Amanda Anisimova, la ragazza d’oro del tennis USA, è la prova vivente che il talento, unito alla determinazione, può superare qualsiasi ostacolo. Nata nel New Jersey da una famiglia di origini russe e cresciuta sotto il sole di Miami, Amanda ha impugnato la racchetta fin da piccolissima, ispirata dagli allenamenti della sorella maggiore. A soli 14 anni ha esordito da professionista, vincendo il suo primo match nelle qualificazioni degli US Open 2016: un debutto da predestinata. Da lì in poi, la sua ascesa è stata fulminea, e nel 2019, appena diciassettenne, ha incantato il mondo con una corsa straordinaria fino alle semifinali del Roland Garros. Sul suo cammino ha battuto stelle del calibro di Aryna Sabalenka e Simona Halep, mostrando un talento cristallino e una freddezza da veterana. Una storia tutta da ammirare, fatta di grinta, passione e tanta luce negli occhi.

La tragedia
Un successo che nel 2019 è stato bruscamente interrotto da una tragedia personale devastante: poche settimane prima degli US Open, il padre e allenatore di Amanda, Konstantin Anisimov, è morto improvvisamente all’età di 52 anni. Un dolore enorme che l’ha costretta a ritirarsi dal torneo e ha segnato l’inizio di un periodo complicato, tra alti e bassi e una forte sofferenza emotiva. Ma Amanda non si è arresa. Nel 2022, ha mostrato i primi veri segnali di ripresa: ha conquistato il suo secondo titolo in carriera al Melbourne Summer Set 2 e ha raggiunto i quarti di finale a Wimbledon, battendo la connazionale Coco Gauff. Ha poi brillato anche a Charleston e in altri cinque tornei, facendo vedere lampi del suo talento puro. Nonostante tutto, il peso delle pressioni e delle ferite non rimarginate ha continuato a farsi sentire. Così, nell’aprile 2023, Amanda ha deciso di fermarsi, annunciando sui social una pausa dal tennis per affrontare problemi di salute mentale e burnout. Con grande sincerità, ha raccontato quanto la vita nel tour possa essere solitaria e quanto sentisse il bisogno di vivere, almeno per un po’, una vita più “normale”. Durante questi otto mesi di pausa, Amanda ha riscoperto sé stessa: si è avvicinata all’arte, ha frequentato corsi universitari, e ha persino lanciato “Art for Hope”, una campagna benefica in cui ha esposto e venduto i suoi dipinti, ispirandosi a Vincent van Gogh. Un progetto che non solo ha aiutato gli altri, ma ha aiutato anche lei a ritrovare equilibrio, a guarire dentro e a riscoprire la lucidità mentale.

Il riscatto
Il grande ritorno di Amanda Anisimova è iniziato nel 2024, quando ha rimesso piede nel circuito al torneo ASB Classic in Nuova Zelanda. Ma è stato nel 2025 che ha davvero brillato di nuova luce: Amanda ha conquistato il suo terzo titolo in carriera – e il primo WTA 1000 – al prestigioso Qatar Total Energies Open. In un torneo da favola, ha superato Paula Badosa, Victoria Azarenka e, in una splendida finale, ha battuto Jelena Ostapenko. Un trionfo che ha confermato: Amanda è tornata. E più forte di prima. E ora, la ciliegina sulla torta: Amanda Anisimova è in finale a Wimbledon! Per la prima volta in carriera, giocherà l’atto conclusivo di uno Slam, il sogno di ogni tennista. In semifinale ha affrontato una vera battaglia contro la numero 1 del mondo, Aryna Sabalenka, e l’ha superata con il cuore e i suoi colpi potenti: 6-4, 4-6, 6-4 il risultato. Match intenso, spettacolare, giocato a viso aperto: entrambe hanno spinto al massimo, ma a fare la differenza sono stati i rovesci micidiali di Amanda, che hanno infiammato il pubblico. In finale, affronterà la polacca Iga Swiatek, che ha dominato la sua semifinale contro Belinda Bencic con un netto 6-2, 6-0. Sarà una sfida stellare tra due giocatrici dal grande talento, ma qualunque sia il risultato, il messaggio è chiaro: Anisimova è rinata, ha ritrovato il suo sorriso e sta scrivendo un nuovo capitolo della sua favola sportiva.
