Per costruire quel mondo dell’hard anni Novanta in Supersex serviva anche costruire i personaggi: Alessandro Borghi che fa Rocco Siffredi, con il suo sorriso e gli occhi scuri, Riccardo Schicchi interpretato da Vincenzo Nemolato con quella voce un po’ gracchiante e Moana Pozzi a cui Gaia Messerklinger ha ridato vita. È proprio quest’ultima ad aver raccontato le “modifiche” necessarie sul set per trasformarsi in una Moana credibile: “Ho messo su giusto qualche chilo. L’intervento più deciso è stata la protesi del seno, modellata sulla base di un calco del mio busto così da lasciarla aderire in maniera molto naturale al mio corpo. Il décolleté fa la differenza se devi interpretare una p*rnostar”. Non solo le presunte protesi del pene di Borghi, che ha negato fermamente di averle usate, anche Messerklinger ha dovuto ricorrere a delle aggiunte per il suo ruolo in Supersex. “In generale, sentire un corpo diverso dal proprio dà un senso di trasformazione estremo, e quando accade cambi la percezione di te negli altri”, ha aggiunto nell’intervista rilasciata al Corriere della sera. Oltre a questo, poi, ci sono stati altri accorgimenti necessari, anche se meno invasivi. In particolare, occorreva risaltare il sorriso, fondamentale nella definizione di Moana: “Un sorriso da Gioconda. Sono partita da lì per il lavoro su di lei. Nelle interviste tv che ho visto e rivisto in maniera compulsiva presenta sempre un’espressività controllata, una gestualità quasi nulla, e un sorriso che usa anche come schermo”. Un sorriso, però, che doveva colorarsi di rosso per assomigliare quello della p*rnoattrice: “Per renderlo evidente il rossetto rosso è stato fondamentale. Anzi, molto più che rosso: ogni volta per il make-up Roberto Pastore stendeva una tavolozza di sfumature per dipingermi il volto”.
A ogni modo, Gaia Messerklinger non si è preparata solo fisicamente per la sua parte in Supersex. C’è stato, ovviamente, uno studio attento di altre caratteristiche di Moana. Se per qualcuno poteva sembrare distaccata o, come si dice anche nella serie, non del tutto innamorata del sesso, per Messerklinger il suo personaggio era ben diverso: “Per me quella di Moana era una sessualità complessa, che a differenza di Rocco non si esprimeva nell’atto sessuale in se e per sé. Per questo la scambiavano per una donna fredda. È noto che invece nelle esibizioni dal vivo si donava al pubblico, un atto d’amore e insieme di grande potenza esibizionistica. Lasciarsi guardare le piaceva più di ogni altra cosa”. Ricorda, poi, una frase che la stessa Moana avrebbe detto a Roberto D’Agostino, emblematica della sua concezione del sesso: “Una volta a Roberto D’Agostino disse che il sesso è anche oscurità e oscenità, per lei l’osceno equivaleva al sublime”. Grazie all’intimacy coordinator, invece, le scene di sesso sono state gestite al meglio, comprese quelle con Alessandro Borghi, definito “un caposquadra eccezionale per tutti, unisce la maestria d’attore alla capacità di essere accogliente”. Insomma, tutto perfetto: dal corpo alla mente, Gaia Messerklinger è diventata Moana Pozzi. E non è solo una questione di seno.