L’inizio del documentario in due puntate, Kevin Spacey: dietro la maschera, ripropone la prima scena di House of Cards: Frank Underwood ha appena sentito un rumore fuori da casa sua. Un cane è stato investito. “Se c’è una cosa che non sopporto è il dolore inutile, quello che non fa crescere”, dice. Meglio, dunque, che il cane muoia. Ma l’indagine ricerca un inizio ancora precedente, per capire l’origine profonda di alcuni comportamenti di Spacey e il caso legato ai presunti abusi su vari collaboratori nel corso degli anni. La voce da sentire, quindi, è quella di suo fratello, Randall “Randy” Fowler (Kevin ha cambiato il cognome proprio per prendere le distanze dalla sua storia familiare). Un personaggio eccentrico, vestito con una giacca blu molto lunga, i polsini larghi con i gemelli e i capelli pettinati all’indietro. Randy lavora come sosia di Rod Stewart e guida limousine. Da tempo, almeno sembra, ha fatto i conti con il passato. E con gli abusi subiti. In Dietro la maschera, infatti, racconta della violenza sessuale subita dal padre a soli quattordici anni: in realtà, il primo racconto risale al 2004, quando Randy parlò della famiglia come di un “inferno sulla terra”, rivelando anche che il padre era un “nazista stuprato*e di bambini” e “negazionista dell’Olocausto”. In un’altra intervista, poi, definì il fratello come addirittura peggiore del genitore: “È ancora peggio perché aveva ricchezza e potere: con queste cose si ottiene molta influenza”. Nel documentario appena uscito in Italia su Discovery+, però, i giudizi morali sono lasciati in disparte. Fowler non nega che Spacey abbia subito dei grossi traumi (seppur mai dovuti a violenza fisica), e che questi abbiano lasciato dei segni nella sua psiche. Un’infanzia “non normale” che, ovviamente, non giustifica i suoi comportamenti. A dire la verità molti degli intervistati non valutano le azioni di Spacey come reati, o almeno non solo: la parola che sentiamo più spesso è “disgustoso”. La cosa peggiore è appunto quella di aver dovuto cedere, nella speranza di ottenere un vantaggio. Tra le testimonianze, alcune risalenti agli anni Ottanta, c’è chi ricorda la “masturbazione durante una proiezione di Salvate il soldato Ryan”, chi invece ricorda regali costosi e workshop dedicati agli studenti che si trasformavano in un “sondaggio” per il giovane più attraente. Tutti d’accordo su un punto: quando si incontra una persona con quel potere è difficile opporsi.
In un’intervista di pochi giorni fa a Piers Morgan Uncensored, Kevin Spacey ha detto di non avere più soldi per pagare l’affitto e i suoi debiti: “Non so più dove andrò a vivere. Devo tornare a Baltimora e mettere tutte le mie cose in un magazzino. La casa è stata messa all’asta”. Ha comunque ammesso di aver toccato “sessualmente qualcuno in un modo che all'epoca non sapevo non sarebbe stato gradito”. Di certo, l’uscita di Kevin Spacey: dietro la maschera non faciliterà l’empatia nei confronti dell’attore. Tantomeno questo è l’obiettivo di suo fratello Randy, che sulla sua vita ha anche scritto un libro: “Voleva che tutti pensassero che avesse avuto un'infanzia travagliata, mentre in realtà era un mammone coccolato”. Un giudizio quantomeno mitigato nel documentario. “La recitazione per lui (per Spacey, ndr) ha rappresentato una via di fuga dalla sua famiglia”, lo sentiamo dire. Randy si è nascosto dietro ai suoi vestiti, alle imitazioni di Rod Stewart. “Il senso del libro è calciare più forte, urlare più forte e graffiare più a fondo. Qualcuno vi sentirà. Uscite dalla vita nell'ombra e rompete le catene del silenzio e della vergogna dell'abuso”, aveva detto in occasione della pubblicazione. Suo fratello, invece, ha continuato a indossare una maschera che l’ha portato a vincere due premi Oscar, prima dello scandalo. Randy si è detto ancora disposto ad aiutarlo: “Posso aiutare Kevin, so cosa ha fatto e posso aiutarlo, non deve umiliarsi, la mia porta è sempre aperta”. Spacey è stato scagionato da tutti e nove i processi che lo vedevano accusato di violenza sessuale. La sua immagine, però, per il mondo del cinema, difficilmente potrà essere riabilitata. E anche Randy Fowler non ha intenzione di dimenticare il passato.