Un tempo – siamo ormai nel lontanissimo 1976, nel Queens di New York – al “brat” andava male. I Ramones ci cantavano di un brat – un ragazzino rompico*lioni e casinista, grosso modo – che veniva percosso con la mazza da baseball. Stava sempre addosso (“With a brat like that always on your back”), e allora giù mazzate. Un po’ come il Charlie dei Baustelle, che faceva surf. Anche a lui non andava benissimo (“Crocefiggetelo, sfiguratelo in volto con la mazza da golf”). Oggi il brat è una lei e si chiama Charli XCX. Un nome assolutamente nuovo per chi si gode le gioie di episodiche ibernazioni, un nome più che mai rodato per tutti gli under 30 che vivono sulla Terra. Quella del 2024 è stata la sua estate. Il suo album – “Brat”, appunto, il sesto della serie – è uscito a fine giugno. Ora la copertina di un paio di giorni fa su New York Magazine le sta regalando l’America. Con l’imprimatur di Taylor Swift, che dice: “Sono rimasta sbalordita dalla sensibilità melodica di Charli da quando ho sentito per la prima volta “Stay away” nel 2011. La sua scrittura è surreale e inventiva, sempre”. Un’estate movimentata, insomma, se pensiamo che un’altra popstar – sebbene di ieri –, Lily Allen, fa notizia grazie al fatto che, ehm, ha dovuto restituire il cane adottato durante la pandemia perché “si comporta male”.
I numeri social di Charli sono spaventosi, ok. Ma guai a pensare che sia solo fi*a. Ok, ha fascino, cattura, piace anche a un nerd come Anthony Fantano, uno dei primi, sul web, a certificare il talento dell’inglese Charlotte Emma Aitchison, classe 1992. Certo, a scandagliare di recente il suo profilo Instagram ci si perde in tanti frammenti di sound & fashion che comunicano a fatica l’essenza del suo pop cromato, ma i brani giusti, Charli li canta da ormai una decina d’anni a questa parte. Il vento è chiaramente a suo favore. Difficile farsi oltremodo impressionare da una “Boom clap”, che oggi suona totalmente innocua; egualmente difficile, però, restare impassibili davanti al penultimo “Crash”, album del 2022 – sorta di summa che abbraccia un quarto di secolo di melodie pop da alta classifica – e l’ultimo “Brat”, flacone coloratissimo ricolmo di taurina per le orecchie.
Per cui mangiatevela pure con gli occhi la Charli XCX formato Insta seguita anche da Chiara Ferragni e Victoria De Angelis, ma oltre al discutibile dj-ing (ci avvisa che “Ibiza boiler room” è fuori ora su YouTube; l’ipotesi di approfondire la questione non ci lascia tranquillissimi), al primo piano del suo sedere perizomato e a qualche balletto TikTok condiviso (fan che ballano su “Guess”, pezzo che vede Charli duettare con Billie Eilish), c’è di più. Se la macchina pop odierna si nutre di balletti, stacchetti, frammenti, flussi, Charli c’è, sintonizzata su quella frequenza. Tuttavia esiste anche un’altra Charli, più storta, più Robyn (per chi se la ricorda), che pretende curiosità e pazienza. Curiosità e pazienza che forse il cosiddetto “popolo social” non ha, ma che sotto sotto Charli pretende. Perché lei vorrebbe esserci anche tra dieci anni, in copertina. E non perché è stata costretta a restituire un cane un po’ “difficile”.