.
Le scuse di Teo alla Lucarelli sono state il colpo di grazia. Teo, dopo avere innescato il cedimento strutturale se n’è andato dal luogo oramai inagibile, si è messo in sicurezza per così dire. Sapeva che da quel momento in poi la scossa non avrebbe fatto altro che ingrandirsi. La Lucarelli sarebbe stata sommersa da se stessa in quanto se stessa: una implosione, una demolizione controllata. Ecco cosa ha detto la Lucarelli a proposito delle scuse di Teo. “È stato il suo ego a chiedermi scusa, non Teo”: il lupo della mala coscienza come opera pensa. Pieno transfer inconsapevole in cui parlando di Teo parla in realtà di se stessa. “Per lui conta solo il consenso del pubblico, l’applauso del pubblico”, è un programma televisivo, di cosa gli dovrebbe fregare? Alla Lucarelli non interessa il consenso e l’applauso del pubblico? Viene giù un lampadario. “Ha chiesto scusa perché non ha avuto l’approvazione del pubblico” che invece, mi è sembrato, fosse tutto dalla parte del Mammucari quando diceva: “Ma perché mi devo limitare? Io rispondo al pubblico”. E infine il capolavoro. La volta che crolla. “Di me non gliene può fregare di meno!”. Embè? E perché dovrebbe? Dove sta scritto? È una legge divina? Una forma di passività aggressiva anche abbastanza banale. Come si permette, Teo, di non fregarsene della Lucarelli? Polvere, mattoni ovunque, frastuono, persone che corrono a cercare un riparo. In coda, Selvaggia Lucarelli che lo attacca su Instagram, riportando un’intervista a Domenica In, in cui Mammucari le rimandava indietro i tentativi di minare la sua autostima, aggiungendo il commento: “E infine il capolavoro di eleganza: mentre sei a Ballando con le Stelle, trattato come un re, dire che rimpiangi lo spirito di Tu Si Que Vales, il competitor di Ballando. In tutto questo la cosa comica è che lui è l’unico che ha litigato a Ballando quest’anno”, e Mammucari che la blocca sul social. Avete notato la frase simbolo del modulo moglie-marito quando il marito dice: “E basta”? Una mano si fa strada dalle macerie, si sente una flebile voce che sussurra: “L’ho trattato come un Re!”. Avanti con le ruspe, facciamo pulizia. Visto che succede a usare la tecnica moglie-marito con Teo Mammucari? Te becchi er divorzio. “Ma l’ho trattato come un Re!”. Sì, sì, ciao Le’, e magnate ‘sta zucchina in pastella.