Da pochi giorni sono stati ufficialmente comunicati i nomi dei 12 scrittori finalisti dell’ambitissimo Premio Strega 2024. Scelti fra ben 82 titoli (un numero spropositatamente alto, che supera ogni record e che ci siamo dunque chiesti come qualsiasi essere umano possa leggere, per giudicarli tutti, come si presuppone abbia fatto la giuria dello Strega), nella mitica dozzina spicca anche il nome di Chiara Valerio, proposta da Matteo Motolese con Chi dice e chi tace (Sellerio). La scrittrice, matematica, editor e conduttrice radiofonica 46enne di Scauri (piccolissima frazione di circa 7000 abitanti nel comune di Minturno, nel Lazio) è nota per essere fra le intellettuali più amate dalla sinistra, storica amica di Michela Murgia, così come di Elly Schlein, editor di Marsilio, in prima linea per i diritti della comunità LGBTQ+, sceneggiatrice del film Mia madre (2015) di Nanni Moretti, autrice di 14 libri, così come di un discusso articolo su Repubblica dello scorso anno dal titolo “Il fascismo nel sangue” dove fra le altre cose scriveva: “Non mi viene in mente niente di più fascista del sangue. Il sangue che stabilisce parentele, gerarchie, eredità, tradizioni. Il sangue che consente di mantenere i privilegi…” Insomma, una con le idee piuttosto chiare – del resto, si chiama Chiara - idee ben definite e soprattutto, colei che proprio allo Strega si preannuncia essere fra le autrici che venderanno più copie (i dati dell’ultima settimana dicono che il suo libro Chi dice e chi tace avrebbe già venduto almeno 17.000 copie). Ebbene, com’è allora la natura di quest’incredibile e promettente opera, candidata al premio letterario più ambito d’Italia?
Negli ultimi giorni Gian Paolo Serino, noto critico letterario e scrittore, famoso per le sue stroncature, talvolta un po’ spietate, ha provato a domandarsi un po’ la stessa cosa in un recente articolo de Il Giornale e ne è emerso un fatto: il libro di Chiara Valerio presenta numerosi “errori” - o forse, come dicevano le maestre alle elementari, si potrebbero chiamare “orrori” – di cui Serino fa un’analisi un po’ perfida, ma alquanto efficace con un’esattezza quasi chirurgica. Noi non abbiamo ancora letto per intero il decantato romanzo, ma vedendo alcuni estratti, in effetti, viene un po’ da sorridere. Non si tratta in realtà di veri e propri “errori”, ma di bizzarri accostamenti, inusuali nella lingua italiana. Partiamo per esempio da una frase semplice:
“Mara era rimasta carsica”. Cercando la definizione di “carsico” sul dizionario - che fa pensare, di nuovo, alle scuole elementari e in particolari alle lezioni di geografia sulla conformazione delle montagne - si legge: “Del Carso, nome comune a varie zone delle Alpi Orientali di aspetto geologico e topografico affine.” Ma come fa allora una persona a essere carsica? Si chiede infatti, anche Serino. Chiara Valerio voleva forse dire in un modo piuttosto fantasioso che era “rimasta di sasso”? Oppure che aveva sviluppato delle protuberanze rocciose? Chi lo sa.
Abbiamo poi: “Aveva un taglio di capelli educato ma ventoso”. La frase risulta davvero divertente, se non fosse che è proprio difficile immaginare un taglio di capelli “educato” (Come fa a essere educato un taglio di capelli?), che poi d’altra parte però è anche “ventoso”, quindi forse svolazza, ma è anche tranquillo, e in ogni caso ha una personalità propria (un po’ confusa).
“Aveva liberato l'occhio destro da una banda di capelli”, fatichiamo un po’ a immaginare una “banda” di capelli, ma a questo proposito ci viene in aiuto Serino che commenta: “Io ero rimasto alla banda musicale” (in effetti, anche noi).
Vediamo infine: “Era di una cortesia marziale e un qualcosa di ondoso” Anche qui, la cortesia marziale ha forse un qualche richiamo alla disciplina, a qualche regime totalitario – chissà – ma il qualcosa di ondoso? Fra onde e venti, c’è forse un po’ di corrente in questo romanzo?
Nel suo articolo Serino fa poi da subito un importante pronostico: a suo dire – ma non solo suo – sarà proprio Chiara Valerio la vincitrice del Premio Strega 2024 e, per quanto siamo piuttosto certi del fatto che Serino non abbia sviluppato il dono della preveggenza, anche qui, un po’ viene da dargli ragione. Ma davvero sarà il ventoso e ondeggiante Chi dice e chi tace a trionfare allo Strega? Il countdown per la premiazione finale del 4 luglio è partito, ma azzardiamo un’ipotesi: i venti (certi venti) soffiano (e ondeggiano carsici ed educati) in suo favore, a prescindere dal contenuto.