Chissà come deve essere svegliarsi tutte le mattine con una responsabilità bella grossa sulle spalle: essere l’attrice più interessante del panorama nazionale. Sarebbe da chiederlo alla diretta interessata: Jasmine Trinca. L’attrice che ora sta spopolando grazie alla fiction Rai La Storia diretto da una grande Francesca Archibugi, ha mosso i primi passi sul grande schermo una ventina d’anni fa con Nanni Moretti. C'era una volta quel dolorosissimo film La stanza del figlio, in cui Trinca interpretava la sorella del protagonista, Irene. Jasmine aveva solo diciannove anni quando ha incominciato la sua carriera, ma già si poteva intuire che quella versione abbozzata di se stessa avrebbe presto sfondato al cinema, eppure l’Italia ce ne ha messo di tempo per rendersene conto... Il suo è un fascino naturale che non conosce sforzi, l'abbiamo vista nel ruolo di Giorgia Esposti, un'adolescente con problemi psichici in La Meglio gioventù con cui si è aggiudicata il premio come miglior attrice ai Nastri d'Argento nel 2004, e in Romanzo Criminale diretto da Michele Placido nei panni di Roberta, la fidanzata de il Freddo, poi protagonista in Fortunata, di Sergio Castellitto con cui Jasmine si è aggiudicata il premio Un Certain Regard a Cannes nel 2017 e il David di Donatello per miglior attrice protagonista l'anno successivo. Con un piede nel neoralismo e l'altro ben saldo in quel di Torpignattara, Fortunata è una donna che sogna un salone di parrucchieria tutto suo da dirigere a colpi di meches e shatush. Una trama, redatta dalla Mazzantini, in cui una Roma multietnica e dal sorriso mefistofelico non spicca, ma serve per far spiccare lei, Jasmine, che riesce a vestire senza sovrastrutture inutili o ghirigori una donna che ricomincia a vivere. Il punto è che Jasmine Trinca proprio come scriveva Wim Wenders parlando del suo attore preferito, Robert Mitchum, ha fatto pure film brutti, ma lei è brava anche là. Il regista de Il cielo sopra Berlino diceva che la recitazione migliore è quella che ti fa vedere meno di quel che credi, ecco Jasmine fa esattamente questo. Grazie al suo modo di recitare così naturale e incotrovertibilmente umano, si ha sempre l'impressione che lei sia ancora meglio di quello che sembra essere.
Dopo aver condiviso diversi set con Alessandro Borghi, Jasmine Trinca ha dato volto a donne che hanno segnato la cronaca italiana, di cui l'attrice si è sempre interessata, ancor prima dell'ultimo ruolo in La Storia infatti, è stata l'Ilaria Cucchi di Sulla Mia pelle, film che ripercorre la tragica fine di suo fratello Stefano, a cui però Trinca ha evitato di associare il ruolo troppo spesso riconosciutogli di 'santino contemporaneo'. All'oggettificazione del dolore, Jasmine ha preferito la dignità da dare a un fatto che ha sconvolto il Paese e di cui Ilaria Cucchi continua ogni giorno a farsi portavoce. E poi è arrivata La Storia, fiction Rai tratta dal romanzo di Elsa Morante, ambientata nel 1941, che gira intorno alla storia di Ida Ramundo, una maestra elementare vedova, che tiene nascoste le sue origini ebraiche e un giorno, nero e cupo come gli anni violenti che si apprestavano ad arrivare, viene violentata da un soldato tedesco. Non molti sanno che Trinca ha girato una parte di questa serie praticamente sotto casa sua a Roma, nel Rione Testaccio, dove ha sempre vissuto. La Storia se avesse avuto un’altra protagonista probabilmente non avrebbe reso allo stesso modo. È lei che nelle meravigliose fotografie in penombra permette a tutta la narrazione di procedere a passo spedito. È lei che rende viva La Storia. Del resto, Trinca che sembra aver attirato l'attenzione del pubblico soltanto in queste ultime settimane grazie a Mamma Rai, in un'intervista recente aveva dichiarato di aver atteso un ruolo come questo da tutta la vita. Rovesciamo la frase, siamo noi, Jasmine, ad aver aspettato a lungo un ruolo che ti permettesse di essere conosciuta da tutti quanti. Ora però, dopo aver conquistato la Capitale, proviamo oltreoceano?