L’ambizione di Andrea Orcel, amministratore delegato di UniCredit, sembra non conoscere confini, ma si scontra con muri sempre più alti. La scalata a Commerzbank, uno dei gioielli del sistema bancario tedesco, si intreccia con la politica nazionale ed europea, mentre l’Ops su Banco Bpm accende dibattiti altrettanto accesi. Uno scenario in cui diplomazia, interesse nazionale e strategie di mercato si fondono in una partita tanto cruciale quanto complessa.
La condotta “opaca” e le tensioni con la Germania
Non è passato inosservato l’affondo del ministro delle finanze tedesco, Joerg Kukies, che, a margine dell’Eurogruppo a Bruxelles, ha definito "non trasparente, molto opaca" la condotta di UniCredit nella vicenda Commerzbank. Kukies ha sottolineato come il governo tedesco sia contrario ad acquisizioni "ostili" per banche di rilevanza sistemica, ribadendo che il caso Commerzbank è ben diverso da operazioni precedenti come l’acquisizione di HypoVereinsbank nel 2005.
La posizione tedesca sembra rafforzarsi dopo l’incontro tra Kukies e il ministro italiano dell’economia, Giancarlo Giorgetti, che ha parlato di "vedute condivise" sulla salvaguardia dei risparmiatori e sul comportamento di UniCredit. Anche in Italia, l’Ops su Banco Bpm non è stata accolta senza riserve: Giorgetti ha ricordato come "ogni operazione va comunicata e concordata", lasciando aperta la possibilità di esercitare il golden power.
Orcel difende il piano: “Un’opportunità per tutti”
Nonostante le critiche, Orcel non arretra. "Credo che l’operazione Commerzbank sia eccellente per la Germania, per entrambe le banche e per gli azionisti", ha dichiarato al World Economic Forum di Davos. Eppure, il ceo di UniCredit riconosce che il progetto è attualmente in stallo, in attesa delle elezioni tedesche. "Le fusioni hanno senso solo alle giuste condizioni, altrimenti meglio stare alla larga", ha aggiunto, sottolineando che l’operazione deve generare valore, non solo per UniCredit ma anche per i clienti e i dipendenti delle banche coinvolte.
Sulle polemiche riguardo alla trasparenza, Orcel ha replicato che UniCredit è stato "il miglior offerente" per la quota di Commerzbank e si è detto fiducioso che un confronto con il nuovo governo tedesco possa portare risultati positivi.
Banco Bpm: un altro fronte caldo
In parallelo, la situazione in Italia si fa sempre più intricata. L’Ops su Banco Bpm, intersecata alla questione Anima, è vista da Orcel come un’occasione per creare sinergie e rafforzare UniCredit sul mercato domestico. Tuttavia, il governo italiano e Banco Bpm sembrano muoversi in direzioni opposte. Giorgetti ha più volte ribadito l’importanza della concorrenza nel mercato bancario, mentre Banco Bpm ha annunciato strategie per aumentare la propria redditività, rendendo la scalata di UniCredit ancora più costosa.
Un futuro incerto, ma ambizioso
Orcel rimane ottimista. Ha previsto una crescita di UniCredit del 50% entro il 2025, grazie a operazioni di M&A. Ma ha anche ribadito che non concludere un’operazione "alle condizioni sbagliate" non è un fallimento. "La nostra offerta presenta un premio del 15-20% rispetto al prezzo indisturbato. Ora vedremo i numeri e cosa succederà", ha dichiarato, riferendosi a Banco Bpm.
La posta in gioco è alta, e il risiko bancario tra Germania e Italia è tutt’altro che concluso. La questione non è solo economica, ma anche politica: i governi vigilano su operazioni che potrebbero ridisegnare il panorama finanziario europeo. Orcel, intanto, continua a giocare la sua partita, convinto che il futuro passi attraverso una visione globale e una capacità di adattarsi alle sfide del momento. Ma riuscirà UniCredit a chiudere il cerchio? E a quale costo?