Fulvio Macciardi sta facendo il giro, letteralmente. Dal giorno del suo insediamento il nuovo sovrintendente del San Carlo ha visitato gli uffici della Fondazione facendo domande e chiedendo chiarimenti. Pare che, almeno in via ufficiosa, abbia bloccato i risultati di un recente concorso e che non tutti i dirigenti siano esattamente i benvenuti. Evidentemente la strategia del silenzio non funziona più. Per i primi mesi della nostra inchiesta la linea della dirigenza è stata il “no comment”. Ogni volta che abbiamo tentato di metterci in contatto con i diretti interessati, nessuno ha voluto replicare. Poi ad agosto Macciardi è stato scelto come Sovrintendente dal Consiglio d’Indirizzo, facendo scattare d’ira il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, che forse aveva immaginato di piazzare qualcuno dei suoi a capo di una delle realtà culturali più importanti di tutta la regione. I nomi a cui aveva probabilmente pensato, però, sono finiti nella nostra inchiesta, a partire dai bracci destri dell’ex sovrintendente Stephane Lissner, Emmanuela Spedaliere e Ilias Tzempetonidis (Direttrice generale e Direttore casting).
L’arrivo di Macciardi non è stata l’unica bomba di questo periodo. Tenuti al corrente di ogni nostra scoperta, la Procura di Napoli guidata da Nicola Gratteri ha scelto di avviare un’indagine, parallela a quella della Corti dei conti, attenzionata dal magistrato Catello Maresca, ora in consiglio comunale all’opposizione ed ex candidato sindaco del centrodestra a Napoli. Iinutile dire cosa questo abbia generato: persone in lacrime nei bagni della Fondazione, confessioni depositate in procura (tre persone) e almeno un avviso di garanzia inviato a qualcuno all’interno dell’ente lirico-sinfonico. Il castello, insomma, sta crollando. E Macciardi sembra voglia agire dove la legge, per svariati motivi, non arriva: molte delle nomine controverse e delle scelte fatte in questi anni, infatti, sarebbero perfettamente legali, anche se evidentemente controverse e poco chiare.
Ma non a tutti sta bene come Macciardi ha deciso di iniziare il suo mandato. Qualcuno, in più di un’occasione, avrebbe usato questa frase: “Sono entrata da padrona, mica posso uscire da cameriera”. Indovinate chi? Il riferimento è alla minaccia di “spoil system” che il giorno del suo insediamento l’ex sovrintendente del Teatro comunale di Bologna avrebbe paventato. Un’operazione, la sua, che potrebbe cambiare i ruoli di molte figure che sono finite nella nostra inchiesta e che in questi anni hanno goduto di compensi alti, spesso considerati poco regolari anche dal Ministero dell’Economia (Mef). Le storture sono anche di ordine “figliettistico”: l’attuale direttore artistico delle Officine Vigliena, per esempio, è il figlio della Direttrice Generale Spedaliere. Per alcune delle persone coinvolte, inoltre, c’è già aria di “pensionamento anticipato”.