Settimana particolarmente stimolante e cinematografica in cui il pop di Miley Cyrus gioca più sullo stile che sulla quantità. Se il nuovo “Avatar” di Cameron svetterà il merito è anche della sua nuova “Dream as one”. Restando in sala, se “House” di Charli XCX e John Cale ci può suggerire il mood del film, siamo certi che l’imminente “Cime tempestose” sarà una fiaba bella nera. Oscuro è anche il mondo dipinto dalla bravissima e lynchiana Charlie Risso in “Bad instinct”, mentre Annalisa e Subsonica non escono da una (anche pericolosa) zona di comfort. E se proprio si ha voglia di pop nostrano affidatevi a Tommaso Paradiso, ispiratissimo nella nuova “Forse”.
MILEY CYRUS, Dream as one
Da “Avatar: fuoco e cenere” di James Cameron, ecco questa “Dream as one” dal mood vagamente alla “We don’t need another hero” di Tina Turner (un altro brano per il cinema, stavolta per il terzo capitolo della saga di “Mad Max”), ma senza i fuochi artificiali nel ritornello. Pop calibratissimo, baciato da un climax non invadente che funzionerà a meraviglia al cinema. Pezzo “orizzontale” e quindi panoramico, come l’immagine sul grande schermo della sala. Nessuna verticalità, quindi, che indugi oltremodo sul protagonista della canzone. Qui è la canzone il punto, non la faccia di bronzo con cui la si canta/recita.
ANNALISA, Esibizionista
E a proposito di “verticalità che indugia sul soggetto e non sulla canzone”, arriva in radio “Esibizionista”, nuovo singolo di Annalisa, tratto dall’ultimo album, “Ma io sono fuoco”. Seduzione e inganno qui vanno in scena a braccetto. Rispetto al nuovo album Annalisa ha dichiarato di recente, ospite di “Say Waaad” (Radio Deejay): “Si ispira agli anni Ottanta, ci ho lavorato molto”. Qui non ci sono tantissimi Eighties, a dire il vero. C’è piuttosto un’idea piuttosto convenzionale e “Kylie-approved” di come debba suonare/strutturarsi un singolo pop contemporaneo e pigliatutto. Testo didascalico, bel tiro clubby, e un ritornello che è culla di una dichiarazione un po’ così: “Non cadrò nei cliché”. Insomma…
SUBSONICA, Radio Mogadiscio
A quasi due anni di distanza dall’ultimo album ecco questi Subsonica un po’ “by numbers”. “Radio Mogadiscio” passa e non disturba, ma neppure si fa ricordare, soprattutto se la solita mente beffarda corre istintivamente a paragonare questo brano sottilmente malinconico ai pezzi di un passato più pregiato e dirompente. Ottimi gli inserti elettronici a metà brano, meno il bridge. Pop di frontiera (che non esiste eh!) sostenuto da un video delle vacanze abbastanza divertente.
CHARLI XCX feat. JOHN CALE, House
Assaggi del nuovo “Cime tempestose” (con Margot Robbie nei panni di Catherine e Jacob Elordi in quelli di Heathcliff), in sala dal 12 febbraio 2026. Dove un quasi irriconoscibile John Cale in versione tardo Leonard Cohen recita minaccioso su una base avant-garde tutta echi e violini doloranti che poi si trasforma in un abrasivo urlo industrial. Charli XCX che ci fa lì in mezzo? Contribuisce a un controcanto sinistro in quello che è il singolo horror della settimana. E alla fine, a urlare, è lei. Tutto grammaticamente perfetto e ad effetto. Potrebbe mancare la voglia di riascoltarselo, questo breve incubo a due anime, più che a due voci.
CHARLIE RISSO, Bad instinct
Di Charli (XCX) in Charlie (Risso) arriviamo alla sorpresa della settimana. “Bad instinct”, della cantautrice di origini genovesi, è una parentesi onirica e oscura, quasi sospesa, in cui la sorprendente e stratificata vocalità (a tratti alt-Nineties) di Risso tesse trame perturbanti per poi liberare tutto il potenziale melodico del brano nella seconda parte del pezzo. Sotto, un battito lynchiano che non molla mai. E il video in bianco e nero è una piccola gemma che evoca scenari folk-horror. Inchiniamoci quindi davanti a Charlie Risso, signora nera (non parliamo della Dama Nera milanese) che schiuma classe ad ogni sillaba. Ammaliante.
TOMMASO PARADISO, Forse
Luca Carboni“forse avremmo solo dovuto scopare” Il nuovo estratto da “Casa Paradiso” ci permette di riabbracciare il Tommaso Paradiso ispirato che racconta piccole grandi storie incapsulandole in una canzone-cioccolatino da consumare all’autogrill o quando scende la notte. Pop intimo che quando alza la cresta è una lama che taglia ogni superficie. Non sarà un mostro di originalità, mister Paradiso, ma quando il brano lo azzecca (gli è capitato più volte nel forse sottovalutato “Space cowboy”) non lo tieni. E in questo pezzo il bridge è puntuale e per nulla superfluo.., poi racconta una delle sue storie di (stra?)ordinaria umanità e conclude che Prima cita