“E tutti quelli che voglion le orchestre/ non si fidano dei DJ”. Giorni fa, come incipit del pezzo dedicato a Odio i La Sad (lo trovate qui), secondo album della band punk passata dal Festival di Sanremo con Autodistruttivo, prendevo le mosse da una strofa di Sexy, brano di Luca Carboni del 1985, tratto dal suo secondo lavoro di studio Forever. Oggi, per parlare di quel che è successo ieri al Coachella Festival, partiamo da una strofa di un altro brano del medesimo album di Luca Carboni, Sarà un uomo. Perché oggi parliamo di Dj, e per parlare di Dj prendiamo spunto da una immane figura di merda, avvenuta, va sottolineato, urbi et orbi, senza possibilità alcuna di metterci una pezza. Questi i fatti, è di scena il Coachella Festival, uno dei più importanti eventi musicali al mondo, diciamo uno di quelli che si devono assolutamente citare quando si parla di musica dal vivo e di megaraduni. Presso Empire Polo Club di Indio, California, infatti, tra il 12 e il 21 aprile si sta svolgendo questo evento, Coachella Valley Music and Arts Festival, questo il nome esatto, con headliner gente del calibro di Lana Del Rey (che ha duettato con Billie Eilish, questa una delle notizie di cui un po’ tutti hanno parlato), Dojo Cat, Tyler the Creator, e centinaia di altri artisti sparsi per i vari stage. Un evento che avviene in un luogo preciso del mondo, appunto, ma che grazie soprattutto ai social, e alle migliaia di giornalisti, non solo musicali, presenti in loco, oltre che della possibilità di seguirlo online, è sostanzialmente un evento globale, ma globale davvero. Questo a voler dire che se da quelle parti succede qualcosa di bello, ha citato en passant la collaborazione tra Lana Del Rey e Billie Eilish, insieme a duettare su Ocean Eyes e Video Games, rispettivamente della seconda e della prima, ma andrebbe detto anche della attesissima reunion dei No Doubt, la band di Gwen Stefani, di nuovo insieme dopo dodici anni, con ospite a sorpresa Olivia Rodrigo, o l’ospitata di Shakira nella gig di Bizarrap, i due hanno già collaborato su disco, o ancora quella di Will Smith con J Balvin. Insomma, di tutto e di più, come del resto succede in questi eventi, dal Lollapalooza al Primavera, quando succede qualcosa di bello lo veniamo a sapere tutti, tutti ne parliamo e tutti condividiamo i contenuti. Lo stesso, però, succede quando a qualcuno le cose non vanno esattamente come previsto, per non dire che vanno proprio male. È successo a Nelly Furtado, il cui infortunio è diventato di dominio pubblico, un lungo taglio al pollice della mano destra, dovuto a una rovinosa caduta, ma soprattutto è successo, e sta succedendo, a Grimes, oggetto di una plastica e viralissima figura di merda.
Premesso che la cantautrice canadese, con alle spalle anche lavori interessanti, ma decisamente più nota per motivi extramusicali quali l’essere stata compagna di Elon Musk, il signor Tesla, X e chi più ne ha più ne metta, nonché madre di un tot di suoi figli, tutti con nomi che assomigliano più a formule matematiche che a nomi propri di persona, con tutta una serie di stravaganze alle spalle, dal voler andare a vivere su Marte all’essersi fatta tatuare riproducendo, ha detto, cicatrici aliene, va detto che stavolta, ahilei, è proprio per faccende musicali che si sta parlando di lei. Grimes, infatti, era ieri titolare di un Dj set. Come in un po’ tutti i festival musicali, infatti, oltre che concerti e set live, al Coachella ci sono sparsi per l’area svariati stage dove fino a notte fonda si susseguono Dj set. Dj set che hanno spesso per protagonisti i nomi principali del clubbing mondiale, stiamo pur sempre parlando di Coachella, ma che, proprio come in molte discoteche anche di grido e di fama internazionale, a volte hanno per protagonisti delle celebrity arrivati di fronte al pubblico e dietro la consolle più per il nome che per le proprie capacità. Deve essere stato questo il caso di Grimes, che durante il suo set ha avuto seri problemi con le sue macchine, trovandosi di colpo nell’impossibilità di portare avanti un dj set che si possa definire tale perché, parole, su, il programma che mix i brani da solo si è inceppato e lei non aveva idea di come andare avanti. Roba complicata, sembra, ha chiosato. Il risultato è stato rovinoso, oltre che ridicolo, con lei, Grimes, che dopo aver fatto una plateale figura di merda in loco e in diretta web, si è poi trovata a dover goffamente chiedere scusa per questo problemino, cioè quello di aver provato a tutti quanti quanto sia incapace di fare un mestiere che, però, da tempo svolge impunemente. Le scuse che per altro Grimes si è trovata a rivolgere al pubblico presente, lo ha fatto tramite delle stories su Instagram, sono scuse per problemi tecnici, non per manifesta incapacità, forse ultimo tentativo di salvare la faccia, ormai compromessa, o prova ulteriore di inconsapevolezza che per fare il Dj toccherebbe avere alle spalle delle capacità, della tecnica, quello che si chiama mestiere. Ora, premesso che una figura di merda, nella vita, l’abbiamo fatta tutti, anche più d’una, e che è evidente che la relazione numerica col pubblico di fronte al quale si arriva a fare una figura di merda non può che essere correlata alla propria fama, nel caso di Grimes, ripeto, dovuta più alla vita privata che alla carriera artistica, quindi davvero senza limiti, andrebbe fatto un ragionamento serio sul perché, da un certo punto in poi, un po’ tutti si sono sentiti in diritto, a volte anche in dovere, di spacciarsi per Dj, da star o starlette televisive a personaggi del mondo dello sport, passando per musicisti e cantanti che, di fronte a una consolle, spesso non hanno la minima idea di come muoversi. Forse, ma qui si azzardano ipotesi proprio per incapacità dello scrivente di arrivare a conclusioni sensate, per la medesima ragione per cui capita spesso di leggere battute più o meno sagaci da parte di musicisti, spesso senza arte ne parte, nei confronti dei Dj, rei di dire di andare a suonare a qualche parte. Come a dire che i Dj non suonano, al massimo mettono i dischi, come se tutti quelli che invece suonano o dicono di suonare fossero giocoforza meglio di chi mixa e propone soluzioni musicali che altrimenti non sarebbero presenti in natura. Non sono un frequentatore di discoteche, non lo sono ora e non lo ero da giovane, ne parlavo sempre giorni fa raccontando della anomala presentazione di Discoteche abbandonate di Max Pezzali (questo), suo nuovo singolo a quei luoghi dedicato, ma sono da sempre attratto dalla figura del DJ, uno che elabora suoni e che, ormai da tempo, diciamo da che il rap, prima, l’urban e la trap, poi, hanno invaso e influenzato il terreno di gioco del pop, è diventato figura centrale del mondo della musica. Al punto che anni fa ho ipotizzato di dar vita a un progetto che, muovendo i passi dal noto best seller di Geoff Dyer, dedicato al jazz, si sarebbe dovuto intitolare Natura morta con custodia di vinile, lì top player del mondo del jazz raccontati a partire da foto che li immortalava nel momento della loro creazione artistica, su un palco, lì a improvvisare, qui a partire da altrettante foto di Dj colti nel medesimo momento creativo, dietro alla consolle durante un DJ set. Progetto ovviamente abortito per questa mia pigrizia che mi tiene ancorato al divano di casa, in ciabatte, ma che brandisco ora a mo di clava per respingere quanti, come nell’incipit di questo pezzo, tratto da un brano di quasi quarant’anni fa di Luca Carboni, contrapponeva orchestre e Dj, essendo già quarant’anni fa una aberrazione ragionare in questi termini. E proprio perché il Dj è un artista, al pari di un musicista o di un cantante, lo è se è un artista ovviamente, come per le altre categorie su menzionate, forse sarebbe il caso che chi organizza eventi, tanto più eventi della portata come il Coachella Valley Music and Arts Festival, chiamasse a svolgere Dj set chi in effetti è davvero in grado di indossare quei panni seriamente, non improvvisati scappati di casa che si trovano là solo perché famosi e fighi. Del resto, mica vorremo anche solo pensare che una come Peggy Gou non sia abbastanza famosa o figa per poter essere chiamata a fare la Dj? Lo so, mi piace vincere facile, ma era per capirsi.
L’affaire Grimes credo lascerà qualche traccia dietro di sé, perché da tempo ci si lamenta di come spesso chi muove le manopole dietro la consolle risulta un po’ troppo improvvisato, e almeno laddove la musica dovrebbe essere centrale sarebbe bene fare selezione all’ingresso non solo per il pubblico, anzi, tanto più per chi al pubblico deve far arrivare la musica. Poi, intendiamoci, il video, a sua volta virale, di non ricordo che Dj che finge di stare alla consolle, mentre in realtà muove le mani nel nulla, coperto da un paravento, mentre la musica evidentemente già preparata sotto forma di remix va da sola ha fatto ridere anche me, e immagino anche chi il Dj lo fa sul serio. Ma si spera che almeno per un po’ le Grimes di turno tornino a fare le cantanti, che è il loro mestiere, o, nel caso specifico proprio di Grimes, di una sua qualche stramberia legata alla cyborghizzazione del proprio corpo, a un qualche viaggio interstellare o roba del genere. Del resto, dopo una figura di merda del genere, giusto su Marte la potrebbero prendere sul serio. A meno che anche lì non siano arrivati i frame del suo Dj set al Coachella, e le goffe scuse che addossano la colpa a sedicenti problemi tecnici.