Ma sono del mestiere, questi? Non che Aldo Grasso se lo sia chiesto citando Zalone, ma il dubbio lo ha sollevato. L'occasione glil'ha data la recensione del nuovo format di Rai 2, Freeze. Si tratta di un game show condotto da Nicola Savino e Rocío Muñoz Morales in cui otto personaggi famosi vengono chiusi in una stanza e devono rimanere immobili qualsiasi cosa accada.
Il critico del Corriere della Sera non si è limitato a recensire il programma, sottolineando la presenza in giuria dell'onnipresente delle giurie Mara Maionchi, la presenza impalpabile della Morales alla conduzione e gli ospiti che si ripetono tra un programma e l'altro. L'affondo è un altro, ed è esteso alla Rai: Grasso infatti, scrive che “il sospetto è che le grandi case di produzione approfittino dell’inesperienza della Direzione Rai Intrattenimento Prime Time per rifilarle fondi di magazzini, format giapponese senz’anima e senza scrittura, progetti inespressi”.

Più che alla Rai in generale, in realtà l' infilzata è ben precisa: è infatti indirizzata a Williams Di Liberatore, appunto direttore per l'intrattenimento della prima serata. Dati alla mano, l'inizio di stagione di Rai 2 ha già annoverato non solo Freeze, definito da Grasso “di una banalità sconcertante”, ma anche il disastroso Bella Ma' di Sera, mentre è andato bene l'esordio di Boss in Incognito, programma che però è già consolidato e va in onda da ben undici stagioni. Vi è poi un altro elemento che viene messo in evidenza da Grasso: il giornalista parla infatti di “ondata infantilista”. Una riflessione che forse si potrebbe estendere oltre il singolo programma, dato che Grasso parla di “bambinismo protratto”, uno “stordimento per una popolazione sempre più anziana che può manifestarsi sia nei girotondi politici sia in trasmissioni regressive come Freeze”. Trasmissioni dunque che non puntano ad offrire il prodotto migliore, come già Grasso aveva messo in evidenza alcuni giorni prima.
Quando Pier Silvio Berlusconi era entrato a sorpresa nello studio de La Ruota della Fortuna, vantando sia gli ascolti che l'elemento culturale del programma che fa riscoprire l'amore per la lingua italiana, era stato proprio Williams Di Liberatore a rispondere attraverso una dichiarazione ufficiale. Le sue parole venivano riportate in un comunicato stampa Rai, in cui si leggeva che la Rai ha una proposta varia e attenta al rispetto del pubblico, “se poi i parametri del confronto, sorprendentemente citati in questi giorni, sono rappresentati da argomentazioni quali la qualità editoriale, la valorizzazione della lingua e della cultura, possiamo sostenere con orgoglio, che per la Rai costituiscono territori consolidati mentre per altri continuano ad oggi essere scarsamente esplorati”. Nello stesso comunicato, Di Liberatore sosteneva anche che la Rai assolve “in modo scrupoloso alle linee del servizio pubblico”. In un articolo in cui Grasso analizzava l'incapacità della Rai di fare fronte alla strategia di Mediaset, il giornalista riprendeva proprio quest'ultima affermazione. Il commento? “Che la Rai assolva in modo scrupoloso alle linee del servizio pubblico è tutto da dimostrare, a cominciare dai telegiornali”.
