La prevedibilissima finale di Masterchef 13 arriva senza, ovviamente, stupire, ma dimostrando un livello altissimo estetico e culinario e una buona dose di intrattenimento. La vittoria di Eleonora, scritta nella Torah di questa stagione, fa da controcanto all’unica eliminazione tanto immaginabile quanto ingiusta: quella di Sara. I giudici, però, hanno dimostrato (almeno nell’episodio 23, il penultimo) un buon temperamento e una certa pacatezza. Emotivamente Antonio è il migliore della finale, ma andiamo ai voti per un'ultima volta.
Barbieri 9
I giudici, ormai un’unica cosa, sono elegantissimi e pacati. Promossi per questa edizione che non ha visto particolari picchi ma una buona costanza. Peccato per alcune scelte, come l’eliminazione di Sara, ma è stata una delle finali più equilibrate in tutti questi anni. Barbieri, segni particolari: lo stile.
Cannavacciuolo 9
È lui che parla di più, che consola. L’eliminazione di Sara, vero momento notevole – si sarà capito – della finale, viene gestita da lui con enorme eleganza. Avrà preso da Locatelli? Cannavaciuolo, segni particolari: bonarietà.
Locatelli 9
Resta il giudice dal sangue blu, un pelino severo fino alla semifinale e ora discreto e raffinato. Segni particolari: un cavallo bianco.
Antonio 8
In finale mostra una dolcezza imbarazzata di chi sa cosa prova ma non sa come porsi in pubblico nei confronti di quel sentimento. Sono i casi in cui, oltre alla scorza, c’è la polpa. Che frutto è? Un frutto buono ma deciso, un gusto che non deve essere messo in discussione, perché dimostra a ogni morso che c’è. Anche nella cucina è così, senza grandi picchi, ma negli ultimi tempi molto nitido di fronte alla telecamera e ai giudici. I piatti di Antonio son esteticamente molto interessanti e vivaci.
Eleonora: voto 8,5
Essere eccentrici paga. Un menù eccentrico vince. Lo hanno detto tutti e lo diranno. Che brava Eleonora. È brava. Ma anche basta. Dateci un po’ di sana frugalità, seneza quelle che un nonno simpatico e di provincia avrebbe definito “cinesate”. Ci sono facili orientalismi che rendono il tutto un po’ finto.
Michela: voto 7
Michela e le spine, sue e del pesce del suo antipasto. Momento più alto della sua prova: il figlio che le dice “dai mamma” e lei “stai zitto”. Meraviglioso. Dimostra che ci tiene, ma che ciò che ha sempre dimostro di essere è ciò che è sempre stata. Il suo viaggio nel nord Italia, tra lago di Garda e montagne, è il suo, forse un po’ troppo per arrivare oltre il suo bancone.
Sara 10
Finalmente possiamo dargli un bel 10. Dovevamo aspettare l’eliminazione, che infatti è arrivata. È la vera vincitrice. Hanno trovato una spina nell’unico pesce maledetto da spinare in semifinale. Poi una carne da scottare, un brodo, una salsa barbecue che sembrava un acrilico (nel piatto originale da imitare). Qualcosa non quadra nel modo di premiare chi ha tenuto un livello decisamente ottimo per tutto il percorso. Ma il 10 lo merita anche per lo stile e l’eleganza. Quando mandano in finale Michela e deve uscire, prova a trattenere le lacrime, non si scompone, non piega neanche la testa. Guarda i giudici, sembra quasi un militare che va in congedo. Un altro livello, che meriterebbe un’occasione nelle cucine di uno dei giudici. Vincitrice morale, forse fin troppo incompresa. La costanza non premia, ma chissà che menù succulento avremmo visto.