La puntata del Basement di Gianluca Gazzoli del 20 gennaio con Luca Marinelli è stata registrata prima dell’uscita della serie Sky M – Il figlio del secolo. Eppure, l’attore sembra quasi rispondere ad alcune critiche che gli sono state rivolte nei giorni scorsi. Oltre i chili presi (che sono ventiquattro) e il dialetto romagnolo, c’è la questione politica. Il suo Benito Mussolini guarda dritto in camera, parlando direttamente a noi: il fascismo può tornare, sembra dirci. All’inizio l’attore era incerto, poi ha letto il libro di Antonio Scurati, “un gesto meraviglioso e di un antifascismo grandioso, bellissimo”. E dopo il confronto con il regista Joe Wright ha deciso di dire sì. Poi il già noto confronto con la nonna, che è già stato raccontato più volte: “Le ho detto che avrei voluto prendermi, da antifascista, la mia responsabilità”. La paura, però, qual era? Forse quella di idolatrare indirettamente un personaggio inavvicinabile? “Non sai mai veramente dove vai, dove entri, a cosa ti avvicini. In questo caso questa cosa mi dava molti pensieri, molte preoccupazioni”. Contrariamente a quanto sostenuto da molti, però, Marinelli rivendica l’accuratezza storica della serie. Quegli anni, dice, vanno conosciuti, studiati, non dimenticati. “Ci sono dei punti in comune con il periodo che stiamo vivendo?”, chiede Gazzoli. “Io vedo tantissimi parallelismi”, replica l’interprete di M., “vediamo in tutta Europa governi di estrema destra che stanno prendendo piede. Credo che l’unico antidoto sia di mettersi davanti alla propria ignoranza”, cercando di superarla per “non lasciarsi convincere alle risposte semplici”.
La serie arriva al momento giusto, quindi? “Sì, sono molto curioso”. Marinelli sottolinea come M. sia stata fatta vedere a molti ragazzi “dalla parte giusta del presente”: “Sono stati bellissimi, li ringrazio”. Il percorso di avvicinamento al personaggio è stato scandito da molte letture. Alcune, ovviamente, da filtrare per eliminare la propaganda dai testi dell’epoca: “Era tutto molto formale quello che trovavi”. E lui stesso ha imparato molto sul set, soprattutto grazie al confronto con Scurati. La chiusura del cerchio, di nuovo a casa di sua nonna: “Ho pianto di notte, da solo. Mi sono detto: ‘Cosa ti sei fatto?’”.