Come sono andate le Olimpiadi di Parigi? La cerimonia di apertura avrebbe teoricamente dovuto spiazzare la platea internazionale, e invece è stata per lo più subissata da critiche. L'organizzazione, almeno a giudicare dalle testimonianze della maggior parte degli inviati nella capitale francese, ma soprattutto degli atleti, è stata un mezzo flop. Certo, non ci sono stati attentati né la furia delle sempre delicate banlieue – le stesse che pochi mesi fa avevano messo a ferro e fuoco il Paese – ha travolto la fiaccola. Eppure, non sono mancati episodi controversi, tra furti inspiegabili tra gli atleti nel Villaggio Olimpico e un misterioso attacco hacker alla vigilia dell'inizio della competizione. A proposito del Villaggio Olimpico, le misure green non hanno convinto gli sportivi, costretti a dormire su letti mediocri e senza aria condizionata. E la Senna? Qui si apre un capitolo a parte che chiama in causa i costi: la Francia aveva investito 1,4 miliardi di euro soltanto per ripulire il fiume e modernizzare il sistema fognario, creando due reti distinte per gli scarichi provenienti dagli edifici e per l’acqua raccolta durante le piogge. Missione ovviamente fallita, dati i malesseri che hanno colpito i nuotatori.
I Giochi si sono svolti a Parigi ma sembrava quasi di essere in Italia: gaffe all'ordine del giorno, critiche mascherate dai media locali, imbarazzo generale nel provare a giustificare scelte incomprensibili (come quelle, ne abbiamo parlato qui, alla base del citato Villaggio Olimpico). E poi il clamoroso capitolo dei costi. Emmanuel Macron doveva spendere 6,6 miliardi di euro, ma il budget iniziale – come spesso capita in casi del genere, va detto – è salito a 8,8 e poi a 10 miliardi. Il punto è che il capo dell'Eliseo ha dato la sensazione di far coincidere la sua immagine con il successo (in realtà molto artificiale) delle Olimpiadi, e dunque simili svarioni non possono essere ignorati. Il Council of Foreign Relations ha provato a elogiare Parigi spiegando che quella francese è stata l’edizione più economica dopo il 2008, visto che i giapponesi avevano speso 13,7 miliardi di dollari, i brasiliani, 23,6 miliardi (la cifra più alta mai spesa per i Giochi estivi) e gli inglesi, invece, 12 anni fa, 16,8 miliardi. Il punto è che la Francia non ha organizzato tutto nel bel mezzo di una pandemia come ha fatto il Giappone, né è un Paese in via di sviluppo come il Brasile. Parigi aveva tutto pronto: strade, impianti, strutture. Ha comunque speso un'ingente quantità di denaro e ha dimostrato – si veda il caso della Senna – di aver fallito la missione.
Il risultato è che Macron ha sfruttato le Olimpiadi per fini elettorali. Ha strizzato l'occhio al movimento green salendo sulle spalle dei poveri atleti e lasciando intendere di aver ripulito la Senna; ha fatto altrettanto prezzolando i più nazionalisti, evidenziando la sicurezza di Parigi e la grandeur del Paese; ha teso la mano al movimento Lgbtq+ con un'apertura a dir poco clamorosa (in senso negativo del termine). Il governo alla fine ha sborsato 4,5 miliardi per strutture e nuove sedi, e altri 4,4 miliardi per “spese operative” come ospitalità e reti di trasporto. Le stime ipotizzavano benefici economici fino a 10 miliardi di euro. Ci sarà tempo per fare questi conti. Non c'è più tempo, invece, per i conti (politici) che Macron, prima o poi, dovrà fare con i francesi.