Andrea Scanzi è stato ospite del podcast “Il bazar atomico”, e i primi minuti sono per forza di cose dedicati alla sua “autostima elefantiaca”, che poi è il requisito fondamentale per fare il suo mestiere, dalle dirette social ai teatri: “Ci gioco sopra”, spiega, “a differenza di altri colleghi che sono molto più egocentrici di me anche se non lo danno a vedere”. Non ci è dato sapere chi, anche se di qualche collega parla. Giuseppe Cruciani, per esempio, sul quale aveva già detto cose non troppo carine, compreso un dissing sulla giacca. Questa volta però sembra riabilitarlo: “La Zanzara è un meraviglioso teatrino, per me è un capolavoro. Cruciani e Parenzo sono due fratelli, e lo capisci che sono in una gag continua”. Poi si passa alla politica, con l'immancabile Giorgia Meloni, alla quale Scanzi ha dedicato anche un libro intitolato “La sciagura”. Il suo giudizio però è meno negativo di quanto si potesse immaginare. “Ho fatto un pranzo con Giorgia Meloni, eravamo dieci, undici persone. C'erano anche Andrea Giambruno e la figlia piccola. È una persona anche simpatica. Una volta, quando mio padre stava male, mi telefonò con grande affetto. Non è una persona brutta”. Una bella persona, ma anche una brava presidente? Ovviamente no, secondo Scanzi, perché se è vero “che il suo governo durerà cinque anni, e questa è anche una cosa positiva perché garantisce una certa stabilità, se io ho un governo mi fa schifo per cinque anni non posso esultare. Io per cinque anni avrò ministri come Santanchè, Valditara, Crosetto, Piantedosi eccetera. Sentirò sempre certi toni, certe visioni della vita o dei diritti e continuerò a combatterli. Se fosse durato Hitler cinque anni, non è che avrei detto: che spettacolo, siamo stabili”.
Fallacia logica di riduzione ad Hitler? Solo di passaggio, perché poi Scanzi precisa immediatamente: “Non è il caso della Meloni, ho fatto un'estremizzazione”. Comunque alla premier Scanzi riconosce l'onore del vero nemico, tanto che, a differenza di Renzi e Salvini, non l'ha chiamata cazzara nel libro che le ha dedicato. “Giorgia è molto più brava di Salvini e Renzi, non ci vuole molto. È una che sa lavorare. Non è un genio, non è la Thatcher, ma svetta sull'opposizione e anche sulla maggioranza. Se la sinistra pensa di poterla sconfiggere dicendo che è brutta, che è fascista, questa dura altri cinque anni com'era successo con Berlusconi”. Ma la verve polemica più genuina di Andrea Scanzi si sfoga, ormai lo conosciamo, sul terreno musicale. A partire dalla famosa rissa con Pau dei Negrita: “Ero in discoteca, stavo per concretizzare con una ragazza tra l'altro. Vedo arrivare sto colosso di due metri, è molto più alto di me. Io poi all'epoca non ero facinoroso come adesso, ero pacifista. Adesso magari finirebbe diversamente”. Comunque lui era incazzato con Scanzi per delle recensioni negative, e quando lo vede gli “infila due dita negli occhi”.
Ricordi a parte: Sanremo si avvicina, e non mancano i commenti sui cantanti. Sappiamo già che Scanzi, in musica, è reazionario. Infatti, su Achille Lauro si parte già con una sentenza netta: “Non mi piace, lo trovo finto, senza talento, pleonastico, un gran furbacchione. Quando lo sento paragonare a David Bowie metto mano alla fondina”. Francesco Gabbani? “Da sei meno”. Rkomi? “Non so chi sia”. I Modà? “Not my cup of tea”. Rose Villain? “Mi sa di artefatto, e fa un tipo di musica che non mi arriva. Non so, sarò io che sono boomer”. Brunori è “la classica quota di qualità che c'è a Sanremo. Bravo”. Irama: “Mai capito quali doti abbia per avere tutto quel successo, ma sbaglierò io”, dice Scanzi. Emis Killa “non è il peggiore ma mi dice poco”, Sarah Toscano? “Non so chi caz*o sia”. Su Fedez invece Scanzi racconta che erano amici quando era famoso “ma non ancora troppo, verso metà degli anni Dieci. L'ho sentito anche quando si stava separando da Chiara Ferragni. Mi dispiace perché ora lo vedo un po' nervoso, un po' fuori fuoco. Frequenta persone sbagliate, non so. Spero che stia bene. La sua Battito non sta piacendo nemmeno a chi l'ha ascoltata, ma gli auguro ogni fortuna”. Cristicchi è bravo, Joan Tiele idem con Rkomi e Sarah Toscano, ma i The Kolors? “Se dovessi comprare un loro disco fatemi un Tso”. Bresh? Un altro grande sconosciuto per Scanzi. Immancabile il commento su Tony Effe: “Il grado zero della musica”, anche se il potere non deve mai decidere cosa dire nella canzoni. Giorgia? “Lo dico con tutto il rispetto: una voce un po' sprecata”. Qualcuno gli risponderà?