image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • Sport
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Calcio
  • Volley
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • Sport
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • calcio
  • Volley
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Cover Story
  • Topic
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Culture

Abbiamo visto al cinema “Giurato numero 2” di Clint Eastwood, ma com'è? Per fortuna non serve un messaggio positivo a tutti i costi per fare un grande film...

  • di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

20 novembre 2024

Abbiamo visto al cinema “Giurato numero 2” di Clint Eastwood, ma com'è? Per fortuna non serve un messaggio positivo a tutti i costi per fare un grande film...
Conta più il messaggio o il suo svolgimento? Il tema o la storia? Molti si interrogano sulla direzione che il cinema contemporaneo deve prendere. Clint Eastwood, a 94 anni, ha preso la sua decisione, ostinandosi a parlare di dubbi, mentre gli altri sono alla ricerca di verità. Un film che rischiava di essere fuori tempo massimo, questo è certo. Perché parlare ancora delle motivazioni dei colpevoli e le colpe degli innocenti? Nel “legal thriller” con Nicholas Hoult e Toni Collette hanno tutti ragione. E questo complica inevitabilmente le cose. Ma così è la realtà…

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

Nell’epoca dei film che vogliono trovare l’assenso del pubblico essere visti (si guardi, per esempio, al “sabotaggio” di Joker: Folie à Deux), Giurato numero 2 di Clint Eastwood fa eccezione. Non ci sono quelli che incarnano gli ideali della nuova sensibilità contro la vecchia visione del mondo: la salute mentale, le forme di sessualità giustamente sdoganate, la famiglia non tradizionale finalmente in via d’accettazione; né gli idoli in stile Joker, avanguardie di una rivoluzione a cui tutti guardiamo con favore, ma che nessuno ha la forza di mettere in pratica. D’accordo la complessità, ma alla fine una parte giusta della storia ci deve essere sempre. Giurato numero 2 non è neanche un film in cui conta il “messaggio”: anzi, sembra proprio che l’esito della sceneggiatura di Jonathan Abrams sia la falsità dei possibili presupposti morali attraverso cui inquadrare la vicenda. Nel tribunale in cui si svolge il film hanno tutti ragione: ce l’ha l’avvocato di difesa di James Sythe, accusato di aver ucciso la propria ragazza dopo una litigata pesante in un bar; Toni Collette, nei panni di un pubblico ministero in campagna elettorale il cui cardine è la lotta alla violenza sulle donne, convinta invece della colpevolezza dell’uomo, dati anche i suoi precedenti e le testimonianze; i giurati, tutti (tranne uno) pronti a condannare Sythe che, seppur potenzialmente innocente, forse merita comunque il carcere. E sono comprensibili i dubbi del protagonista, Justin Kemp (Nicholas Hoult), che scopre di essere finito dalla parte sbagliata della sbarra: il dubbio è che sia stato lui ad aver ucciso Kendall, investendola accidentalmente mentre tornava a casa di notte dopo essere stato nello stesso locale dove la coppia aveva litigato. Il responsabile del programma degli alcolisti anonimi (Kiefer Sutherland) lo ammonisce: per uno come lui confessare significherebbe carcere a vita. E a casa ha una moglie incinta, Allison (Zoey Deutsch), che in passato ha già perso dei figli e sta portando avanti una gravidanza ad alto rischio. Kemp cerca quindi di agire nel proprio interesse, ma allo stesso tempo di salvare dal carcere Sythe. È lui, infatti, a contestare gli altri giurati, tutti certi della colpevolezza dell’imputato.

20241120 135845220 7978
Nicholas Hoult e Clint Eastwood
https://mowmag-store.myspreadshop.it/

Quando gli interlocutori hanno tutti ragione, nessuno possiede la verità. E se nessuno possiede la verità, come si può mandare un messaggio? “Questo sistema per quanto imperfetto è la nostra migliore possibilità di trovare una giustizia”: è l’idea di fondo del film, compressa nelle parole della giudice. Una posizione, però, che è solo il punto di partenza, ma non l’esito del film. Quella una tesi si rivela solo un’ipotesi. O un’ammissione di impotenza del regista, che rinuncia a trovare il giusto verso da cui guardare il processo. Se anche Justin Kemp avesse confessato, sarebbe stato opportuno condannarlo con il suo passato come aggravante? Sarebbe stato giusto lasciare sole una moglie e una figlia in arrivo per un incidente? E, spingendo al limite il ragionamento morale dei giurati: non merita un uomo violento come Sythe una condanna per femminicidio, seppur non sia stato lui l’esecutore materiale? Eastwood conosce i bias delle corti degli Stati Uniti (le domande di un avvocato sono le stesse indipendentemente dal colore della pelle dell’interrogato?), i limiti di una giuria composta da 12 persone, ognuna con pregiudizi, poco tempo da dedicare al “bene comune” e la voglia di raggiungere sbrigativamente la verità. E tutto questo viene messo in conto. Il rischio che Giurato numero 2 diventasse un film fuori tempo massimo era alto: perché mai nascondersi dietro al polveroso elemento del dubbio, potrebbe chiedersi qualcuno, se viviamo il tempo in cui le decisioni radicali diventano sempre più necessarie, anche a costo di far saltare qualche testa innocente? Del resto, le rivoluzioni comportano sempre morti collaterali. Il dilemma morale di Kemp non è niente di nuovo, questo è certo. E la verità da sempre non è mai stato sinonimo di giustizia. Ma Clint Eastwood si lega ostinatamente a questo punto, e la sua determinazione diventa parte stessa della riuscita dell’opera. Senza accontentarsi di mandare un messaggio, Giurato numero 2 preferisce restare fuori tempo, mettendo il dubbio sopra la certezza, tenendo insieme le ragioni dei colpevoli e le colpe degli innocenti. E il finale non poteva che restare aperto.

"Giurato numero 2" di Clint Eastwood
"Giurato numero 2" di Clint Eastwood
https://mowmag.com/?nl=1

More

Perché “Vita da Carlo 3” è già un classico con Verdone alla James Stewart, D’Agostino da “Roma Santa e Dannata”, Dandini che piange e Sanremo. E solo una critica su Stokholma…

di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

vogliamo invecchiare così

Perché “Vita da Carlo 3” è già un classico con Verdone alla James Stewart, D’Agostino da “Roma Santa e Dannata”, Dandini che piange e Sanremo. E solo una critica su Stokholma…

Luca Barbareschi, l’uomo del destino meloniano: dalla tv trash di Ballando con le stelle a Brecht, fino a (auto)candidato del Centro sperimentale di cinematografia. Con quella polluzione di curriculum…

di Fulvio Abbate Fulvio Abbate

“Io sono Luca”

Luca Barbareschi, l’uomo del destino meloniano: dalla tv trash di Ballando con le stelle a Brecht, fino a (auto)candidato del Centro sperimentale di cinematografia. Con quella polluzione di curriculum…

Abbiamo visto Il Gladiatore 2 al cinema, ma com’è? Vi spieghiamo perché nel film di Ridley Scott c'è solo un personaggio credibile, quello di Denzel Washington…

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

Storie (poco) tese

Abbiamo visto Il Gladiatore 2 al cinema, ma com’è? Vi spieghiamo perché nel film di Ridley Scott c'è solo un personaggio credibile, quello di Denzel Washington…

Tag

  • Clint Eastwood
  • Cinema
  • Film

Top Stories

  • Scandalo San Carlo, anche Fedora Sorrentino, come Spedaliere e Tzempetonidis, assunta per un ruolo che prima non esisteva: ma quante cariche si sono inventati?

    di Riccardo Canaletti

    Scandalo San Carlo, anche Fedora Sorrentino, come Spedaliere e Tzempetonidis, assunta per un ruolo che prima non esisteva: ma quante cariche si sono inventati?
  • Quando tutti erano cantautori impegnati lui era già avanti e parlava del futuro: disinformazione, gossip, pigrizia. Cosa ci resta di Ivan Graziani, l'Andrea Pazienza della musica

    di Riccardo Canaletti

    Quando tutti erano cantautori impegnati lui era già avanti e parlava del futuro: disinformazione, gossip, pigrizia. Cosa ci resta di Ivan Graziani, l'Andrea Pazienza della musica
  • La folle storia del Supersonic Record Store, che da Foligno porta la gente a New York partendo da un ex cinema a luci rosse

    di Cosimo Curatola

    La folle storia del Supersonic Record Store, che da Foligno porta la gente a New York partendo da un ex cinema a luci rosse
  • Ultimo dimagrito? Non rompetegli il caz*o. Ennesima presunta crisi con Jacqueline? Non siete attenti ai dettagli, perché a Londra…

    di Giulia Ciriaci

    Ultimo dimagrito? Non rompetegli il caz*o. Ennesima presunta crisi con Jacqueline? Non siete attenti ai dettagli, perché a Londra…
  • Altri dubbi su Michele Sorrentino Mangini, Direttore artistico delle Officine San Carlo: incarichi in due conservatori, graduatorie e punteggi poco chiari. E per l’incarico a Vigliena ha l’autorizzazione?

    di Riccardo Canaletti

    Altri dubbi su Michele Sorrentino Mangini, Direttore artistico delle Officine San Carlo: incarichi in due conservatori, graduatorie e punteggi poco chiari. E per l’incarico a Vigliena ha l’autorizzazione?
  • Al Teatro San Carlo si indaga per peculato sulle nomine poco trasparenti che abbiamo tirato fuori nella nostra inchiesta. Ecco tutti i nomi che abbiamo fatto in questi mesi. E De Luca attacca Manfredi: “Coperto di vergogna”

    di Giulia Ciriaci

    Al Teatro San Carlo si indaga per peculato sulle nomine poco trasparenti che abbiamo tirato fuori nella nostra inchiesta. Ecco tutti i nomi che abbiamo fatto in questi mesi. E De Luca attacca Manfredi: “Coperto di vergogna”

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore [email protected]

Next

I Negramaro volevano diventare i Muse? Con FreeLove forse li hanno superati. Abbiamo ascoltato il nuovo disco e vi spieghiamo perché sono dei Marziani della musica...

di Michele Monina

I Negramaro volevano diventare i Muse? Con FreeLove forse li hanno superati. Abbiamo ascoltato il nuovo disco e vi spieghiamo perché sono dei Marziani della musica...
Next Next

I Negramaro volevano diventare i Muse? Con FreeLove forse li...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy