Trasmesso per la prima volta nel febbraio 2025, per l'estate 2025 Rai 1 rispolvera Califano, il biopic intepretato da Leo Gassmann. Venti anni di storia del Califfo tra Roma e Milano, dalle strade della Dolce Vita all'industria musicale, tra poesia, amori, cadute.
Il Califfo è stato un personaggio contradditorio: trasgressivo, romantico e disincantato. Del resto, basta leggere la sua biografia: un bambino che nasce in volo su Tripoli, in aereo, come può essere destinato a una vita come tante? Le avvisaglie erano già tutte lì: nel suo battesimo al mondo.
Il Califfo è stato questo per tutta la vita: un personaggio imprevedibile, senza briglie. Il Califfo, neanche a farlo apposta, non è quello raccontato dalla Rai.

Con il bel volto pulito di Leo Gassmann, il Franco Califano made in Rai è esattamente un personaggio che, al contrario di quello vero, può essere ingabbiato in una definizione: quella dell'artista tormentato un po' ombroso.
Il Califano di mamma Rai inciampa, ma non si capisce bene perché: la galera gli piomba addosso non si sa perché, la cocaina sembra che non l'abbia mai sentita nominare, le frequentazioni criminali non pervenute. La tanto sventolata passione per il gentil sesso, le migliaia -a suo dire- di avventure svaniscono: Il Franco Califano di Rai 1 è, tutto sommato, un bravo ragazzone che cerca l'amore. Uno che urla disperato il nome dell'amata da dietro le sbarre.
Gassmann junior, che a suo modo se la cava, ha una pura ammirazione per il Califfo: se l'è studiato, e si vede. In compenso lui che è figlio, financo nipote, d'arte, non ha niente della veracità, della fame di vita di chi, come Califano, si è dovuto conquistare tutto. Leo Gassmann, in confronto, è un principino travestito da Franco Califano: con l'accento romano, la camicia sbottonata fino al bottone giusto, ma gli manca la ruvidità del Califfo. Un Franco Califano più da Tale e Quale Show, che da biopic.

Come tutti i biopic poi, anche questo Califano non sfugge alla dura legge del minutaggio: tanti avvenimenti, condensati in poco tempo. Vent'anni di vita, in più così intensa, riassunti in nemmeno due ore di film per la tv, inevitabilmente finiscono per non rendere giustizia al personaggio. Ma qui il problema non è tanto la velocità con cui Califano passa dal vendere aspirapolveri a incontrare Edardo Vianello: il problema è che la Rai ha scelto un personaggio controverso per poi ripulirlo dei suoi eccessi e delle sue contraddizioni. E va bene che nella vita reale Franco Califano poi venne assolto con formula piena, ma non si possono ignorare le ombre dell'amicizia con il malavitoso Francis Turatello. Così come non si può lasciar correre in maniera tanto indolore un'esperienza come quella del carcere, passata nella narrazione quasi fosse acqua fresca.
Franco Califano non ha mai nascosto niente, il pubblico lo ha amato nonostante, e forse proprio per, questo. Anzi: Franco Califano, che tutto era tranne perbenista, ha reso le sue debolezze il proprio tratto distintivo. Perché secondo Califano, lo sappiamo, tutto il resto era noia: Rai, aveva ragione lui.
