La formazione costa, anche quella in ambito artistico. È così per chi aspira a fare alla regia, alla sceneggiatura, al montaggio. Ed è così, ovviamente, anche per chi vuole recitare. In Italia di accademie di arte drammatica ne abbiamo, e sono anche prestigiose. Poi, però, ci sono i corsi paralleli, quelli che forniscono titoli “equipollenti”. O quantomeno assimilabili, agli occhi di qualche produttore, a percorsi tradizionali. Le masterclass a pagamento sono ormai diffuse: poche ore (ma intense) fatte ascoltando le direttive di nomi importanti. Non tutti, però, sembrano apprezzare questo modello di insegnamento. A questo tema è dedicato l’ultimo post su Instagram del regista Antonio Piazza, che all’ultima Mostra del cinema di Venezia ha presentato, insieme a Fabio Grassadonia, Iddu, film ispirato alla vita di Matteo Messina Denaro (nel cast sono presenti Elio Germano e Toni Servillo): “Post arrabbiato contro ‘le masterclass’ di recitazione a pagamento”, comincia il regista, “di maestri veri ne conosco pochissimi, uno o due. E non fanno masterclass a pagamento, in fantomatiche autoproclamate accademie di recitazione”. Il post prosegue con alcune domande: “Avete diretto un film che hanno visto in tre? Avete diretto per sbaglio un episodio di una fiction televisiva passata chissà dove e chissà quando? E chiedete soldi a giovani aspiranti attori per incontrarvi? Pubblicate foto promozionali con la macchina da presa come se fosse un trofeo, ma quando ve la mettono in mano cercate il tasto on/off come nel telecomando della tv? Ma poi che significa quando scrivete masterclass di recitazione “cinematografica”? Che cosa sarebbe questa recitazione cinematografica? Esiste la recitazione. Punto e basta”. Insomma, la qualità di queste masterclass (che possono essere anche molto costose) non è affatto garantita, stando alle parole di Piazza.
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Il percorso che gli attori devono intraprendere prevede alcuni step. Difficile non passare dal teatro: “Molti dei più grandi attori del Cinema italiano si sono formati in accademie di arte drammatica, con insegnanti veri, studiando anche teatro e lavorando spesso anche a teatro”. Manca dunque questa fase, per Piazza, nella formazione prevista dalle masterclass? Poi conclude: “Esiste il buon senso. Andrebbe usato. Da tutti. Sedicenti maestri e spericolati, improvvidi allievi. Anche in questi tempi svergognati”.
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