Dei dubbi sugli incarichi di Michele Sorrentino Mangini vi avevamo parlato. Il figlio di Emmanuela Spedaliere, la Direttrice generale della Fondazione San Carlo, è docente al conservatorio e nel frattempo ha una collaborazione, per altro prorogata dall’ex sovrintendente Lissner fino al 2027, con il Teatro San Carlo. In particolare è diventato, per scelta di Lissner e senza un bando, ma con una manifestazione d’interesse (ed era, incredibilmente, anche l’unico candidato), Direttore artistico delle Officine di Vigliena, ex stabilimenti Cirio, dove ha anche tenuto degli spettacoli senza che ci fossero le autorizzazioni minime per ospitare il pubblico. La sua carriera accademica inizia nel 2017 a Benevento, dove trova un posto grazie al punteggio incredibile ottenuto per i meriti artistici, quasi il massimo, mentre per i titoli di studio e l’esperienza professionale ottiene zero punti. Viene riconfermato nel 2020, quando grazie a un punteggio rimpolpato di 10,8 punti, dovuti ai tre anni di servizio al Conservatorio, arriva primo in graduatoria. Entra nel frattempo in una graduatoria di scorrimento per posti a tempo indeterminato e, in effetti, nel 2024 ottiene un posto fisso, ma non a Benevento, bensì a Pescara, in un altro conservatorio, dove insegnerà la stessa materia, Poesia per musica e drammaturgia musicale. Qui, nel 2025, chiederà il trasferimento di cattedra, per poter insegnare Teoria e tecnica dell’interpretazione scenica (leggasi: regia), ma la domanda verrà rifiutata “considerata la consistenza numerica della classe di titolarità e valutati i titoli artistico/professionali trasmessi”.

Nel 2022, però, Mangini ottiene un incarico extra-accademico al Teatro San Carlo, dove lavora la madre (anzi, dove la madre è dirigente e braccio destro – oltre che seconda carica più pagata dell’istituzione napoletana – del Sovrintendente Stephane Lissner). Collaborazione che si estende per due anni e dovrebbe proseguire ancora, grazie a un’estensione del contratto firmata da Lissner poco prima di lasciare il suo ruolo, cosa per altro strana (perché avrebbe dovuto garantire per altri due anni il posto di Direttore artistico a Mangini ben oltre il suo mandato, quando avrebbe potuto lasciare la decisione, più coerentemente, al suo successore?). Questo era l’inizio della nostra storia. Un caso di “figliettismo d’arte”, come lo abbiamo definito. Ma ora ci siamo tornati sopra e ci siamo chiesti se l’incarico di Mangini al San Carlo fosse regolare, visto il suo ruolo, ora anche a tempo indeterminato, in un conservatorio. Per far sì che tutto sia regolare serve, come da regolamento, un nulla osta della dirigenza del conservatorio in cui si lavora, autorizzazione che di solito arriva dopo aver valutato se l’incarico rientra tra quelli incompatibili o solo “relativamente incompatibili”. La direzione artistica in un ente diverso dal conservatorio, in effetti, rientra in questa seconda categoria, per cui l’autorizzazione avrebbe eventualmente risolto la questione. Piccolo problema: nelle banche dati della Pubblica amministrazione, dove questa autorizzazione dovrebbe essere depositata dall’istituto in cui Mangini lavora, non si trova documentazione in proposito. Un ritardo tipico della burocrazia italiana? Una leggerezza del conservatorio? O manca del tutto l’autorizzazione?

Vista l’opacità della situazione ci siamo chiesti come Mangini potesse percepire dei compensi a suo nome per diversi incarichi, quello di docente a tempo indeterminato, e quello alle Officine San Carlo. E abbiamo scoperto che per il lavoro di Direttore artistico al Teatro San Carlo, Michele Sorrentino Mangini non fattura a suo nome, ma riceve dei compensi intestati a una sua società, Emmeemme srls, nonostante, tuttavia, il contratto sia tra la Fondazione San Carlo e Mangini, e non tra fondazione e società. La possibilità di fatturare tramite società, in ogni caso, è prevista, se c'è una determina ad hoc. Ma restano alcune domande:
Prima domanda: perché Michele Sorrentino Mangini fattura con una società e non a suo nome, caso unico al San Carlo, nonostante il contratto sia tra la fondazione e lui?
Seconda domanda: cosa comporta fatturare attraverso una società per delle “consulenze di direzione artistica” invece che come semplice professionista?
Terza domanda: che ricaduta ha questo sul nodo dell’autorizzazione che il conservatorio avrebbe dovuto dare prima che la collaborazione con il San Carlo iniziasse?
Quarta domanda: ma Michele Sorrentino Mangini, un docente a tempo indeterminato di un conservatorio, può essere amministratore di una società e può fatturare attraverso di essa? Può, cioè, svolgere attività retribuita attraverso società di cui è amministratore (Mangini, come si vede per esempio in un atto di concessione pubblico del 2023 per l’uso di alcuni spazi di Palazzo Reale a Napoli, è amministratore unico della società)?
