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Siamo andati al concerto di Guè all’Unipol Forum di Milano, ma com’è stato? Tra Marracash, Rose Villain, i Club Dogo, la (sua) tequila e i dieci anni di Vero, ecco perché Mr. Fini è ancora un’istituzione nel rap

  • di Giuditta Cignitti

  • Thanks to PH dal profilo Ig @therealgue

16 maggio 2025

Siamo andati al concerto di Guè all’Unipol Forum di Milano, ma com’è stato? Tra Marracash, Rose Villain, i Club Dogo, la (sua) tequila e i dieci anni di Vero, ecco perché Mr. Fini è ancora un’istituzione nel rap
Guè al suo tredicesimo Forum. Che dire: una serata che ha confermato, ancora una volta, il suo status da re indiscusso del rap italiano. Il concerto è stato un'esplosione, un mix tra show e celebrazione, con un pubblico caldissimo. Non sono mancati i duetti – da Rose Villain ad Artie 5ive – e i momenti più intimi, alternati a vere e proprie bordate sonore che hanno fatto sognare il Forum

Thanks to PH dal profilo Ig @therealgue

di Giuditta Cignitti

Ieri sera siamo stati al Forum di Assago (il tredicesimo per Guè) per la seconda data milanese del “La G la U la E Tour”. Reduce da un tour europeo, Guè ha calcato i palazzetti più importanti d’Italia accompagnato da una band e dal fidato Dj Tyone. Ad aprire ogni serata sono stati due ospiti fissi, Artie 5ive e Rasty Kilo, che poi si sono ripresentati per cantare i rispettivi pezzi in collaborazione con Guè. Mr.Fini lo dichiara, “Sto provando a dare tutto me stesso. Diciamo l’80%, il 20 me lo vorrei tenere per dopo”. Allude a quello che succederà alla fine dello spettacolo, che coincide anche con la fine del Tour, lasciando fantasticare i fan sulle vicende leggendarie che da lì a qualche ora si consumeranno all’after party al Just Cavalli. Sarà per questo spirito di autoconservazione o per qualcosa che non ha funzionato in regia, che la voce del King del rap si distingueva poco da quelle preregistrate in sottofondo, lasciando il pubblico nel dubbio sul ricorso al playback. I commenti che mi arrivano alle orecchie mentre sono in coda per uscire dal Forum confermano la mia percezione. Quello che non vacilla nemmeno per un attimo però è il rispetto e l’ammirazione che gli appassionati dell’Hip-Hop italiano hanno per lui e che ostentano indossando magliette e giacche con il nome o la sua faccia sopra. Negli anni Cosimo Fini, in arte Guè, si è guadagnato il ruolo di istituzione, concedendosi così di poter dare anche solo quell’80% anziché il 100%, che invece si impegnano a dare gli ospiti più giovani della serata. Da Baby Gang, Paky e Anna, ai già citati Rasty Kilo e Artie 5ive, fino ad arrivare a Rose Villain, tutti vogliono onorare la chiamata di quello che in molti casi ha rappresentato prima un modello e poi un collega. Poi ci sono gli amici di vecchia data, come Caneda, Terron Fabio dei Sud Sound System, gli immancabili Club Dogo e Marracash, la cui presenza ha più una radice storica che un fine di intrattenimento. È con Rose Villain che duetta per più tempo di tutti, i due sono una coppia artistica affiatata e questa occasione è stata la prova, non solo che il tempo per questo fatidico joint album (l’avevano annunciato nel pezzo “Il bacio del serpente”) tra i due è maturo, ma anche che Rose è pronta per il suo primo Forum di Assago (23 settembre). Quando la accoglie con “Guardate che figa che è Rose” si corregge subito aggiungendo “artisticamente, non volevo sbagliare, che cool che è Rose!”. Che Rose non vuole, giustamente, essere sessualizzata né etichettata come la bella statuina, lo ha fatto sapere a tutti i media italiani, pubblicamente o privatamente e anche Guè evidentemente è stato messo sull’attenti sul peso del linguaggio.

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Nella scaletta è prevista una parentesi dedicata ai brani dell’album “Vero” di cui quest’anno ricorre il decennale, che Guè ha voluto festeggiare anche con una ripubblicazione ad hoc. In una delle pause per il cambio d’abito compaiono i dieci comandamenti del rap secondo Guè, il sesto recita così: “Non c’è bisogno di essere povero per essere credibile. Non c’è bisogno di essere milionario. Serve solo essere vero”, condensando in una semplice sentenza il concetto di realness, tanto caro ai rapper. Se oggi però Guè può permettersi di stilare i comandamenti della religione del Rap, non bisogna dimenticarsi di quanto sia stato innovatore ai tempi dei Club Dogo, quando ha ridisegnato l’immaginario del genere spostandolo dalla politica dei centri sociali al divertimento delle discoteche. Per questo per tutte le date del tour nel parterre era stata montata un’area bar, accessibile a prezzo maggiorato, con un piccolo palco alternativo a quello principale, su cui si è esibito per qualche brano. I cocktail serviti erano tutti a base di tequila, la sua ovviamente. Tequiero Tequila è il marchio con cui ha iniziato la sua carriera da imprenditore nel settore dei super alcolici e che riconferma il suo interesse per il business anche in campi collaterali a quello dell’entertainment. Dopo due ore di show, sul finale quando è il turno dei pezzi storici, arriva un po’ di commozione su “Oro e Diamanti” e una dichiarazione d’amore per l’Hip-Hop, “Questo è il rumore della mia vita si chiama Hip-Hop, lo porto nel mio cuore”. Dopo “Brivido” con Marracash, la folla si sfalda e inizia l’esodo verso i cancelli del Forum. Ai lati gli addetti alla sicurezza distribuiscono un cd targato Oyster Music, la neonata etichetta di Guè, che poi scoprirò contenere uno spoiler del prossimo progetto con il rapper Rasty Kilo, già annunciato nei ledwall per tutto il tour. Il mixtape “Italian Hustler” uscirà nel 2025.

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Il live di Guè al Forum di Assago
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Il live di Guè al Forum di Assago
https://mowmag.com/?nl=1

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