Masterchef 13 regala una buona competizione, ma, ancora di più, buone sfide. La Red Mistery Box è una bella novità e iniziare con Davide Scabin è come chiedere la benedizione per il resto del viaggio. E la benedizione è arrivata grazie al suo Cyber egg, il piatto dei piatti, l’esemplificazione del genio. Scabin è il Mondrian della cucina italiana, anche se forse troppo santone. Persino Michela ormai è diventata troppo buona e Niccolò risulta simpatico e per nulla fastidioso. Forse ci è, non ci fa. Ma sugli eliminati si poteva fare di più. Uno se l’è meritato, l’altro no. Iniziamo.
Bruno Barbieri: voto 7
Come per Locatelli, il 7 è di principio. A questo giro Cannavacciuolo in versione sportiva vale tutto. Tutti bravi, in linea con le scorse puntate.
Antonino Cannavacciuolo: voto 8
Vogliamo un corso di pilates tenuto da Antonino. Avete presente quelle cassette in vhs che venivano date con le riviste di salute in edicola? Gli esercizi da fare in casa, la ginnastica dolce. Bastavano una sedia, un tappetino, una palla e un completo a tinta unita, possibilmente di un verde improbabile o un arancione fluorescente. Ecco, vorremmo Cannavacciuolo così per sempre dopo la sua partita di paddle.
Giorgio Locatelli: voto 7,5
Come per Barbieri, all’altezza delle aspettative. Un 8 se non fosse che l’8 doveva prenderselo solo Cannavacciuolo. La sua presenza durante l’esterna però merita. Ha anche spiegato a Kassandra quanto ci vuole a cuocere un risotto. Così, en passant.
Davide Scabin: 8
Solo Cannavacciuolo, eccezion fatta per l’ospite, ormai una certezza. Davide Scabin è cattivo, razionale, forse leggermente troppo sacerdotale nei modi, con massime à la Paolo Fox che potrebbe risparmiare. Ma racconta il suo Cyber egg, non un piatto. Il piatto. Concettualmente qualcosa di inarrivabile. Tant’è che nessuno, durante la Red Mistery Box, ci è arrivato.
Alberto: voto 6
Finisce tra i peggiori con un’ottima idea. Come al solito la sua pacatezza tranquillizza tutti, indistintamente. La tranquillità è sufficiente, l’idea pure. Peccato la realizzazione. Ma indirettamente si è preso i complimenti di Scabin. Non può scendere sotto al 6. Peccato sia stato eliminato. Nel grande ordine delle cose ci sono almeno tre o quattro persone che lo avrebbero meritato di più.
Alice: voto 6
Non è che si sia fatta notare.
Andrea: voto 4
Ancora una volta tra i peggiori, se ne va. Andrea s’è perso, ma i giudici gli indicano la via di casa. Bene così, ha la faccia buona ma le mani meno. Non inferiamo.
Antonio: voto 3
Si dimostra tanto inutile quando convinto di sé.
Deborah: voto 8
Che bella l’insalata cyborg. Sta dimostrando di essere tanto temibile quanto gentile. Uno dei personaggi virtuosi di questa edizione.
Eleonora: voto 7
Un tantino sconclusionata ma brava. In queste puntate
Filippo: voto 4
Ma i piselli sono crudi o sono cotti? Per tre chef stellati, i giudici oltretutto, sono crudi. Per lui sono cotti e buoni. E ci tiene a farglielo sapere. Bisogna davvero motivare il voto?
Kassandra: voto 5
A questo giro più accanimento nei suoi confronti che altro. La sua tortilla salva vita era invitante e, pare, azzeccata. Nulla di ché, ma meglio di niente.
Lorenzo: voto 4
Chi?
Marcus: voto 7
Date a Marcus dieci minuti in solitaria nel programma o ce lo scordiamo. È un peccato, perché è bravo. Forse sufficientemente bravo a non essere granché protagonista.
Michela: voto 7
Si sta sciogliendo. La donna forte e sportiva poteva fare la differenza in esterna, ma non l’ha fatto. Ha accettato della salsiccia in un risotto dietetico. Che si sia troppo rabbonita?
Niccolò: voto 7
Ha perso l’esterna, anche per buoni motivi. Non ha polso. Ma chi se ne frega. Ha imitato Iginio Massari che gioca a paddle, il momento più alto delle due puntate.
Sara: voto 5
È buonissima. La guardi e pensi a Beatrice, l’altra buonissima. Pensi alla bontà in sé. Difficile dire quanto sia adeguata per Masterchef.
Settimino: voto 4
Perdoniamogli il tatto malandato, avrà i calli. Il porro diventa un salame, la stracciatella una passata, lo spezzatino ora ha l’osso. Il suo piatto migliore è un midollo al forno con olio e sale. Deve ringraziare Sant’Ossobuco ma è arrivata la sua ora.