Ebbene, proverò a spiegare anche a chi della qui narrata vicenda nulla sa e nulla gli frega qual è il problema principale di questa storia che da giorni è la più visualizzata sui telefoni della gente cosiddetta di cultura in Italia. Perché riguarda il concetto di libertà, che dovrebbe interessare tutti. Allora, iniziamo. Esiste un festival di letteratura nel nostro Paese che si chiama Più libri più liberi. Ora, il fatto che un festival abbia un nome così brutto non sarà oggetto di questo articolo. Ne sarà oggetto quello che sta succedendo intorno alla figura di Leonardo Caffo, un filosofo che a Più libri più liberi (madonna mia quanto è brutto sto nome) è stato invitato dalla direttrice Chiara Valerio pur essendo accusato di lesioni e maltrattamenti da una donna.
Chiara Valerio chi cazzo è? Potrebbe chiedermi una come la mia compagna, che ha cominciato a leggere con una certa continuità da poco e solo grazie alla prosa di Joel Dicker, scrittore che conosce l'algoritmo perfetto per elaborare un romanzo adatto a tutti. Dicker non lo sa, ma già oggi un programma di intelligenza artificiale, anche nella versione gratuita e meno aggiornata, con i giusti prompt (le indicazioni da dare all'AI si chiamano così, in gergo) sarebbe in grado di redigere un romanzo scritto alla Dicker ma più velocemente (e almeno di pari livello) di come lo scriverebbe lui. Pure questo, però, è un altro discorso. Chiara Valerio, dicevo, è una scrittrice. Una di quelle che piace alla gente che piace, ai radical chic, agli orfani della Murgia, a cui lei appartiene, essendone stata amica (no, la mia compagna non mi avrebbe chiesto chi fosse la Murgia, sarebbe già passata a scrollare l’app di Zara). Ora, non so che cazzo le è preso, ma nell'edizione dedicata a Giulia Cecchettin di Più libri più liberi le è venuto in mente di invitare sto Caffo, un filosofo che ha scritto un pippone sull’anarchia stroncato da Camillo Langone sul Foglio (attenzione: Marta, la mia compagna, non mi avrebbe chiesto chi è Camillo Langone per il semplice motivo che lo ha visto per ben due volte: la prima, fingendo di sentirsi male, è scappata dall'aperitivo, la seconda lo ha appena salutato e poi è tornata su a casa. "Parla solo lui, è insopportabile" mi ha rimproverato). Troppo vecchio, troppo scontato, ha descritto il libro di Caffo, Langone; non lo so, non ho mai letto niente di Caffo, io, mai visto un suo video, manco sapevo che è un uomo che picchia le donne. No, aspettate un attimo. Ho sbagliato: è accusato di, ché qui ormai siamo tutti vittime della mala informazione. Ma essendo accusato secondo il tribunale dei social media e dei benpensanti borghesi dell'epoca contemporanea ha sicuramente maltrattato una donna. Caffo quindi ha maltrattato una donna (è una semplificazione Caffo - non mi querelare - una nuova figura retorica per questi tempi superficiali e inutili, tu mi capirai) ed è stato invitato da un'orfana della Murgia, una delle benpensanti borghesi dell'epoca contemporanea? Ma come è possibile? Vuoi vedere che anche la Valerio si è rotta i coglioni del politicamente corretto? Forse sì, sembra. E invece no. Perché Chiara Valerio prima cerca di difendere la sua scelta dicendo "leggerò io il libro di Caffo, vige la presunzione di innocenza", poi, alla fine, si inginocchia e come l'altra Chiara si scusa: "Ho sbagliato", comunica al suo mondino benpensante borghese politicamente corretto, un po' gauche francese un po' Tor Pignattara, nella trasmissione che per quel mondino è il punto di riferimento, il massimo del mainstream a cui tutti aspirano: Propaganda. Ha provato a pensare con la sua testa, Valerio, e l'ha subito riabbassata. Anche e soprattutto perché tutti quelli del suo circolo di amichetti hanno cominciato a rumoreggiare, fino a quando Zerocalcare, il fumettista sì, il Jovanotti di chi ama la cultura de sinistra e legge ancora Internazionale, ieri ha detto: basta, mo' a Più libri più liberi ce vado solo a fa’ il firmacopie e non per parlà de violenza con la Valerio. Boia, che casino, quel mondino lì, sempre così unito e fiero e compatto intorno all'alabastro del Pronome Neutro, vuoi vedere che a nemmeno due anni dalla morte di Michela Murgia già si sta sfaldando? E tutto questo per colpa di un invito a un accusato di maltrattamenti, anzi no, uno sicuramente violento per la logica dei benpensanti borghesi da social media?
E chi l'ha fatto scoppiare tutto sto caos? Noi di MOW. O meglio: Demetrio Marra. Demetrio Marra e MOW: è un concorso di merito. Demetrio Marra è uno da tenere d'occhio. Fa battaglie toste. Quella contro il DDL 1660 la condivido: la legge sulla sicurezza che ha proposto il governo è vergognosa, da Stato di Polizia, che tende ad abbattere anche la più minima forma di dissenso. Ne riparleremo presto. Ecco, Demetrio Marra posta una storia in cui sdegnato protesta contro la decisione della Valerio di invitare Caffo. Noi, che conosciamo le logiche di quel mondino e che quindi sappiamo come mandarlo in cortocircuito, facciamo da cassa di amplificazione. Repubblica e Dago ci riprendono, la bolla si gonfia, Zerocalcare la fa deflagrare. Tutto pianificabile. Tutto scontato. Tutto bellissimo. Elementare, Watson. La notizia è un'arte.
Cosa si evince alla foce di tutto questo fiume di merda: che proprio coloro che da un certo mondino vengono considerati gli intellettuali e che dovrebbero essere le menti libere di questo Paese, quelle su cui fare affidamento, in realtà sono le menti più assoggettate quando a quel gruppo di potere quando a quell'altro, quando a un determinato giro di amici, quando a un altro, senza la possibilità di poter prendere una decisione contro la corrente comune, pena l'essere emarginato e abbandonato. Oggi ci vantiamo tanto di essere così inclusivi quando siamo sempre pronti a discriminare chi pensa con la propria testa e non con quella del pensiero unico in voga tra i propri amichetti. Strano, no?
Se davvero crediamo nel garantismo e non nel socialismo (inteso come società in cui regna il tribunale dei social) allo scoppio di questo caos Valerio avrebbe dovuto tenere la posizione e Zerocalcare evitare di attuare un classico atteggiamento passivo aggressivo (di cui Zerocalcare è campione, basta leggere le sue opere per capirlo). Ma al di là di questo cari Valerio, cari Zerocalcare, cari benpensanti borghesi di destra e di sinistra, avete rotto il cazzo di recitare la parte dei paladini di un comportamento sempre corretto e coerente. Il vostro problema è ontologico: accettate le contraddizioni, il confronto, rifiutate l’appartenenza. Caffo è accusato di maltrattamenti? E per quale motivo non dovrebbe essere invitato? Perché è inopportuno in una fiera oltretutto dedicata a Giulia Cecchettin? Uno: e se Caffo fosse innocente? Scusate, faccio una piccola disgressione nel gossip, guardate il caso di Alessandro Basciano, addirittura incarcerato dopo le accuse di Sophie Codegoni che poi si sono rivelate infondate (il titolo "E se Caffo fosse il caso Basciano della letteratura?" mi fa impazzire ahahah): se fossimo davanti a una vicenda analoga? E poi, due: rivendico l'opportunità dell'inopportunità. La cultura è inopportuna. Lo è sempre stata e sempre lo sarà (se non ci rincoglioniranno del tutto). Quindi Caffo, Valerio e Zerocalcare se avessero avuto più libertà e meno mediocrità (ché il contrario di libero è mediocre, sappiatelo) avrebbero dovuto fare un bel dibattito pubblico e confrontarsi con onestà e coraggio, in modo diretto. Invece proprio quelli che sostengono di leggere più libri dimostrano di essere meno liberi. Ognuno sempre di più arroccato nella sua bolla, nella propria comfort zone, incapaci di concepire e quindi tollerare un pensiero inopportuno che non sottostia alle logiche imperanti del mondino al quale appartengono e dal quale sono stati accolti. È questo il problema principale. Non che Valerio si sia cacata sotto, non che Zerocalcare abbia attuato un atteggiamento passivo aggressivo, non che Caffo faccia tanto l'anarchico e poi pubblichi un post con foto da poser dove dice in tono patetico che si rifà allo stato di diritto e alla legge, non che tutti i protagonisti della vicenda qui narrata si sono imparanoiati per la propria reputazione ma che in realtà ne stanno beneficiando in pubblicità e nemmeno che il garantismo per buona parte di quel mondino sia giudicato accessorio. Il problema principale è la più totale e allarmante disabitudine a un pensiero inopportuno, non appartenente, intellettuale. Libero. Sappiatelo soprattutto voi che liberi ritenete di esserlo.