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Il teatro San Carlo di Napoli pagava la Responsabile anticorruzione 80mila euro all’anno contro il parere del Ministero dell’Economia, mentre la Fondazione pensa a togliere un euro dai buoni pasto dei dipendenti: sindaco Manfredi, ma tutto a posto?

  • di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

  • Foto: Ansa

2 luglio 2025

Il teatro San Carlo di Napoli pagava la Responsabile anticorruzione 80mila euro all’anno contro il parere del Ministero dell’Economia, mentre la Fondazione pensa a togliere un euro dai buoni pasto dei dipendenti: sindaco Manfredi, ma tutto a posto?
Quanti dirigenti ci sono alla Fondazione San Carlo di Napoli? Al momento della relazione del 2022 del Ministero dell’Economia avrebbero dovuto essere quattro, ma di fatto erano cinque. Maria Pia Gaeta, attraverso degli “aumenti di merito”, percepiva infatti uno stipendio da Direttrice anche se era una dipendente a tempo indeterminato (funzionario A). E il Mef lo aveva segnalato. La risposta del Teatro? Nessuno. Anzi, si sono concentrati su gli altri punti della relazione: ma davvero la priorità era togliere un euro su otto dai buoni pasto dei dipendenti e non occuparsi dello stipendio della Responsabile dell’anticorruzione?

Foto: Ansa

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Segui i soldi, sempre. Noi lo abbiamo fatto nell’inchiesta che da due mesi stiamo portando avanti quasi completamente in solitaria, quella sulla Fondazione Teatro San Carlo di Napoli, una delle realtà lirico-sinfoniche più importanti d’Italia. Vi abbiamo parlato del figlio della Direttrice generale Emmanuela Spedaliere, Michele Sorrentino Mangini, nominato Direttore artistico delle Officine di Vigliena dal Sovrintendente Stephan Lissner: un caso? E vi abbiamo anche detto che le Officine di Vigliena potrebbero non avere i permessi per ospitare gli spettacoli del figlio della Direttrice. Ma questa è solo la superficie. La storia è più complicata e tocca tutti i livelli del Sistema cultura. Il problema non è solo il caso di figliettismo, ma tutta la Sovrintendenza Lissner. Sotto di lui, in questi anni, non solo Mangini, ma anche la madre, Emmanuela Spedaliere, ha ottenuto un incarico inventato appositamente per lei, non previsto dallo Statuto, quello di Direttore generale della Fondazione. In sostanza è diventata braccio destro di Lissner, arrivando a guadagnare 150 mila euro l’anno. Tutto questo durante il primo lockdown per Covid, quando la Fondazione chiedeva decontribuzioni allo Stato. Un anno dopo avrebbe mandato in Cassa integrazione tutti i dipendenti. Riccardo Realfonzo, del Consiglio d’Indirizzo (Ci), aveva protestato perché non trovava giustificazione per il compenso, mai approvato secondo lui dal Ci. Anche la Regione intervenne. Risultato? Il Ministero della Cultura aveva giudicato tutto regolare. Storia finita lì.

Segui i soldi, sempre. Lo abbiamo fatto anche nel caso di un’altra nomina poco chiara, quella di Maria Pia Gaeta, responsabile delle Risorse Umane e dell’Anticorruzione, che si . Come vi abbiamo spiegato questi due ruoli sarebbero incompatibili, ma il Sovrintendente, tra tutti quelli che poteva scegliere, ha deciso di affidare alla stessa persone una delle aree più a rischio corruzione (Risorse umane) e l’organo che dovrebbe vigilare e combattere la corruzione. Questo, permettendo a Gaeta di raddoppiare il suo compenso, che ora supera gli 83 mila euro. Il problema? Che il Ministero dell’Economia (Mef), in una relazione del 2022, ha segnalato che Gaeta non poteva, di fatto, percepire quando le è stato garantito in questi anni. “La Fondazione,” si spiega nella relazione del Mef, “riconosce dei compensi, che qualifica come superminimi per maggiori prestazioni, che in definitiva si concretano in uno straordinario Forfettizzato”. Sono dei compensi ad personam, che permettono ad alcuni dipendenti di ricevere degli “aumenti di merito”, che tuttavia vengono garantiti come “voce retributiva fissa”. In altre parole, sono a tutti gli effetti un aumento di stipendio. Ora, questi aumenti di merito sono stati decisi da, indovinate, Stephane Lissner. E tra le persone che ne hanno beneficiato c’è proprio Maria Pia Gaeta. Anzi, il Mef si concentra proprio su di lei, perché, di fatto, grazie a questi aumenti di merito riesce a guadagnare quanto e più dei dirigenti, cosa che non può accadere.

Stephan Lissner e Emanuela Spedaliere
Stephan Lissner e Emanuela Spedaliere Ansa

“È stato riscontrato che l’attribuzione di superminimi in assenza di qualsiasi criterio di predeterminazione ha comportato che alcuni funzionari a tempo indeterminato della Fondazione arrivino a godere di un trattamento economico pari o superiore a quello dei dirigenti, così come facilmente verificabile dai compensi pubblicati nella apposita sezione di Amministrazione trasparente del sito istituzionale”. Maria Pia Gaeta, funzionario di livello A, secondo il Mef, non avrebbe potuto ricevere un compenso complessivo pari o superiore a quello dei dirigenti perché, di fatto, al momento dell’ispezione, le 4 posizioni dirigenziali previste per la Fondazione erano già tutte occupate: “Al momento della presente verifica le 4 posizioni dirigenziali erano ricoperte dal Sovrintendente, dal Direttore generale nonché Direttore del marketing, dal Direttore amministrativo e dal Direttore immobili e sicurezza”. In conclusione: “Il limite posto dal decreto ministeriale risulta di fatto eluso se, in concreto, a dipendenti che rivestono la qualifica di funzionari sono attribuiti trattamenti economici dirigenziali analoghi e, addirittura, superiori”.

La Fondazione cosa ha fatto per correggere questa irregolarità? Nulla. Non ha letto il resoconto del Mef? Difficile a credersi, visto che su un altro punto di quelli evidenziati dal Mef qualcosa ha fatto. L’ispettorato della Ragionerie dello Stato, infatti, aveva individuato anche un altro aspetto critico della gestione economica della Fondazione, quello dei buoni pasto. La Fondazione, infatti, forniva ai dipendenti buoni pasto da 8 euro, in violazione dei limiti imposti dalla Corte dei Conti: “La Corte dei Conti […] ha precisato che il valore nominale degli stessi a favore dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche non può eccedere l’importo di 7,00 euro. […] Ne consegue che l’attribuzione di buoni pasto del valore nominale di € 8,00 da parte della Fondazione verificata, inserita nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, è contraria alla normativa vigente in materia”. A Marzo del 2023, la Fondazione sceglie di risolvere questo problema. In un “Documento ricognitivo” del 2 marzo 2023, firmato tra gli altri da Lissner (Sovrintendente), Spedaliere (Direttrice) e Gaeta (Risorse Umane e responsabile trasparenza e anticorruzione), ci si impegna a cambiare il valore nominale dei buoni pasto. Da 8 euro si torna a 7.

Domanda: gli assegni di merito, segnala il Mef, dati a Maria Pia Gaeta sono tali che le permettono di superare il compenso di alcuni dirigenti della Fondazione. Qualcuno ha fatto qualcosa per risolvere il problema? No. Ma per l’euro di differenza dei buoni pasto invece ci si è attivati. Davvero la priorità della Fondazione, quando si tratta di “aggiustare” i conti con il Mef, è togliere un euro dai buoni pasto dei dipendenti e non il supercompenso, secondo il Mef irregolare, della Responsabile Risorse Umane e, allo stesso tempo, Responsabile corruzione e trasparenza? Non solo. Lissner ha concluso il suo mandato a marzo del 2025. Probabilmente a fine lugli si arriverà alla nomina del nuovo Sovrintendente. Le nomine decise da Lissner, da Statuto, dovrebbero decadere con lui. Nella stessa relazione del Mef, per esempio, si ricorda che l’incarico di Spedaliere è “assoggettato alla regola del simul stabunt, simul cadent, dovendo pertanto cessare automaticamente al termine del mandato del Sovrintendente che lo ha conferito”. E quello di Maria Pia Gaeta? Pure. Da marzo a oggi, Maria Pia Gaeta che ruolo ricopre in Fondazione? E, di conseguenza, che compenso percepisce? Gli aumenti di merito, considerati irregolari dal Mef nel 2022, vengono ancora percepiti ora? E se erano sbagliati durante la sovrintendenza Lissner, oggi, che Lissner ha finito il suo periodo e le nomine da lui fatte non valgono più, oggi non sono ancora più sbagliati? Chi monitora, chi controlla, chi vigila su tutto questo?

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