Rischiare la vita a 17 anni per la notorietà e vendere due magliette? Seguire le proprie passioni e sfidare le forze dell'ordine andando contro ogni regola? Il limite tra genio e pazzia decidetelo voi, la realtà dei fatti è che Dedelate ha 17 anni, ed è diventato famoso per i suoi selfie impossibili, dal volto pixelato e non, che fanno venire le vertigini, e magari anche l'ansia. È salito fino in cima ai tralicci rossi di San Siro durante il concerto di Sfera Ebbasta, “scappando da 80 sbirri”, postando il tutto su Instagram e beccandosi anche un plauso dal trapper, che nei commenti gli ha scritto “crazyyyy”. Nel video presente nel post si vede anche lui che corre sopra all'impalcatura. Non è certo cosa per tutti: già salire lì sopra è un'impresa che richiede un talento non indifferente, ma farlo eludendo ogni possibile intervento della sicurezza vuol dire essere un campione. Siamo oltre il coraggio in tutti i sensi, anche perché la sua identità è ben nota: si sa dove abita, in provincia di Sondrio, e anche il nome, o almeno le iniziali, F.Z. Ma non sono certo le denunce a intimidirlo.
Insieme a un gruppo di amici ha già scalato diversi palazzi di Milano, dalla Stazione Centrale al Castello Sforzesco. Poi la galleria Vittorio Emanuele II, arrivando anche in cima al Duomo per farsi un selfie con la Madonnina e il dito medio alzato. È salito sul tetto di Palazzo Carminati, affacciato su piazza Duomo, durante il concerto di Radio Italia, per poi scendere giù e saltare su una macchina dei vigili urbani. Sul suo profilo ci sono anche video con le gambe a penzoloni giù dal tetto di un grattacielo, foto da dentro la Questura filmati sul tetto del Teatro Ariston di Sanremo durante il Festival. Ovviamente non mancano le critiche e le perplessità. Una ragazza sotto al post di San Siro gli fa notare che se fosse caduto avrebbe rovinato la sua vita e il concerto a tutti. I più vecchi si preoccupano invece del sempreverde spirito di emulazione, non tenendo conto del fatto che per emulare una cosa del genere devi esserne capace, e magari anche allenato.
Qualche dubbio può salire anche sul movente: perché fare un'impresa del genere? Per vendere le magliette del proprio brand a 35 euro l'una? Per i soldi, la fama? Questa però, a pensarci bene, è una critica che si può muovere a chiunque faccia sport estremi, e da questo punto di vista i contest organizzati da Redbull non dovrebbero esistere. Alla fine ha ragione Sfera nel suo commento: crazy, con qualche ypsilon in più. Se non lo sei a 17 anni, puoi soltanto invecchiare male.