Non manca la varietà in quest’ultimo weekend di settembre. Nessun miracolo, ma tanta sostanza, come quella prodotta dalla coppia (in tutti i sensi?) Carey/.Paak, autori di una stilosissima gemma tardo Motown. I Disclosure non mollano il dancefloor, da sempre la loro missione, mentre i Pinguini Tattici Nucleari, ahimé, non molleranno mai noi. La nuova “Amaro” è qui per restare, almeno fino al prossimo singolo (quello natalizio?) della band. Torna anche Levante, ma la sua “Niente da dire” suggerisce qualcosa che mantiene a metà. Sempre affascinante, invece, l’avant-pop di Cate Le Bon. E poi, zitti zitti, Morgan e Pasquale Panella, che se ne escono con un bozzetto malinconico che scorre come una diapositiva perduta (e ora recuperata). Una diapositiva per una notte silenziosa. In casa l’unico rumore che appena appena percepisci, distante sullo sfondo, è quello della tua anima non ancora salva.
DISCLOSURE/CHRIS LAKE/LEVEN KALI, One2three
House saltellante, profumata di 2-step e febbrile. Nessuna intro, questa è materia “no-nonsense” destinata al dancefloor. Pensiamo a un dancefloor globale, non “di genere”. Pensiamo a una pista enorme che può contenere le vibrazioni di un weekend metropolitano o la spensieratezza di una notte ancora estiva (perché nel mondo, oggi, è anche estate). Disclosure forse rischiano scegliendo una voce maschile, ma Leven Kali, per quel poco che deve fare se la cava benissimo. Inoltre il suo “one two three” è la minaccia/promessa di infiammare un club, ovunque esso si trovi.
MARIAH CAREY feat. ANDERSON .PAAK, Play this song
Il 17 marzo 2024 esplose in un urlo ciò che fino a quel punto era stato un serpeggiante bisbiglio: ma Mariah Carey e Anderson .Paak stanno insieme? In quella circostanza li videro assieme agli iHeartRadio Music Awards di Los Angeles. “In teneri atteggiamenti”, si dice in casi analoghi. Qualcosa ci sarà stato, suvvia, se oggi propongono, di nuovo coppia, questa sontuosa “Play this song”, pezzo dal mood fine ’60 che conduce i due in territorio Marvin (Gaye) e Tammi (Terrell). Per anni Mariah Carey ha evitato brani simili come la peste. Peccato, perché la sua voce è giusta anche quando la canzone le impone di non strafare. Gemma gustosa, trionfalmente retro e cool, bravo Anderson .Paak a prendere per mano Mariah Carey e condurla in quel salotto buono dove suonano solo R&B e soul dell’epoca d’oro.
LEVANTE, Niente da dire
Fuori da tre giorni, “Niente da dire” è un ritorno musicalmente sensuale, melodicamente tiepido. Un bel pezzo che tuttavia non trova nel ritornello il momento migliore. Non è lì che si decide la partita. La classe di Levante è evidente, si respira, ma il pezzo suona come una mezza occasione persa. Da poco presentato a Milano al Today At Apple, organizzato in collaborazione con Apple Music, Levante ha affermato che la canzone “fa parte di un racconto molto lungo”, promettendo che questa “Niente da dire”, calata nel contesto del nuovo imminente album, presto assumerà un senso più profondo.
CATE LE BON, Mothers of riches
Nuova gemma da “Michelangelo dying”, l’ultimo album della cantautrice gallese Cate Le Bon, che con questa arcana e barocca “Mothers of riches” ribadisce la sua distanza da tutto ciò che oggi è “moneta corrente”. Pop alieno, un po’ alla Kate Bush ma meno spigoloso. Avant-pop per palati sopraffini. Insinuante, aristocratico, etereo. Eppure “arriva”, come dicono i giudici dei talent quando intendono che un pezzo gli è piaciuto ma non sanno spiegare perché. E se nei talent spesso si mente alla grande ben coscienti di mentire, qui la questione è diversa. La musica di Le Bon è strana. Un po’ storta ma con l’ambizione di raggiungerle, in qualche modo, le volte celesti. Di “arrivarci”, lassù.
PINGUINI TATTICI NUCLEARI, Amaro
Nuova ballad – basic, ma ben orchestrata – per i Pinguini del popolo. Ormai innamorati dell’idea di essere i cocchi della porta accanto del benpensante pop italiano. Piacciono a grandi e piccini, cosa vuoi di più? Piacciono a chi la musica non l’ascolta più da due decenni o a chi ha iniziato ad ascoltarla ieri. E quindi anche un pezzo come “Amaro” è in attesa di orecchie vergini da impressionare. E delle radio, sempre disposte a farsi calpestare da altri tre minuti di melodie che pretendono ascoltatori assolutamente e costantemente ingenui. Preparate le torce degli smartphone, voi che la prossima estate avrete bisogno di farvi “na bella cantata” (“io porto il vino e un po’ di nostalgia”, questo il momento clou) con l’ennesima para*ulata pinguinesca.
MORGAN/PANELLA, Verrà l’estate
Ode all’estate che non c’è più. A un mondo che non c’è più. Un mondo che era a colori, ma quasi per caso. Un’estate che ora è una foto sbiadita, un desiderio svanito. Firma Pasquale Panella (che scrisse anche per l’ultimo Lucio Battisti), insieme a Morgan. Canta Morgan, in versione crooner, come se “Verrà l’estate” fosse destinata a un’ideale, eterna, rotonda sul mare. “Verrà”, dice il titolo, eppure la narrazione, nel brano, è girata tutta al passato. “Verrà” di nuovo, tornerà, un tempo sereno, potremmo concludere. Perché l’estate giovane di Morgan e Panella, così fortemente malinconica, è quel luogo di salvezza, quel rifugio incantato che tutti vorremmo tornare a toccare e fiutare anche per un solo giorno.
