“Se prescrivo psicofarmaci? Non lo faccio da 40 anni. E non domando mai al paziente di parlarmi del suo passato. Preferisco chiedergli un ricordo felice dell’infanzia: soffriamo perché ci siamo distaccati da quel bimbo. Se stai male, non fare nulla: accogli il male”: parole dello psichiatra e psicoterapeuta Raffaele Morelli, che ha compiuto 76 anni. Un professionista che incontra 4-5 pazienti al giorno (non tutti i giorni); “per la psicoterapia di gruppo 22 a settimana; per quella online da 200 a 300 una volta al mese”. Insomma, l’esperienza c’è. E questa si fonda anche sullo studio di conoscenze antiche: “Se vai da uno psicoterapeuta e sulla sua scrivania non trovi testi che parlino dei cinesi, dei taoisti, dei saggi greci e romani, fuggi: significa che vuole curarti con il pensiero moderno. Il peggiore per sanare l’anima”. Da qui l’esclusione dei farmaci dalle terapie. Il disturbo più diffuso? “L’ansia. Tentativo dell’inconscio di portarti a un sapere superiore che non vedi, energia vitale che irrompe” e gli attacchi di panico, “Dai 14 ai 25 anni il suicidio rappresenta la seconda causa di morte. I giovani vivono ancorati a Internet tutto il giorno, nei social diventano i robot degli altri”. E sulle ragazze che decidono di ricorrere alla chirurgia estetica a 18 anni ha un’opinione netta: “Se cambi il volto, modifichi l’immagine che avevi al momento in cui fosti concepito. Non ti piaci? Non potrebbe capitarti di meglio. La bellezza è un veleno. Non si vive nel giudizio degli altri”.
“Sa chi è più infelice dopo i 40 anni? Le donne belle. Non ricevono più complimenti”, ha aggiunto Morelli nell’intervista al Corriere della sera. Il fraintendimento, poi, è sulla tristezza, qualcosa che tendiamo a scacciare ma che per lo psicoterapeuta è “santa”: “Smettila di pensare che il malessere derivi da ciò che ti è capitato. No, stai solo cercando qualcos’altro. ‘Abbi fede’, esortano i cattolici. È la psicologia del miracolo”. E si chiede come si faccia a non credere in Dio, sottolineando come “le civiltà dove si è smarrito il divino si sono riempite di droghe, di alcol, di suicidi. Se c’è una cosa che la mia professione mi ha insegnato, è che noi siamo un mistero. Ebbene, lo abbiamo ucciso”. Poi l’insegnamento di Vasco Rossi: “Mi ha dato un consiglio: ‘Cerchi una serata divertente? Va’ a cena con una donna. Ma se vuoi ridere per davvero, stai ad ascoltare un bambino’”, e il ricordo di Maurizio Costanzo, che sentiva tutte le settimane, “Dieci giorni prima di morire ancora fantasticava di nuovi progetti. Era rimasto il bambino che fu”. Sulla rivista Riza (omonima dell’istituto fondato da Morelli) si diceva che il tradimento fosse salutare per la coppia, seppur non sia “un imperativo. Ma se in una coppia l’eros si spegne, si riaccende altrove”. E sempre secondo Riza 8 italiani su 10 provano “Rancore, violenza, invidia, cattiveria”, i prodotti delle “scorie” dell’anima, che hanno causato il boom del consumo di psicofarmaci: “Oggi 12 milioni di italiani li assumono regolarmente: 5 per la depressione, 2 per l’ansia, 1,5 per gli attacchi di panico, 3,5 per le malattie psicosomatiche”. Tra i giovani, poi, c’è la questione del sesso e della sua degradazione in performance, e dell’obesità: “Mangiamo troppo perché siamo insoddisfatti. E spendiamo 136 miliardi di euro l’anno nel gioco d’azzardo”. Una possibile soluzione a tutto questo? “Ci salverà la natura, la radice, in greco ‘riza’”.