Il Premio Strega. Il topic letterario per eccellenza, il più discusso della settimana e che già pronto a infiammare i salotti letterari e i circoli di lettori più in d’Italia. Dopo lunghi mesi di attesa lo scorso venerdì 5 aprile sono finalmente stati pubblicati i nomi dei 12 scrittori finalisti, che si contenderanno il primo posto che verrà annunciato il prossimo 4 luglio. La mitica dozzina consigliata dagli Amici della domenica ha selezionato infatti 12 autori e autrici fra ben 82 titoli proposti – un record assoluto quest’anno – che comprende fra gli altri Chiara Valerio con il suo romanzo Chi dice e chi tace (Sellerio), Melissa Panarello con Storia dei miei soldi (Bompiani), Paolo di Paolo con Romanzo senza umani (Feltrinelli) e molti altri volti noti al mondo dell’editoria e non solo. Tuttavia, nei giorni immediatamente successivi all’annuncio dei finalisti, è circolato un dato particolarmente interessante: è uscito infatti il numero di copie vendute al 31 marzo 2024 per ognuno dei 12 titoli in gara. A guardare la lista, escludendo L’età fragile di Donatella di Pietrantonio, che ha venduto oltre 53.000 copie, Cose che non si raccontano di Antonella Lattanzi che ne ha vendute poco più di 19.000 e Chi dice e chi tace di Chiara Valerio le cui copie vendute sono 17.343, emerge un dato: questi libri non li compra – e a questo punto nemmeno li legge – praticamente nessuno.
È infatti alquanto surreale, e molto poco rassicurante, vedere che fra i titoli finalisti alcuni non sono riusciti a vendere nemmeno 1000 copie, e parliamo di 5 casi (quasi la metà!). Ma davvero oggi questi libri così famosi, presumibilmente imperdibili – giacché sono stati candidati allo Strega – non riescono a vendere non diciamo 100.000 copie, ma nemmeno mille? A che pubblico sono destinati allora? Vien da chiedersi, e soprattutto, con quali criteri vengono scelti per essere in gara?
Certo, se andiamo a vedere i dati delle indagini sugli indici di lettura dello scorso anno, così come degli anni precedenti, i numeri sono davvero demoralizzanti, dato che nel 2023 era emerso che circa il 60% degli italiani non legge nemmeno un libro all’anno; a quel punto però, se di libri ne escono migliaia e migliaia ogni giorno, fra circa 5000 case editrici, piccole, medie e grandi, sparse in tutta Italia, chi mai leggerà i libri candidati allo Strega? La sensazione generale è che nell’abisso culturale in cui ci si stiamo immergendo negli ultimi anni, fra TikTok, influencer (che scrivono anche loro libri, per quanto discutibili) e una lingua sempre più semplice e povera, i libri candidati allo Strega, salvo rare eccezioni, siano destinati solo una piccola nicchia di “addetti ai lavori” che si leggono, si consigliano magari recensiscono fra loro, a vicenda, ma di cui il grande pubblico a distanza di anni non ricorderà nulla.