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Paolo Talanca: “Amadeus
a Sanremo è una dittatura bianca,
più di Pippo Baudo”. Sogna direttore
artistico Morgan e su
Maneskin e Marco Mengoni…

  • di Giulia Sorrentino Giulia Sorrentino

7 novembre 2023

Paolo Talanca: “Amadeus a Sanremo è una dittatura bianca, più di Pippo Baudo”. Sogna direttore artistico Morgan e su Maneskin e Marco Mengoni…
Abbiamo intervistato il critico musicale Paolo Talanca a proposito di Sanremo e gli abbiamo chiesto dell’ennesima conduzione del Festival di Amadeus: una “dittatura bianca”, l'ha definita, che ha fatto cose buone ma ha indebolito il pluralismo. "Almeno Pippo Baudo non ne ha fatti così tanti di fila”. E poi non ha avuto esitazioni sul definire “rock” i Maneskin e nemmeno nel parlare di Morgan: “Se si arrivasse ad averlo come direttore artistico di Sanremo vivremmo in un mondo perfetto”. Buono, invece, lo spunto di Marco Mengoni come co-conduttore, ma c’è un artista che a suo dire può fare di meglio…

di Giulia Sorrentino Giulia Sorrentino

Paolo Talanca, direttore artistico dell’Osteria delle Dame di Bologna e critico per Il Fatto quotidiano, va controcorrente rispetto a molti esperti: “Sì, i Maneskin se li meritano quei premi”. Non contano per lui le accuse di non essere rock, di essere troppo pop. “In giro”, dice, “c’è tanta roba scadente”: non ha senso, quindi, prendersela con il successo di una band italiana. Non saranno i Pink Floyd, ma sono migliori di tanti altri che fanno musica. Così come è inutile prendersela con la politica: la musica è arte e non sempre si possono trovare nella politica la ragione del declino. Questo, comunque, non è dovuto dalla deriva commerciale che ha preso la musica in generale: quello che manca è la ricerca, le idee dietro la produzione. E sulla co-conduzione annunciata di Marco Mengoni al fianco di Amadeus? “Lui è un cantante, si occupa di musica, Sanremo è una manifestazione musicale, chi meglio di lui come co-conduttore”. Un buono spunto, dunque, quello di Amadeus, su cui comunque Talanca ha delle perplessità. Troppi anni di seguito alla guida mascherano forse una mancanza di fondo. Una “dittatura bianca” che comunque ha fatto delle cose discrete. Nessuna critica fatta a prescindere, anche se “queste edizioni una dopo l'altra ci fanno perdere quel pluralismo di cui abbiamo bisogno”. La monotonia della direzione artistica, in questo sì simile alla politica, indebolisce la cultura. Ha poi risposto alle provocazioni di un Morgan o Fedez come direttori artistici e ci ha detto quale artista, invece, può dare di più…

Paolo Talanca
Il critico musicale Paolo Talanca

Paolo Talanca, cosa pensi dei premi e del successo dei Maneskin?

Per me se li meritano, perché hanno una bella scrittura, e questo si poteva capire anche quando scrivevano esclusivamente in italiano, ma noi siamo degli artisti soprattutto nel buttare giù le cose nostre ed esaltare quelle estere. Quando una band che vale ha tutto questo successo io mi dico: “Meno male che ce l'hanno”, perché in giro c'è davvero tanta roba scadente. E questo soprattutto negli ultimi dieci anni, per cui ben venga il successo dei Maneskin.

Ci puoi fare un esempio di musica scadente?

Tutto l'indie che è diventato it-pop e che ora si sente in giro in Italia, molte canzoni di Tommaso Paradiso. Ho sentito l'ultimo di Calcutta, lo fanno passare come il nuovo De Gregori ma diamoci una regolata.… Anche canzoni di gruppi che valgono pure sotto il punto di vista dei contenuti e dei testi come Coma Cose: musicalmente si è molto abbassato il livello generale. A me i Coma Cose piacciono, ma ci si accontenta di poco oggi, come idea musicale, come idea di graffio musicale. Adesso sembrano tutte musichette dei cartoni animati.

Quindi la musica ha preso più una deriva commerciale?

Sì, ma non è neanche tanto il discorso del commerciale è proprio il fatto che copiano le cose che funzionano e non c'è nessun tipo di ricerca o di idea espressiva. Non ci si chiede più: “Chissà se funziono”. Veramente il livello è basso. Per questo dico, ben vengano i Maneskin. Damiano è un frontman incredibile e hanno comunque un sound originale. La scrittura, ma questo già dalle prime canzoni, è di livello alto, per cui è giusto che abbiano successo.

Sono rock o non sono rock, visto che in tanti si dividono su questo?

Ma certo che sono rock. Che cos'è il rock se non è quello dei Maneskin? Non ti dico che siano virtuosi, ma nella storia delle rock band non è detto che per forza debbano essere virtuosi i musicisti. Ci sono delle rock band che puntavano magari di più sulla scrittura o sulla ricerca di una certa sonorità e altri più sul virtuosismo.

Damiano e Victoria
Damiano e Victoria in concerto

Verranno ricordati al pari di come noi oggi ricordiamo ad esempio i Pink Floyd?

A livello planetario probabilmente no, ma per noi in Italia si.

Come ti spieghi l’ennesima riconferma di Amadeus? È una sconfitta del governo Meloni che non riesce a trovare un’alternativa?

Io non la metterei sotto il punto di vista politico. Sanremo è sempre stata una cosa a sé, oramai fa parte del costume. Sanremo è sempre uguale a sé stesso e oggi con questo livello musicale dovrebbero cambiare molte o troppe cose per poterci permettere un Sanremo diverso. Quella di Amadeus è una specie di dittatura bianca, ma lui fa tante cose anche egregie: non dimentico Giovanni Truppi, che è originale, lui non somiglia a nessuno. Amadeus ha dato spazio anche agli stessi Coma Cose di cui parlavamo prima, ha messo in luce Colapesce e Dimartino, che, per fortuna, adesso, dopo questo disco, tornano a essere Colapesce da una parte e Dimartino dall'altra. Senza Sanremo non avremmo l'attenzione mediatica su questi due. Io non sono tra quelli che buttano giù Amadeus a prescindere. Certo tutte queste edizioni una dopo l'altra ci fanno perdere quel pluralismo di cui abbiamo bisogno, perché è chiaro che se un direttore artistico dura quattro o cinque anni per un Festival così importante non è proprio una cosa positiva.

Gli ammiratori di Amadeus potrebbero dire che Pippo Baudo ne ha fatti tantissimi di Festival…

Sì, ma non di fila, c'è stata alternanza perché è tornato in stagioni diverse. Amadeus al di là di questo ha comunque dei meriti importanti, tra i quali l'aver fatto emergere artisti come Willy Peyote. Li ha messi in luce ed è una cosa che pochissimi hanno fatto prima di lui, questo ci tengo a dirlo. Le cose non le dobbiamo vedere o bianche o nere.

Marco Mengoni che presenta la prima serata di Sanremo è un'altra trovata giusta di Amadeus?

Io su Mengoni feci un articolo quando uscì da X Factor e ho sempre pensato che fosse incredibile, ma non ci vuole tanto a capirlo. Pensavo, però, che il repertorio glielo aggiustassero e che gli dessero canzoni che potessero far esprimere le sue caratteristiche egregie, e dico “egregie” perché è proprio la parola che usai nel mio pezzo. Lui è un cantante, si occupa di musica, Sanremo è una manifestazione musicale, chi meglio di lui come co-conduttore

Amadeus e Pippo Baudo
Amadeus e Pippo Baudo

L'anno scorso c'erano tutte figure che non appartenevano al mondo della musica nelle vesti di co-conduttori…

Ma ci saranno anche in questa edizione, Mengoni sarà tra gli altri ed è un bene che ci sia anche lui

Forse è un primo passo per affiancare il ruolo di co-conduttore a qualcuno che comunque orbita nella sfera musicale?

Sì, è meglio un personaggio musicale, ma non condanno il fatto che ci sia un influencer.

È stata fatta l'ipotesi Morgan come direttore artistico, come anche Fedez. Cosa ne pensi?

Valuto Morgan molto meglio di Fedez. Fedez è una persona molto intelligente, conosce un certo tipo di musica, soprattutto la sua, ma Morgan sarebbe il più adatto in assoluto. Se si arrivasse ad avere Morgan come direttore artistico di Sanremo vorrebbe dire essere in un mondo perfetto. Si vede anche dalle puntate di X Factor, Morgan è uno di quelli che quando prende la parola sa quello che sta dicendo, è sempre costruttivo nelle sue analisi. Morgan direttore artistico di Sanremo sarebbe il mondo ideale e farebbe anche dialogare in maniera costruttiva Sanremo e il club Tenco.

Come ti spieghi certe critiche nei suoi confronti?

Credo che sia molto semplice, perché Morgan mette sempre avanti la creatività, il senso dell'importanza di andare dietro alla creatività, ma la popular music e chi se ne occupa spesso invece cerca quella ripetitività che funzioni. Queste cose, quindi, vanno automaticamente in contrasto. Non avviene invece tra gli addetti ai lavori, perché conosciamo Marco di persona, a tutti è capitato di farci una chiacchierata, magari a cena, e si capisce, quando ce l'hai davanti che stai parlando con una persona che sa il fatto suo. Questa cosa però non sempre esce dai media.

Morgan
Morgan a X Factor

Possiamo dire che non va bene ad alcuni perché non si rifà a dei cliché?

Sicuramente non si rifà ai cliché, li evita proprio. E questo dovrebbero farlo tutti gli artisti e anche i direttori artistici. I direttori artistici dovrebbero evitare la cosa che funziona certamente, perché è lì la difficoltà di fare quel mestiere. Si dovrebbe puntare a ciò che è significativo e non a ciò che è iconico. Purtroppo, però, sono due modi di pensare molto diversi. Morgan è uno che studia 20 ore al giorno, è anche troppo creativo. Secondo me il punto è che i due mondi sono incompatibili, ma quando riesci a far andare sullo stesso binario l'importanza della creatività e della significatività, unendole al fascio mediatico giusto, riesci a realizzare cose veramente diverse dalle altre.

Quindi Morgan ha l’X Factor per fare il direttore artistico di Sanremo?

Se non ce l’ha lui chi ce l'ha… Anche se non so se avverrà mai. Prima parlavo di Sanremo e di iconicità. Sanremo si basa su quest'ultima, purtroppo. Lo slogan migliore è: “Sanremo è Sanremo”. È la tautologia che serve a far riconoscere le persone in qualcosa. Il giorno in cui Sanremo sarà più vicino alla musica sarà il mondo perfetto ed è lì che arriverà un Morgan o, perché no, anche Fedez: anche lui ne ha le qualità, anche se meno di Morgan. Secondo me è comunque un bel personaggio e ne sa di musica.

Mi dai due nomi? Un promosso a pieni voti e un bocciato categoricamente nella musica italiana…

Per quanto riguarda la bocciatura non vorrei rinverdire una vecchia ruggine, ma direi Ultimo, perché ha le capacità per scavare dentro sé stesso e fare delle cose incredibili ma si accontenta di veramente molto poco rispetto alle sue capacità. Per il promosso, non so in quanti lo conoscano, ma ti segnalo Setak, un cantautore, si chiama Nicola Pomponi ed è davvero uno dei migliori in assoluto che oggi c'è in Italia. Canta in dialetto, è un ottimo chitarrista, ha un grande senso musicale e tutte le sue canzoni nascono da un'idea musicale di rock internazionale. Non è che inventa niente musicalmente, però ha molta creatività è una poetica molto forte e importante, è assolutamente fuori dalla ripetitività che richiede il mercato, pur facendo canzoni che linguisticamente arrivano a tutti, dalla nonna al ragazzino.

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