Cronache di truffatori, veri o presunti. Cronache di venditori di panciere dimagranti o di prodotti finanziari. Cambia poco. Ciò che conta è la storia. Alessandro Proto aveva convinto tutti di essere un imprenditore di successo, di aver fatto affari con George Clooney e Brad Pitt, di essere proprietario di quote in Fiat, Mediaset, Unicredit, Mediobanca e Generali. “Avevo capito come apparire agli occhi delle persone. A 22 anni ho aperto la mia prima agenzia immobiliare. Il motto è: ‘Non serve fare, basta raccontare e far credere’”, racconta Proto. Il 28 aprile su Sky Crime e Now verrà trasmesso il docufilm L’impostore — La storia di Alessandro Proto, scritto da Marco Tursi ed Egilde Verì. Cresciuto a Lambrate e poi trasferitosi da una zia in Val Seriana, Proto inizia vendendo enciclopedie porta a porta. È il migliore, sempre vestito elegante, sempre impeccabile. “A fine 2009 Clooney stava con la Canalis e voleva vendere Villa Oleandra. Ebbi un’intuizione, chiamai un giornalista del Corriere della sera. Mi fece domande, non risposi. Il giorno dopo mi ritrovai su una pagina intera”. La Proto Group apre così il primo ufficio in Galleria del Corso, con vista sulla Madonnina.

Nel 2012 Alessandro Proto esplode mediaticamente: annuncia di aver comprato il 2,8% di Tod’s e di candidarsi alla presidenza di Unicredit. A ottobre di quello stesso anno afferma di aver radunato investitori per acquistare Rcs. Ma Riccardo Staglianò di Repubblica smonta la favola: “Faccio una ricerca: le prime tre persone non esistevano, le altre non hanno mai risposto”. Staglianò aggiunge: “Proto ha la terza media, è figlio di un’infermiera e di un padre che ha avuto problemi con la giustizia”. La parabola discendente è inevitabile. Proto truffa una donna malata di cancro e un piccolo imprenditore padovano, a cui promette aiuti finanziari attraverso il fantomatico fondo Caronte. L’imprenditore disperato racconta: “Mi hanno pignorato la casa dove vivevo con la mia famiglia”. Proto decide persino di candidarsi alle primarie del Pdl, ma pochi mesi dopo viene arrestato per truffa. Il docufilm L’impostore ricostruisce questa incredibile vicenda. Andrea Sceresini, giornalista, raccoglie la voce di Proto attraverso messaggi vocali e incontra Greta, una sua ex collaboratrice, che ricorda: “Alle riunioni spiegava come si diventa venditori. Tutto era illusione”. Il giornalista Gianni Barbacetto, sul Fatto Quotidiano, scrive: “Lui è un impostore, ma i giornali fanno bruttissima figura”. Dopo aver scritto che Proto era un millantatore, Barbacetto viene minacciato: “Mi dia qualche settimana che mi compro il giornale e la metto a pulire i cessi”, gli scrive Proto. La sua ex fidanzata rivela un altro aspetto della sua doppia vita: “Alla fine si sarà inventato 15, 16 identità. Mi rendo conto della follia e gli scrivo una mail: ‘Dimmi solo perché l’hai fatto’. Mi risponde: ‘Se dovessi capire davvero impazziresti’”.
