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È uscita la quarta stagione di “The Boys”: ecco perché solo guardando la serie su Prime possiamo capire l’America, tra patrioti repubblicani e democratici (finti) puri

  • di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

14 giugno 2024

È uscita la quarta stagione di “The Boys”: ecco perché solo guardando la serie su Prime possiamo capire l’America, tra patrioti repubblicani e democratici (finti) puri
Supereroi, leader messianici, buoni contro cattivi: la quarta stagione di The Boys su Amazon Prime Video sembra l’America di oggi. Anzi, forse è proprio l’America che imita The Boys. Si ripropone dunque lo scontro tra Patriota e Starlight, repubblicani contro democratici, gli amanti della sicurezza a ogni costo che sfidano “i giusti”. I Boys, i ragazzi, nel mezzo. La società americana spaccata in due, al confine con la guerra civile. Insomma, per capire cosa accade in America oggi, serve guardare “The Boys”

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

La televisione, i social, i giornali: il racconto degli Stati Uniti si divide tra tutte queste piattaforme. Ma nessuna rappresentazione coglie l’essenza del periodo storico che stiamo vivendo come The Boys. Dopo due anni dalla conclusione della terza stagione, su Amazon Prime Video sono disponibili i primi tre episodi della quarta (gli altri cinque episodi usciranno ogni giovedì una volta a settimana). Da una parte, ovviamente, c’è Patriota, l’eroe americano (e repubblicano) costretto a confrontarsi con la giustizia terrena a causa di un omicidio, nonostante la sua esistenza abbia ormai trasceso la condizione umana. A seconda dell’esito, capiremo se davvero Patriota è al di sopra di ogni legge. Al suo fianco ora c’è anche Ryan, suo figlio, nonché primo uomo dotato di poteri fin dalla nascita. Stanco di essere assecondato in ogni cosa, però, il difensore dell’America dovrà rivedere la composizione della sua squadra: tra Noir che è solo un pupazzo e Abisso che se la passa peggio di Fedez dopo la rottura con Chiara Ferragni, serve qualcosa di nuovo. L’aggiunta della persona più intelligente del mondo basterà a cambiare le cose? L’altro schieramento è composto dalla solita Starlight e dai suoi sostenitori: femministe, persone insofferenti degli abusi del nemico e desiderose di vedere un cambiamento reale nella società, senza lasciare tutto in mano alla Vough, l’azienda che controlla i super (ma che ora è controllata da Patriota stesso). Superpoteri in entrambe le squadre, leader che si vorrebbero messia e lo scontro di piazza prossimo alla guerra civile. Nel mezzo i Boys, i ragazzi: gli operatori dell’ombra, disposti a tutto, pentiti (quasi) di nulla.

The Boys
The Boys

Insomma,The Boys è la sintesi perfetta della politica americana: da un lato l’uomo della nazione, generalissimo difensore della sicurezza del popolo e investito del compito di arginare l’avanzata degli altri. Gli altri, appunto, così sporchi, privi di morale e vogliosi di avvelenare la “buona” America. Uno specchio che distorce l’immagine di coloro che si percepiscono come l’ultima diga a parare l’esondazione. In campo con lo stendardo della giustizia e della democrazia. Una purezza, però, che è solo di facciata. Ed è solo questione di tempo prima che qualcuno inizi a grattare via la superficie, per mostrare ciò che nasconde. L’America di The Boys, come quella di oggi, è spaccata a metà: la forza di far finire tutte le guerre, qualunque sia il prezzo da pagare, contro il valore dell’etica, che però non può rinunciare ad alcune eccezioni, rivelando così la sua parzialità. Per entrambi gli schieramenti, il fine giustifica i mezzi. I leader che sono oggi in corsa per la Casa Bianca rispecchiano i protagonisti della serie. Il problema, però, è che non ci saranno i Boys a tappare i buchi di una nave che affonda.

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