In questa carrellata, menzioniamo per prima un’artista emergente, Ceneri, cantautrice friulana classe 2000, che questo venerdì ha dato alla luce il suo primo album dal titolo “Forma liquida”. La settimana scorsa l’aveva anticipato con l’uscita di “Ghiaccio” in collaborazione con Chiello, facendone assaporare le atmosfere eteree e raffinate, sostenute da un lirismo ricercato. Se è possibile usare i temi classici della poesia per scrivere canzoni, questo disco ne è l’esempio, con Chiari di luna moderni (“sei l’altro lato della luna, ancora oggi tu mi dai le spalle”) e la natura acquatica che a ogni suo stadio, da solido a gassoso, diventa un elemento del paesaggio interiore di Ceneri, come romanticismo vuole. Anche per Astro è stato il momento di esordio nella discografia italiana, sempre sotto l’ala del suo mentore Ghali, che lo ha accolto già da anni nella sua etichetta e nei suoi progetti. L’album omonimo è un disco trap curato e che funziona come primo lavoro ufficiale, con le collaborazioni giuste, da Capo Plaza e Anna a Tony Boy e Guè, oltre ai produttori più originali del momento, tra cui Sadturs e Kiid, sempre della Sto Records di Ghali. Ancora manca però un tratto distintivo forte dell’identità artistica di Astro, che nonostante una scrittura promettente non sconvolge la scena, pur proponendo buone canzoni.
Un grande ritorno invece, è stato quello di Izi, che insieme a Joshua su una produzione di Shablo in “Hope” mostra tutta la maturità acquisita lontano dai riflettori, denunciando il suo disincanto per il mondo, a cui preferisce il cielo e la follia (“Sono quasi sempre in bilico tra la follia e la luce che mi spara nel cielo”). A riportarci con i piedi per terra, anzi sulle rotaie, ci pensa Epoque con la sua “Tram 83”, una canzone leggera che mostra il punto di vista di una giovane ragazza, che si perde nella notte della città per dimenticare una delusione d’amore. Il brano è ricco di riferimenti alla cultura afro, a cui appartiene per le sue radici congolesi, dal burro di cocco che si usa per i capelli ricci, al durag, una specie di cuffia usata per tenere in ordine dred e treccine.
Emma Marrone, invece, con “Souvenir - Extended Edition” aggiunge nuove canzoni al suo ultimo album uscito a ottobre scorso, riconfermando la sua autentica curiosità verso la nuova scuola di cantanti e musicisti, dai produttori JULI e Dibla all’imprevedibile Baby Gang. Quella di Emma non è una mossa studiata a tavolino per mantenere un suono fresco, di tendenza, ma un vero interesse verso l’evoluzione delle espressioni sonore, che dovrebbe essere vitale per ogni artista. Questo recente rinnovamento potrebbe far dimenticare, a chi ne ha memoria per questioni anagrafiche, il suo passato da Amica di Maria e apprezzarla per la voracità con cui accoglie e restituisce la musica alle masse.