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Dalla pandemia alla carestia, Paolo Becchi: “Siamo in un gulag e non ce ne rendiamo conto. Verso che società stiamo andando?”

  • di Paolo Becchi Paolo Becchi

25 agosto 2024

Dalla pandemia alla carestia, Paolo Becchi: “Siamo in un gulag e non ce ne rendiamo conto. Verso che società stiamo andando?”
Verso che società stiamo andando? La risposta non è facile, ma nessuno pare nemmeno porsi la domanda. Almeno questo è quello di cui è convinto il professor Paolo Becchi: “Il controllo è totale ma non totalitario. In pratica le nostre società occidentali si stanno trasformando in sistemi centralisti e burocratici pianificati simili alla Cina di oggi o alla vecchia Unione Sovietica. Non c’è più bisogno del gulag perché il gulag è la società in cui vivi ma tu neppure te ne accorgi, perché…”

di Paolo Becchi Paolo Becchi

Verso quale tipo di società stiamo andando? Non è per niente facile rispondere a questa domanda, e la cosa più incredibile è che nessuno se la pone neppure questa domanda. I grandi sociologi o sono morti o sono troppo vecchi per comprendere quello che sta succedendo. Nel passato recente non era così. Pensate solo a Guy Debord e al suo libro La società dello spettacolo del 1967. Prima di uccidersi nel 1994 aveva scritto che i tempi erano cambiati secondo le sue idee. Aveva intuito perfettamente la tendenza alla smaterializzazione della nostra società, aveva previsto che tutta la nostra realtà sarebbe diventata virtuale. Il situazionista aveva riletto Marx in un modo del tutto originale. Altro che Althusser.

Certo dopo di lui si è parlato di società del rischio, di società multiculturale, di società della sorveglianza, di società trasparente, di società liquida, e tutte queste definizioni (ne dimentico certo qualcuna) colgono qualcosa ma Debord al suo tempo aveva colto l’essenza della cosa.

Oggi chi è andato oltre è stato Deleuze, che poco prima di ammazzarsi (anche lui stanco di vivere…) aveva posto l’accento sulla società di controllo. Nel mio ultimo libro ho cercato di sviluppare quel discorso (ma si sa oggi non legge più nessuno e in effetti il libro l’ho scritto solo per fare un po’ di chiarezza in me stesso).

La copertina di "Emergenza e controlli. Dalla pandemia alla carestia" di Paolo Becchi
La copertina di "Emergenza e controlli. Dalla pandemia alla carestia" di Paolo Becchi
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Il controllo è totale ma non totalitario. In pratica le nostre società occidentali si stanno trasformando in sistemi centralisti e burocratici pianificati simili sotto questo punto di vista alla vecchia Unione Sovietica o forse meglio ancora simile alla Cina attuale, ma senza la forma del brutale dominio che caratterizza quei modelli: statalismo onnipervasivo e società autoritaria fortemente gerarchizzata.

Ecco, oggi il controllo non ha bisogno di tutto questo. Non c’è più bisogno del gulag perché il gulag è la società in cui vivi ma tu neppure te ne accorgi perché ormai ti ci sei abituato a viverci dentro e sei convinto che nel gulag ci vivono gli altri e tu invece sei libero. E questo solo perché sei libero di scopare persino con gli alberi o con la donna robotica e di sentirti un giorno uomo e un giorno donna, o di fare un figlio tutto tuo comprando ovuli e sperma al supermercato.

Verso quale tipo di società stiamo andando? Non lo so, ma sento che non è più umana e non mi piace proprio.

Gulag oggi società
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