C'è stato un tempo in cui l’horror l'italiano ha saputo essere universale, ce l’ha insegnato Dario Argento, ce l’aveva fatto sapere Mario Bava, e tutti gli autori e registi che negli anni hanno disegnato un genere che oggi parla piano, anzi forse non parla affatto. Intanto c'è un film in sala a metà tra l'horror, il thriller e tutto quello che è poi la complessità dell'uomo, così il cinema, che si chiama: La valle dei sorrisi di Paolo Strippoli. Inquietante, bellissimo, confortante. Confortante nel senso che se l'arte è tante cose questo film ce ne mostra quasi tutte le sfumature. Tante idee e tanti generi, in mezzo tanto amore per quello che si fa, e per come lo si fa. Un horror che può far anche ridere e innamorare, crescere, pensare. La valle dei sorrisi o la favola di una società perduta in cui sono tutti sconsolati, ammalati, addolorati alla ricerca di una persona da abbracciare per buttare fuori un male così da tornare a essere felici come forse non lo si era stato mai.

Sergio è un insegnante di educazione fisica (interpretato da Michele Riondino) che si trasferisce a Remis, un posto sperduto nel nulla tra le Alpi. Qui abitano solo persone felici e c’è un motivo. Si tratta di uno strano appuntamento, una volta alla settimana gli abitanti si riuniscono per abbracciare un ragazzo che riesce a mettere da parte il dolore. Ma dove va a finire? Se lo chiede Sergio guardando negli occhi Matteo. Dove va tutto quel malessere degli altri se se ne deve fare carico una persona sola?
Le anime del paese si perdono nella costante ricerca di un senso, di un modo più semplice, per buttare fuori una roba devastante che è il nostro martirio, la ferita da disinfettare, il pensiero orribile, triste, depresso che ci ammala, e vedono nell’"Angelo", fra le braccia di questo ragazzo chiamato Matteo (interpretato da Giulio Feltri) la soluzione. Quella veloce, pura, sicura. Ma la verità è che forse un rimedio semplice non esiste e dobbiamo davvero capire prima chi siamo noi, che forma ha la sofferenza che proviamo e poi 'abbracciarla', capirla. La valle dei sorrisi è qualcosa di diverso, per chi lo guarda e vuole fare cinema ma non sa da dove iniziare (e ha paura), per chi ha voglia di cercarsi e si sente perduto e in sala vuole provare tutto: sofferenza, emozione, sconcerto, divertimento, paura insieme. Per chi dice che il cinema italiano non sa dove andare e vuole ricredersi vada al cinema a vedere La valle dei sorrisi.

