Napoli, madre, sorgente, in poche parole Parthenope, esattamente come il titolo del nuovo film di Paolo Sorrentino presentato al Festival del cinema di Cannes. Se negli ultimi anni abbiamo assistito alla mitizzazione del capoluogo campano e alla sua crescente influenza nel cinema (secondo Fanpage nel 2023 sono stati girati ben 36 film a Napoli, e circa 15 le serie tv parzialmente o interamente girate in città), c’è chi dall’altra parte indicando il Vesuvio dalla finestra di casa sua s’è chiesto: “E se esplode, che si fa?”. A questa domanda il cortometraggio La notte è un giorno dispari una risposta se l'è data. Il film che potrebbe un giorno diventare cronaca (e forse un'avvincente serie) è prodotto da Calamazù (una casa di produzione appena nata dalla volontà di due under 30, Carmen Bagalà e Vincenzo Giordano) per la regia di Vincenzo Giordano, un giovane regista classe 1994, nato e cresciuto a Salerno. Cosa significa Calamazù? Come ci ha spiegato Carmen dagli occhi grandi ed emozionati di chi raccontando il suo lavoro, parla anche d'amore e di sè, rappresenta il luogo magico in cui a luce spenta e coperte rimboccate, ogni sogno si trasforma in realtà. Ok, ma di cosa parla La notte è un giorno dispari?
I protagonisti de La notte è un giorno dispari sono: Sofia (Sara Penelope Robin), Vittorio (Davide Rinaldi), Tommaso (Edoardo Maria Malerba), Andrea (Gianni Rosato) e Numero 11 (Bruno Barbaro). In un paese senza nome appare il chiosco ambulante di 'O pere e 'o Musso - un ammasso di cianotici scarti di macelleria gestito da Vittorio - e tra clienti ci sono il piccolo Tommaso e suo padre Andrea. Il bimbo non può immaginare che il destino della sua vita e della sua famiglia sia proprio nelle mani di Vittorio. Ma in questa notte che sembra eterna si decidono le sorti delle loro esistenze. Nulla è come sembra: anche partecipare a una ghiotta lotteria può trasformarsi nella peggiore delle catastrofi.
Al seducente uso delle luci e a un'atmosfera che si avvicina al Nord Europa si somma la potenza di un thriller che si basa non su fatti reali, ma possibili. Ecco che in quella che sembra essere una crescente genuflessione ai piedi di Partenope da parte dell'economia culturale (specie musicale e cinematografica) del Paese, è interessante quanto arricchente conoscere le paure e le angosce quotidiane di chi vicino a uno dei tanti simboli della città, il Vesuvio, ci vive per davvero. Raccontare questa storia significa dunque mettere radici in quello che è il dark side of the Vesuvius. L'area vesuviana presenta infatti un'alta densità di popolazione e il numero dei residenti potenzialmente in pericolo si aggirebbe intorno a 700000. Il vulcano quiescente è tra i più studiati e pericolosi al mondo a causa dell'elevata popolazione delle zone circostanti e delle sue caratteristiche esplosive. Per questo motivo non resta difficile immaginare quanto vivere in questo territorio sia una vera prova continua, una sfida per gli abitanti a non lasciarsi impossessare dalla paura.
La notte è un giorno dispari come un fulmine appare nello scenario cinematografico in concomitanza della pubblicazione della gara del Comune di Napoli per la redazione del piano di esodo per i cittadini residenti nella c.d “zona rossa” (27 giugno 2023). In questo film si legge la chiara volontà di mostrare agli altri, a chi di Napoli non è e vive a mille chilometri dal Vesuvio, e sviluppare cinematograficamente, come si legge nelle note di regia: “Questa catastrofe non come spettacolarizzazione del disastro, ma come monito ad un popolo - quella rara cosa - a una società, a una politica che ha dimenticato che cos’è la fatalità e molto spesso dimentica realmente cos'è il pericolo”. Giordano, Bagalà e team ce l'hanno fatta - immaginiamo - tra sacrifici, investimenti e trafile varie per costruire una casa di produzione a neppure trent'anni, scrivere da soli un progetto e realizzarlo con cura. Quando e dove esce? Stay Tuned on Calamazù.