Che ruolo hanno avuto gli ultras del Milan nell’organizzazione dei live di Fedez nell’estate del 2024? Da chi hanno ricevuto l’incarico? E Vivo Concerti (abbiamo scritto un articolo su questo) sapeva con chi stavano lavorando? Gli artisti come Lazza e Emis Killa, entrambi nel roster di Vivo e che per la Procura avrebbero avuto rapporti con uomini della Sud come Luca Lucci, facilitavano queste collaborazioni? Domande legittime ma che rimangono senza risposta. Anche perché né dai cantanti né da Clemente Zard, Ceo di Vivo assolutamente non indagato, sono arrivate comunicazioni ufficiali in merito. Se ne riparlerà, invece, a Lo Stato delle cose di Massimo Giletti nella puntata di lunedì 7 aprile. In particolare, saranno tre servizi di Enrico Lupino ad andare in onda. Non si tratta solo di Vivo Concerti: l’inviato di Rai 3 ha provato a contattare anche altri nomi del settore. Machete, per esempio, l’etichetta fondata da Salmo. Va detto: Machete non ha nessun ruolo in questa storia e nessuno di loro è stato citato nelle carte dell’indagine. Sembra che qualcuno abbia detto a Lupino che per capire cos’era successo prima di quelle serate in Calabria occorre contattare Vivo e Clemente Zard. Il suo nome ritorna, quindi. Avrà parlato? Come avevamo scritto, c’è un altro personaggio che sta diventando sempre più centrale in questa storia e che viene citato più volte sia dagli investigatori sia dalle persone intervistate: Islam Hagag, in arte Alex Cologno. Nelle carte della Procura si parla della sua intraprendenza e della sua capacità di tessere relazioni con uomini importanti del settore. Grazie alla presunta amicizia con “Ciccio” Barbaro (identificato come Francesco Barbaro), Hagag avrebbe potuto battere la concorrenza per l’organizzazione del live di Fedez al Calura di Roccella Jonica. La data poi è saltata per malattia del rapper che, lo ripetiamo, non è indagato in alcun modo nell’inchiesta Doppia Curva.

Un caso analogo, sempre riguardante un concerto di Fedez, si sarebbe replicato a Deliceto, città della provincia di Foggia. Il rapper si è esibito in una delle tre serate della festa patronale. Un evento finanziato con soldi pubblici, quindi. Nel cartellone del live appaiono i loghi della Why Event e di Vivo Concerti. Una pubblicità simile a quella di altre date di cui avevamo scritto. E sembra che Enrico Lupino abbia parlato con il responsabile di una delle società che contribuì ad organizzare l’evento. Un messaggio di questa persona informata potrebbe far capire qualcosa in più riguardo al ruolo del rapper nella scelta di mettere sia Vivo che la Why nella locandina. Dalla ricostruzione di Lupino sembra emergere un dato: pare che Islam Hagag fosse il referente di molti cantanti, come si capisce da alcuni messaggi vocali che verranno trasmessi in esclusiva su Rai 3. Eppure l’ultrà non aveva nessun ruolo all’interno della Why. La società, infatti, è formalmente amministrata dalle mogli di Lucci e di Matteo Norrito, quest’ultimo indicato come bodyguard da Striscia la notizia – un’informazione finora mai smentita. Com’è possibile, quindi, che Hagag fosse così attivo?

