Andrea Orcel non ha mai nascosto la sua ambizione di trasformare UniCredit in un colosso bancario europeo, e ora, con le sue mosse su Banco Bpm e Commerzbank, la partita è entrata nella fase più delicata. Il banchiere romano ha scritto agli azionisti per rafforzare il sostegno alla sua strategia, sottolineando che UniCredit è "la Banca per il futuro dell’Europa" e che l’istituto sta "offrendo l’esempio di leadership di cui l’Europa ha bisogno, puntando alla crescita strutturale del blocco continentale" (Corriere della Sera).
Ma crescere in Europa significa anche scontrarsi con una realtà complessa fatta di politica, regolatori e dinamiche di mercato. E il ceo di UniCredit sembra più che mai determinato ad accelerare.
La scalata su Banco Bpm e il nodo Anima
Il 28 febbraio si deciderà il destino dell’offerta pubblica di acquisto su Anima, una mossa chiave nel risiko bancario italiano. Banco Bpm ha alzato il prezzo dell’opa da 6,2 a 7 euro per azione e ha già ricevuto impegni di adesione per il 21% del capitale da Poste Italiane e Fsi, oltre all’1,5% dei top manager di Anima. Se l’assemblea approverà l’aumento, Banco Bpm salirà al 44,8% del capitale della società di gestione, rendendo più difficile l’acquisizione da parte di UniCredit (Morningstar).
Gli azionisti di Banco Bpm sembrano orientati a supportare l’operazione, con figure di peso come Davide Leone (5,47% del capitale) e alcune fondazioni già schierate. Anche il proxy advisor Glass Lewis ha consigliato agli investitori di votare a favore del rilancio su Anima, mentre ha espresso dubbi sull’ops di UniCredit su Banco Bpm, definendola poco interessante per i soci.
Per Orcel, però, il nodo Anima non è solo una questione di prezzo, ma anche di regolamentazione. L’istituto milanese ha sottolineato i rischi legati al Danish Compromise, il regime regolatorio europeo che consente alle banche di non dover dedurre integralmente alcune partecipazioni dal proprio capitale regolamentare. Il ceo di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, ha respinto le critiche, ma la battaglia è tutt’altro che chiusa.
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Commerzbank: Berlino resisterà alla scalata di UniCredit?
Mentre in Italia la partita si gioca su Banco Bpm e Anima, in Germania UniCredit deve affrontare un ostacolo ancora più complesso: il governo di Berlino. La banca ha già acquisito il 9,5% di Commerzbank e ha sottoscritto derivati per salire fino al 28%, ma manca ancora il via libera della Bce. E il nuovo cancelliere Friedrich Merz non sembra entusiasta dell’operazione.
Merz ha definito la proposta di UniCredit "estremamente ostile" e un "segnale devastante per la stabilità della Germania come centro industriale" (Corriere della Sera). La preoccupazione è che una banca così strategica per il sistema tedesco finisca sotto il controllo di un gruppo straniero. Tuttavia, Orcel potrebbe giocarsi una carta diversa: se la scalata dovesse rivelarsi troppo complicata, potrebbe optare per un’uscita strategica con una plusvalenza di oltre 700 milioni di euro, reinvestendo altrove, magari proprio su Banco Bpm o Generali.
Unicredit e il futuro dell’Europa bancaria
Il messaggio di Orcel agli azionisti è chiaro: UniCredit è in una fase di "accelerazione" e vuole diventare "la banca più Shareholder-friendly d’Europa". I numeri sono dalla sua parte: "Negli ultimi quattro anni, abbiamo generato un Total Shareholder Return del 513%, superando i nostri competitor europei di quattro volte" (Corriere della Sera). E non solo: il 2024 ha segnato il sedicesimo trimestre consecutivo di crescita redditizia, con ricavi netti a 24,2 miliardi di euro e una distribuzione di utili ai soci per 9 miliardi.
Ma la domanda è: i grandi fondi internazionali continueranno a sostenere questa strategia? Per ora, i numeri premiano Orcel, ma le prossime settimane saranno decisive per capire se UniCredit riuscirà davvero a imporsi come il nuovo polo bancario europeo.
E se il voto degli azionisti dovesse riservare sorprese? Il risiko bancario italiano ed europeo è più incerto che mai, e il futuro di UniCredit dipende ora da un delicato equilibrio tra operazioni di mercato e politica internazionale.
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