“Il p*rno è una costante della mia vita. Ne guardo almeno uno al giorno anche per tenermi aggiornato con i tempi, per non rimanere indietro”, così ha parlato Alessandro Borghi. Lui che è un così assiduo frequentatore di cinema per adulti, quindi, era perfetto per interpretare Rocco Siffredi in Supersex. “Dietro quella idealizzazione di uomo, di mascolinità tossica che arrivava dal p*rno in tutti questi anni, c'è un essere umano che ha una storia e io ho deciso di fare questo mestiere per raccontare delle storie”, ha aggiunto. Insomma, dietro alle scene di violenza, hardcore, c’è un essere umano che, chiarisce ancora Borghi, ora è anche un amico. Inevitabile la viralità delle immagini di nudo e il confronto fisico tra i due, Rocco e il protagonista. Anche se, a questo riguardo, Borghi non si è detto preoccupato: “Non temo assolutamente un confronto fisico, non l'ho messo in conto perché non dovevamo fare un film p*rno. Nella serie ci sono almeno tre nudi frontali ma non me ne fregava niente”. Il pubblico, però, non ha potuto fare a meno di chiedersi se il pene del protagonista in Supersex fosse reale: spesso, ha confessato in un'intervista a Fanpage, gli è stata rivolta la domanda “Ma er coso è er tuo?”, e lui: “Io rispondo fieramente di sì”. Insomma, se c’è ancora chi aveva dubbi a riguardo con questa intervista può mettersi l’anima in pace (sul gruppo Telegram trovate le foto, se volete valutare voi stessi).
Poi una parentesi scherzosa sulla sua vita sessuale: “50 scene di sesso in 95 giorni di riprese? Nella vita vera ne faccio molte di più”. Nessuna paura, quindi, né per il confronto fisico che per le performance. A ogni modo, secondo Borghi il cinema per adulti non è da condannare, anzi, è un necessario contrappeso all’assenza di educazione sessuale nelle scuole. In questo senso la sua esperienza da padre lo ha messo di fronte a un’importante sfida, data la scarsa (se non inesistente) educazione da lui ricevuta in termini di approccio al sesso: “Ora che ho un figlio di un anno, è diventata ancora più impellente, perché per noi (lui e la sua compagna Irene Forti, ndr) è molto importante farlo crescere in un ambiente libero”. La scoperta, quella di Borghi come degli spettatori di Supersex, di Rocco Siffredi, un uomo che non è banalmente l’emblema della mascolinità tossica e che non provava rabbia durante le scene di sesso. Questo, forse, l’unico appunto di Siffredi: “Un giorno mi ha detto: ‘Mi sono reso conto che forse tu hai fatto le scene di sesso sempre troppo arrabbiato, io invece non ero così arrabbiato, mi sono divertito’. Mi sono scusato se gli era arrivato quello”. Non solo rabbia e nemmeno solo sesso: Supersex è molto più di una galleria di immagini di un pene.