Molti l’hanno scoperta anni fa, quando Achille Lauro e Boss Doms l’hanno portata alla ribalta con una versione rimaneggiata del suo brano “Carillon”. Poi c’è stato “Amici” dove è stata eliminata a un passo dal serale, nell’edizione che poi ha vinto Sarah Toscano. Nahaze però, che è intelligente non solo di nome, si chiama Nathalie Intelligente, infatti, è un talento poliedrico che mal si combina con l’ambiente televisivo, in cui la sua indole critica e rispettosa non le garantisce spazio. Dopo un anno sabbatico e cambiamenti importanti, finalmente è pronta per mostrarsi al suo meglio. L’abbiamo incontrata in Duomo a Milano poco prima dell’uscita del suo ultimo singolo “Burnout”, ecco cosa ci ha raccontato.

Hai iniziato questo nuovo percorso con il singolo “Tanto da fare” in cui dici “Ho tanto da fare, non mi stressare”. Significa che in questo momento sei piena di impegni?
In realtà il “non mi stressare” non è dovuto alle cose che ho da fare, è più una mentalità, quella di concentrarmi su me stessa, sono impegni che mi sto creando io. Ho delle cose che devo fare che sono più importanti in questo momento; quindi, sono io che dico “non mi stressare”, nel senso “non mi distrarre” perché devo stare focalizzata.
Il singolo appena uscito invece si intitola “Burnout”, che in ambito clinico descrive uno stato di esaurimento lavorativo. C’è un legame con lo stress di “Tanto da fare”?
Si. Lo definisco un burnout di relazione però, più che lavorativo. Quando ho fatto “Tanto da fare” ero in un momento in cui mi volevo dare da fare appunto, però non mi sono impegnata troppo in altri campi. Questa cosa ha portato tante disfunzioni nelle relazioni, che andavano su e giù e quindi creavano ansie, era un po' come un burnout. Non ce l'ho avuto per il lavoro, ma per le relazioni su cui non mi sono concentrata troppo.
Il fatto che usi un linguaggio così tecnico denota una consapevolezza da parte tua e della tua generazione sulla questione della salute mentale, soprattutto per chi lavora in un settore ultra-competitivo come quello della musica. Ma tu l’hai mai sperimentato il burnout lavorativo?
Si, mi è capitato, perché sentivo di avere sempre di più da fare. Sento che noi di questa nuova generazione dobbiamo dimostrare sempre di essere sul pezzo, anche se non abbiamo granché da dire. Anche per la questione dei social, io ho passato dei periodi in cui non avevo idea di cosa postare, non avevo niente di interessante per quanto mi riguarda, eppure sentivo come se dovessi dimostrare di stare facendo qualcosa per rimanere sul pezzo, per dimostrare di essere attiva e non perdere fanbase. Non basta solo la musica in questo settore e questa cosa chiaramente mi ha mandato in burnout, molto subdolamente però, è stata più una roba di ogni giorno, a forza sentirti così poi esplodi.

Come hai disinnescato questi pensieri? C’è stato un momento in cui hai detto basta?
Sì, c'è stato. Sicuramente nell'anno sabbatico che mi sono presa dopo Amici fino ad ora. Anzi, forse quest'anno di fermo l'ho preso proprio per questo, perché avevo bisogno di ricollegare tutto, di capire dove sto andando, che progetto voglio fare, la mia musica cosa vuole dire. Perché ho sentito a un certo punto che quello che facevo era tutto inutile, cioè non stavo andando da nessuna parte. Riempivo tempi e spazi giusto per.
C’è stata una situazione che ti ha fatto pensare di mollare tutto?
Si tante.
L’ultima?
Cambiare management. È una cosa che ha fermato tanto il progetto e ha fermato anche tanto me. Il management è una cosa molto personale, perché penso che il manager debba essere in primis tuo fan.
E invece ci sono stati in questi anni degli incontri che ti hanno fatto capire che valeva la pena continuare? Qualcuno che ti ha aiutato o semplicemente ispirato?
Sì, sicuramente Lauro, con cui mi sento ancora. Lui veramente ogni volta ha delle belle parole per me. Poi Big Mama, Boss Doms, con lui ci vediamo anche per non fare niente, magari solo per parlare. Mi dà consigli, mi aiuta, mi sprona. Nei momenti in cui mi sento giù lui è proprio quello che mi chiama, quindi ho proprio scoperto un'amicizia. In generale tutti gli artisti che hanno un bagaglio di esperienze dietro, che io magari posso passare e che loro hanno già passato, mi allargano un po' gli orizzonti. Poi ad Amici ho conosciuto tanti artisti che stanno nella mia stessa barca, nel senso che sono artisti giovani. Penso che circondarti di gente che fa il tuo lavoro e che vive un po' le stesse cose che vivi tu, può veramente aiutarti, perché comunque è un lavoro molto particolare.
Con Boss Doms state anche lavorando a qualcosa insieme?
L'ho visto proprio oggi e mi ha chiesto appunto quando ci vedessimo in studio. Lavoriamo molto in fase creativa, anche per pezzi che poi non escono, però, proprio oggi è arrivata l'idea di provare a fare qualcosa per il mio progetto.
Sarebbe molto azzeccato. Invece dei ragazzi di Amici con chi hai istaurato un’intesa anche artistica?
A parte Lil Jolie che già conoscevo, sono rimasta in contatto con Ayle e Holden, abbiamo anche lavorato insieme su alcune cose. C'è proprio un'intesa sia di amicizia che lavorativa che ci ha fatti tenere insieme, anche perché Io sono stata poco nella scuola, neanche due mesi, stringere legami è stato un po' difficile.
Ti aveva voluto fortemente Anna Pettinelli nella scuola, con lei sei rimasta in contatto?
No, non l'ho mai più sentita in realtà.
Mentre con Maria de Filippi?
No, non ho più sentito nessuno.
Durante il tuo percorso hai ricevuto anche critiche negative, penso a Rudy Zerby e tu ti sei sempre messa in discussione. Ti è rimasto qualcosa?
Sì, mi sono messa molto in discussione, le critiche sono sempre arrivate sulle cover però e non sul mio pezzo, quando cantavo “Oro” ad Amici c'era sempre Zerby che diceva “Vedi così sei brava”. Uscita da lì ho ripreso in mano il mio progetto, interpretare i miei brani alla fine è quello che mi risulta più facile. Capiterà però sicuramente nei concerti di cantare con altre persone o pezzi di altri, è una cosa che si fa, anche a Sanremo; quindi, certamente le critiche mi hanno aiutato a capire come interpretare al meglio un pezzo, anche se non sempre erano costruttive. Nel momento in cui una persona lavora e poi viene demolita e non c'è un riscontro, neanche una nota positiva sul lavoro fatto, allora non c’è niente di costruttivo. Era diventato un patema per me, perché mi sono sentita come se qualsiasi cosa facessi, non serviva a niente.
Adesso che si avvicina l’estate, hai già pensato a presentare le tue nuove canzoni dal vivo?
Sì, ho delle date, appena le calendarizziamo le annuncerò su social. Sarà molto semplice al momento, solo con il dj.
Porterai anche i tuoi brani passati?
Io vorrei tornare su un palco per cantare da “Oro” in poi, ho fatto tanti singoli prima, però sono molto diversi. Rischio di salire su un palco e presentarmi prima in un modo e poi totalmente in un altro. Quando sarà tutto ben chiaro, allora lì potrò rifrescare le cose del passato.
